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TIM, cessione NetCo: scioperi e manifestazioni di protesta indette dai Sindacati di Base

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Nella giornata di domani, 14 Febbraio 2024, ci sarà lo sciopero nazionale dei dipendenti del Gruppo TIM indetto dalle Organizzazioni Sindacali di Base (COBAS TIM, USB Telecomunicazioni e CUB TIM), che protestano contro il piano industriale che prevede separazione dell’azienda con la creazione di una società della rete, NetCo, e la sua cessione a KKR.

Come era stato annunciato nelle settimane scorse dalle Organizzazioni Sindacali di Base, lo sciopero sarà di 2 ore fine turno e prevede diverse iniziative in alcune città, fra cui Roma, Torino, Bologna e Bari.

I Sindacati di base sottolineano che lo sciopero del 14 Febbraio 2024 avverrà contemporaneamente alla presentazione dei dati preventivi di bilancio del 2023 ad opera del CdA di TIM, che saranno comunicato proprio nella giornata di domani.

Già lo scorso 16 Gennaio 2024, USB Telecomunicazioni, FLMU CUB TIM e COBAS TIM avevano lanciato un appello ai lavoratori e alle lavoratrici di TIM per tentare di fermare una separazione che le stesse Organizzazioni Sindacali di Base ritengono dannosa, sia in termini occupazionali che industriali.

In quell’occasione, oltre allo sciopero del 14 Febbraio 2024, era stato preannunciato anche che il 23 Aprile 2024, in concomitanza dell’Assemblea degli Azionisti del Gruppo TIM, ci sarà una manifestazione con presidio all’Assemblea degli Azionisti ed altre iniziative, con una nuova giornata di sciopero.

Secondo le Organizzazioni Sindacali di Base, l’operazione con cui TIM vuole separare l’azienda in ServiceCo e NetCo, vendendo quest’ultima a KKR, sarebbe pericolosa, rischiando di portare l’azienda, ritenuta strategica per il Paese, ad una sorte simile a quella di Alitalia.

Come ricordano i Sindacati, il progetto di TIM prevede la creazione due aziende con entità legali separate: una società di gestione della rete, la NetCo con circa 20.500 persone, in cui andrebbero a confluire gli asset infrastrutturali (al netto di quelli mobili), e una società di gestione di servizi, la ServiceCo, con circa 17.500 persone.

Di seguito il resto del comunicato con cui COBAS, USB Telecomunicazioni e CUB hanno annunciato lo sciopero che si svolgerà domani, 14 Febbraio 2024:

[…]

Dal punto di vista industriale il rischio reale è che il futuro industriale sia di NETCO e SERVCO, considerata l’incertezza sul fronte della sostenibilità del debito di entrambe le società, in vista di una concorrenza sempre più serrata sui processi di digitalizzazione, abbia vita breve.

Inoltre, si potrebbe determinare un meccanismo di sganciamento da parte del fondo KKR che la sta acquisendo, una volta terminata la speculazione finanziaria.

A quel punto rimarrebbe in vita un cadavere industriale di cui lo Stato, che attraverso il finanziamento del MEF e del Fondo F2I, dovrebbe gestire il debito, il personale e un sistema tecnologico in via di superamento.

Pericolosa sarà anche la situazione di TIM, o società di servizi. Attraverso questa operazione, infatti, vedrà sicuramente diminuire il debito a suo carico accumulato negli anni dalle scalate dei vari gruppi finanziari, ma si troverebbe a giocare un ruolo secondario in un mercato ormai in crisi e con dei concorrenti più forti e con minore personale a carico.

Secondo i sindacati di base, c’è quindi il rischio concreto che si vada a breve termine verso la costituzione di due BAD COMPANY con il risultato di una perdita occupazionale e senza prospettive industriali serie per il settore delle TLC.

In questa operazione determinante è stato il ruolo del Governo che sta finanziando una operazione in perdita a tutto vantaggio del fondo americano KKR il cui vero obiettivo, secondo i sindacati di base promotori dello sciopero, è quello di massimizzare l’investimento e operare anche una speculazione immobiliare sugli edifici che acquisirà.

Oggi lo Stato è già presente in TIM con una quota in capo a Cassa Depositi e Prestiti pari al 9,4%. Un maggiore investimento economico pubblico avrebbe potuto determinare, secondo i sindacati di base, un aumento della partecipazione azionaria e il conseguente aumento decisivo del controllo dell’Azienda, permettendo il ritorno della stessa sotto il controllo pubblico e procedendo così ad un reale riassetto del settore senza la perdita di ASSET STRATEGICI.

Mentre le Organizzazioni Sindacali Confederali hanno già alzato bandiera bianca, proseguono i sindacati di base, ci sono ancora gli spazi per invertire il processo in corso.

La trattativa, infatti, per la definizione dello scorporo è ancora tutta da chiudersi e presenta numerose contraddizioni.

Nel dettaglio, lo sciopero del 14 Febbraio 2024 per tutto il personale del Gruppo TIM indetto dalle Organizzazioni Sindacali di Base si articola in 2 ore a fine turno (riproporzionato per i Part Time: un ora e mezza per il 75%, un ora per il 50%) e sono previste anche diverse iniziative.

Nello specifico, a Roma, alle ore 15:00, ci sarà una manifestazione presso Piazza del Pantheon, in prossimità del Parlamento, dove i Sindacati di base hanno richiesto un incontro con i gruppi parlamentari e le commissioni.

Le altre manifestazioni Sindacali previste per domani 14 Febbraio 2024 contro il piano industriale dell’azienda si svolgeranno a Torino, presso il Negozio TIM di Via Roma 18, alle ore 15:00, a Bologna presso il Negozio TIM di Via Rizzoli 7B, sempre alle ore 15:00, e a Bari presso la sede TIM di Via Oreste 20, dalle ore 14:30.

Editing Simone Nicolosi

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