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I-Com e WINDTRE per Futur#Lab: nuova indagine sui rischi per i giovani su web e social

Venerdì 22 Dicembre 2023, l’Istituto per la Competitività (I-Com) ha reso noto di aver pubblicato una nuova ricerca, in collaborazione con Join Group, nell’ambito del progetto Futur#Lab, promosso insieme all’operatore telefonico WINDTRE e con la partnership di Ericsson e INWIT.

Lo studio, dal titolo Misurare il benessere digitale (ecco il documento completo), è stato realizzato per mezzo di un’indagine campionaria che I-Com ha svolto su studenti e docenti italiani nel mese di Novembre 2023, con l’obiettivo di comprendere il grado di consapevolezza dei giovani rispetto ai principali rischi legati all’utilizzo degli strumenti informatici, nonché sulle possibili iniziative utili a potenziare le competenze necessarie ad affrontare questi pericoli.

Dall’indagine, è emerso come, nonostante Internet e le nuove tecnologie rappresentino una fonte di innumerevoli opportunità, l’utilizzo di questi strumenti possa anche celare diversi rischi, che sotto forma di fenomeni come l’hate speech, il cyberbullismo, le frodi online e la dipendenza dai social, secondo lo studio dell’Istituto per la Competitività, stanno diventando sempre più frequenti e stanno interessando fasce di popolazione sempre più giovani.

Stando a quanto riportato nella ricerca, in particolare, il 45% degli studenti di scuola secondaria ha affermato di utilizzare i social da più di 5 anni, in un’età, dunque, precedente al limite legale fissato in Italia, che è attualmente pari a 14 anni.

Inserendo nell’equazione anche gli studenti universitari, le percentuali di coloro che hanno ricevuto una richiesta di informazioni personali sul web si attestano, rispettivamente, al 50% per gli studenti di scuola secondaria e al 59% per gli universitari. Di questi, sia per quanto riguarda gli studenti di scuola secondaria che per i giovani che studiano all’Università, il 15% ha dichiarato di non voler rispondere.

Per quanto riguarda, invece, la quota di coloro che sostengono di aver ricevuto messaggi o mail da soggetti ritenuti malintenzionati, questa si attesta all’80% per gli universitari e al 53% per gli studenti di scuola secondaria che, nonostante il dato inferiore di 27 punti percentuali, a detta di I-Com possono in ogni caso essere considerati più vulnerabili, in virtù della minore età.

Stando alla ricerca, ad ogni modo, si evidenzia comunque che, almeno nella percezione degli studenti, vi è una buona diffusione delle informazioni relative a come proteggersi dai pericoli della rete.

Da quanto emerso dall’indagine, infatti, la maggior parte dei rispondenti afferma di saperne abbastanza, con una percentuale leggermente maggiore negli studenti di scuola secondaria, pari al 53%, contro quella degli universitari, che si attesta intorno al 42%.

Un dato, secondo I-Com, che potrebbe tuttavia essere condizionato da una maggiore consapevolezza degli studenti universitari, anagraficamente più grandi.

Il 52% degli universitari, poi, ha affermato di non aver mai ricevuto informazioni su come proteggersi in rete, al contrario della maggioranza degli studenti di scuola secondaria che ha invece dichiarato di averne avute, con una percentuale del 79% contro il 34% degli universitari.

Questo, a detta dell’Istituto per la Competitività, potrebbe dimostrare una maggiore sensibilità da parte delle istituzioni scolastiche verso le tematiche in questione, che sfocia in una maggiore diffusione di iniziative dedicate.

Dalla ricerca, comunque, emerge un’incertezza diffusa riguardo ai soggetti da contattare in caso di problematiche online, come phishing o furto d’identità, con il 36% degli studenti di scuola secondaria e il 48% degli universitari che ha sostenuto di non sapere a chi rivolgersi.

Dal punto di vista dei docenti, dal nuovo studio di I-Com emerge come per il 42% degli insegnanti delle scuole secondarie di secondo grado e delle scuole primarie vi sia nei propri studenti poca consapevolezza dei possibili pericoli derivanti dell’ecosistema digitale, che invece viene valutata come parziale da chi insegna in scuole secondarie di primo grado (35%).

