Fatturazione a 28 giorni: il Consiglio di Stato ha respinto anche il ricorso di TIM
Nelle settimane scorse, il Consiglio di Stato ha pubblicato la sentenza con cui ha respinto il ricorso di TIM contro l’intervento dell’AGCOM sulla nota vicenda della fatturazione a 28 giorni applicata alcuni anni fa dagli operatori di telefonia italiani, ossia la cosiddetta “tredicesima dei consumatori“.
La sentenza del Consiglio di Stato sul ricorso di TIM è pubblicata lo scorso 2 Gennaio 2024 (ecco il documento completo), mentre la decisione era stata presa nella camera di consiglio del 10 Novembre 2023.
Con questo ricorso, TIM contestava la “carenza di potere in capo ad AGCOM relativamente all’adozione di un ordine di adempimento coattivo di una obbligazione nei confronti di tutta la clientela dell’operatore, in mancanza di una norma attributiva dello specifico potere esercitato”.
Nel frattempo, però, su questo tema si era già espressa la Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che con la sentenza sulla causa C-468/20, depositata l’8 Giugno 2023, ha confermato la legittimità dell’intervento di AGCOM sulla periodicità della fatturazione dei contratti di telefonia.
Per questo motivo, all’udienza del 23 Marzo 2023, fissata per la definizione del ricorso di TIM al Consiglio di Stato, è stato chiesto ed ottenuto da TIM, senza opposizione delle altre parti, un rinvio della discussione al fine di attendere il pronunciamento della Corte di Giustizia UE sulla causa pendente (C- 468/20), poi arrivata come detto l’8 Giugno 2023.
Dunque, vista anche la decisione della Corte di Giustizia UE, nella sua sentenza il Consiglio di Stato ha sottolineato che le conclusioni della Corte europea consentono di “acclarare l’infondatezza dei profili di incompatibilità comunitaria” sollevati da TIM con l’appello presentato.
Inoltre, il CdS ricorda che la correttezza del potere esercitato dall’AGCOM sulla questione della fatturazione a 28 giorni è stata confermata anche dagli analoghi contenzioni attivati da altri operatori (sentenze del Consiglio di Stato del 2020, sugli appelli proposti da Vodafone, Fastweb e WINDTRE, confermate dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione).
Dunque, il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Settima), definitivamente pronunciando sull’appello, ha respinto il ricorso di TIM.
Inoltre, il CdS ha condannato TIM al pagamento delle spese del grado di giudizio, liquidate in 7mila euro oltre ad IVA, CPA ed ulteriori oneri di legge ove previsti, da corrispondere in quote uguali in favore di ciascuna delle altre parti costituite.
Il commento di Udicon sulla sentenza sulla fatturazione a 28 giorni
Dopo la pubblicazione della sentenza del Consiglio di Stato sul ricorso di TIM, il 18 Gennaio 2024 l’associazione di consumatori U.Di.Con. (Unione per la Difesa dei Consumatori) ha commentato la notizia.
In particolare, Martina Donini, Presidente nazionale di Udicon, ha dichiarato:
In seguito a una lunga e instancabile battaglia durata diversi anni, a partire dal lontano 2017, con la sentenza del Consiglio di Stato finalmente termina la vicenda giudiziale sulla fatturazione delle bollette telefoniche a 28 giorni.
I consumatori hanno atteso abbastanza. Ora è giusto che vengano erogati i ristori per condotte non trasparenti da parte delle Telco.
È giusto che i consumatori ora ricevano ristori automatici, senza dover ulteriormente lottare per ottenere ciò che è loro dovuto.
Udicon vigilerà per assicurare che questo processo avvenga in modo automatico e senza ulteriori criticità.
Si ricorda quindi che questa ennesima sentenza contro i ricorsi degli operatori sulla questione della fatturazione a 28 giorni arriva dopo le precedenti pronunce del TAR del Lazio, del Consiglio di Stato, della Suprema Corte di Cassazione e della Corte di Giustizia UE.
Per questo motivo, l’Associazione chiede che gli operatori restituiscano automaticamente ai clienti le somme per i giorni illegittimamente erosi con la fatturazione a 28 giorni, come stabilito dalle delibere delle Autorità confermate ormai da vari gradi di giudizio.
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