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Bip Mobile, l’operatore virtuale scomparso nel 2014: 10 anni fa l’interruzione dei servizi

La data di oggi, 30 Dicembre 2023, segna il passaggio di 10 anni dall’improvvisa interruzione dei servizi di telefonia mobile delle SIM dell’ormai ex operatore virtuale Bip Mobile, scomparso in seguito alla controversia che si aprì con Telogic, il suo aggregatore di rete.

Nato nel Settembre del 2012, Bip Mobile si era proposto all’epoca come operatore low cost di tipo ATR (Air Time Reseller), ossia una tipologia di virtuale che si occupa esclusivamente della rivendita del traffico all’ingrosso di un altro operatore, occupandosi soltanto della commercializzazione con il proprio marchio e dell’assistenza clienti.

Con un operatore ATR, dunque, le SIM sono realizzate dall’operatore di appoggio, che in questo caso, come già accennato, era l’enabler Telogic Italy, che operava sotto rete H3G (3 Italia, che si è poi fusa con Wind per creare WINDTRE) e anch’esso ormai scomparso.

Il lancio di Bip Mobile, in particolare, fu caratterizzato da una campagna pubblicitaria che aveva come protagonisti Beep Beep e Willy il Coyote, i noti personaggi cartoon parte della serie Looney Tunes, con il simpatico volatile velocista presente anche nel logo dell’operatore.

A sostenere l’impegno finanziario, di ben 100 milioni di euro come partenza, fu la società One Italia (poi successivamente fallita) della famiglia Giacomini di Roma, con il ruolo di azionista di maggioranza.

Nella giornata del 30 Dicembre 2013, tuttavia, come già raccontato da MondoMobileWeb all’epoca dei fatti, iniziò improvvisamente un disservizio per i clienti con le SIM Bip Mobile, che si ritrovarono senza la possibilità di effettuare o ricevere chiamate o SMS e di navigare in internet.

Questa interruzione dei servizi, avvenuta senza alcun preavviso per i consumatori, fu il modo in cui, negli ultimi giorni del 2013, vennero alla luce i problemi di liquidità di Bip Mobile.

Poco dopo il blackout delle SIM, infatti, una delle prime informazioni ufficiali sulla vicenda arrivò da Telogic Italy, che con un comunicato annunciò di aver provveduto ad interrompere la fornitura dei servizi a Bip Mobile, affermando come l’operatore virtuale avesse accumulato ormai da mesi ormai un grosso debito nei confronti del suo aggregatore. Telogic rese noto inoltre di aver già rimandato diverse volte la decisione, in attesa che in qualche modo Bip Mobile trovasse una soluzione.

In seguito, grazie alla Delibera AGCOM 320/14/CONS, con cui l’Autorità sanzionò Bip Mobile per il blackout iniziato il 30 Dicembre 2013, si scoprì che già a partire dal mese di Giugno 2013, e fino al 24 Dicembre 2013, Telogic aveva già preannunciato al suo ATR l’immediata risoluzione del contratto qualora Bip Mobile non avesse pagato i suoi debiti, corrispondendo le somme dovute all’enabler per le prestazione ricevute.

L’aggregatore aveva anche invitato Bip Mobile a provvedere ad informare i propri clienti, con congruo preavviso, della possibile imminente sospensione dei servizi, indicando anche le modalità di passaggio ad altro operatore per continuare a sfruttare la propria numerazione.

Malgrado gli inviti, sia da parte di Telogic che anche dall’AGCOM, in un’apposita audizione del 26 Agosto 2013, Bip Mobile non informò mai i propri clienti circa il rischio imminente di interruzione dei servizi, ma si limitò, soltanto il 28 Dicembre 2013, a comunicare ad un numero ristretto di clienti, tramite SMS flash, che in quei giorni si sarebbero potuti verificare dei generici “disservizi di rete in corso di risoluzione”.

Il 30 Dicembre 2013, dunque, si arrivò alla rottura totale dei rapporti fra Bip Mobile e Telogic, che si vide quindi costretta, nonostante gli avvertimenti, ad interrompere la fornitura dei servizi delle SIM Bip Mobile, che all’epoca potevano contare su circa 220.000 utenze.

Nei giorni successivi, all’inizio del 2014, arrivarono anche le prime posizioni ufficiali di Bip Mobile, che lanciò accuse nei confronti di Telogic e di H3G, contestando a quest’ultima in particolare di aver imposto prezzi all’ingrosso più alti rispetto a quelli proposti ai clienti dello stesso operatore di rete.

Sia Telogic che H3G smentirono presto le accuse avanzate dall’operatore virtuale, mentre negli stessi giorni si scoprì anche che l’Amministratore Delegato nonché socio di Bip Mobile, Fabrizio Bona (già manager presso TIM, Wind e Vodafone), 10 giorni prima del blackout aveva lasciato improvvisamente l’operatore per diventare il nuovo Chief Commercial Officer di Alitalia (da Novembre 2014 Chief Commercial Officer di Italo NTV).

In quell’occasione, Bona dichiarò di esser andato via da Bip Mobile poiché era “impossibile competere in Italia come operatore mobile virtuale”, ribadendo le differenze fra i prezzi all’ingrosso proposti ai virtuali rispetto a quelli offerti dagli operatori di rete ai propri clienti.

Gli operatori non trovarono quindi alcun accordo e dal 30 Dicembre 2013 in poi, i clienti Bip Mobile rimasero senza alcuna possibilità di usare la propria SIM, con la portabilità verso un altro operatore come unica soluzione per mantenere la numerazione.

Per via dell’alto numero di richieste, che saturava il limite imposto per le operazioni di portabilità MNP verso altri operatori, si generarono anche dei ritardi nelle portabilità in uscita, il che portò l’AGCOM, vista la particolare situazione, ad autorizzare un aumento di questo limite per Bip Mobile.

Ci furono dei problemi anche per quanto riguarda il trasferimento del credito residuo della SIM, poiché alcuni operatori non accettarono di trasferire le somme vantate fino al distacco delle linee di Bip Mobile.

Alla fine di questa vicenda, una triste pagina della storia della telefonia mobile italiana, le SIM di Bip Mobile furono cessate definitivamente dopo il 15 Marzo 2014, data ultima stabilita per effettuare la portabilità in uscita e mantenere il proprio numero telefonico.

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