Nell’ottica degli insegnanti intervistati, in particolare, i rischi in cui i giovani rischiano di imbattersi sul web sono legati principalmente alla dipendenza da Internet (secondo il 77% dei docenti delle scuole secondarie di secondo grado, il 78% delle scuole primarie e l’80% delle scuole secondarie di primo grado), seguita dalla violazione della privacy (secondo il 73% degli insegnanti delle scuole secondarie di secondo grado) e dal cyberbullismo (per il 63% delle primarie e delle secondarie di primo grado).

Tra gli altri pericoli, i docenti coinvolti nell’indagine hanno individuato anche la pornografia, la disinformazione, la propaganda e l’imitazione di modelli che producono influenze negative, legate allo sviluppo di comportamenti violenti e alla percezione distorta dell’aspetto fisico.

Relativamente alle iniziative utili ad accrescere la consapevolezza digitale, secondo l’indagine di I-Com, gran parte dei giovani partecipanti ha definito tali iniziative come molto importanti (34% degli studenti di scuola secondaria e 38% degli universitari) o abbastanza importanti (46% e 44%).

Un dato che, a detta dell’Istituto per la Competitività, può far desumere che la quasi totalità dei giovani comprende che l’ecosistema digitale abbia anche dei punti oscuri da cui doversi difendere, con un adeguato bagaglio di skill che è importante possedere.

Similmente, anche la maggioranza dei docenti presi a campione ritiene molto o abbastanza utile partecipare a iniziative volte a migliorare la propria consapevolezza e competenza rispetto ai pericoli della rete, nonostante resista ancora una minoranza di insegnanti, in particolare nei due gradi della scuola secondaria, che secondo la ricerca considerano poco o per niente utile essere coinvolti in tali iniziative formative.

A questo proposito, tra le soluzioni indicate dagli insegnanti, di tutte le tipologie di istituti, per promuovere la consapevolezza digitale, quella principale riguarda la sensibilizzazione del gruppo classe con l’ausilio di esperti nell’uso etico delle tecnologie digitali, con a seguire il ruolo delle famiglie, anch’esse da formare su questi temi, e il supporto alla formazione dei docenti.

L’indagine Misurare il benessere digitale, realizzata dall’Istituto per la Competitività e Join Group è stata presentata a Roma nel corso della quarta tavola rotonda del 2023 dedicata al progetto Futur#Lab, alla quale hanno partecipato, tra gli altri, il Presidente di I-Com Stefano da Empoli e il Direttore External Affairs and Sustainability di WINDTRE Roberto Basso, insieme al Direttore Area Digitale di I-Com Domenico Salerno e alla Vicepresidente di I-Com Silvia Compagnucci che hanno illustrato la ricerca, mentre il dibattito è stato moderato dal Senior Advisor Join Group Riccardo Capecchi.

Alla presentazione erano inoltre presenti il Professore di Sociologia dei media Università degli Studi di Milano-Bicocca e Direttore Centro Benessere Digitale Marco Gui, la Head of Public Affairs Inwit Sarah Cantarella, la Direttrice Generale Save the Children Italia Daniela Fatarella, il Titolare Divisione Gestione degli Esposti Servizio Tutela Individuale dei clienti Banca d’Italia Cristina Giorgiantonio, il Direttore Government & Policy Advocacy Europe Ericsson Telecomunicazioni Antonio Sfameli, la docente in comando presso Direzione Generale per i fondi strutturali per l’istruzione, l’edilizia scolastica e la scuola digitale Ministero dell’Istruzione e del Merito Anna Rita Colella, il componente Garante per la Protezione dei Dati Personali Agostino Ghiglia, il dirigente Polizia di Stato Cristiano Leggeri, la docente in comando presso Direzione Generale per i fondi strutturali per l’istruzione, l’edilizia scolastica e la scuola digitale Ministero dell’Istruzione e del Merito Anna Nervo e il Vicepresidente Commissione Politiche dell’Unione europea Senato della Repubblica Pierantonio Zanettin.

Editing Mattia Castro

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