Nei giorni scorsi, dopo la trattazione in Commissione e poi in aula, il Senato ha approvato, con alcune modifiche, il disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza 2022 (DDL Concorrenza), in cui è contenuta la nuova norma che potrebbe sancire lo stop alla pratica delle offerte di tipo Operator Attack nel mercato della telefonia mobile italiano, che dovrà ora passare all’esame della Camera.
Per chi non lo sapesse, le Operator Attack sono una tipologia di offerte “underground” commercializzate al di fuori del portafoglio standard degli operatori di telefonia, che solitamente vengono proposte a chi richiede la portabilità del numero provenendo da specifici altri operatori.
La misura, presentata per l’esattezza con due emendamenti identici, è stata proposta seguendo l’indicazione dell’Antitrust, che a Luglio 2023 aveva comunicato al Governo alcune proposte di riforma concorrenziale, fra cui, per quanto riguarda i servizi di comunicazione elettronica, anche il divieto di effettuare offerte Operator Attack, stabilendo un obbligo di non discriminazione in ragione del fornitore di provenienza.
In particolare, l’Antitrust aveva suggerito al Governo di integrare il già esistente divieto di discriminazione previsto dall’articolo 98-duodecies del d.lgs. n. 207/2021 “Attuazione della direttiva (UE) 2018/1972 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’11 dicembre 2018, che istituisce il Codice europeo delle comunicazioni elettroniche (rifusione)”, aggiungendo un comma relativo alla discriminazione, anche nelle condizioni tecnico-economiche, basate sul fornitore di rete o servizio di comunicazione elettronica di provenienza.
In questo modo, con l’emendamento approvato a fine Ottobre 2023 in Commissione al Senato, nel DDL Concorrenza era stata inserita la modifica al Codice delle Comunicazioni Elettroniche che potrebbe sancire lo stop alle offerte di tipo Operator Attack nella telefonia mobile, novità accolta con pareri contrastanti da parte di Associazioni dei consumatori e Sindacati.
L’obiettivo della norma suggerita dall’Antitrust è quindi quello di impedire tali condotte commerciali, rese possibili solo in virtù della conoscenza di informazioni disponibili per alcuni operatori, in modo tale che non determinino il progressivo deterioramento del livello di concorrenza nei servizi di telefonia mobile.
L’iter del DDL Concorrenza è poi proseguito giungendo in aula al Senato lo scorso 14 Novembre 2023 per la discussione generale.
In seguito alla votazione, lo scorso 15 Novembre 2023 il DDL Concorrenza è stato approvato dal Senato, con alcune ulteriori modifiche al testo originario.
In particolare, nella seduta del 14 Novembre 2023 è stato approvato un emendamento proposto dal Governo riguardante proprio l’Articolo relativo alle offerte Operator Attack di telefonia mobile, che era stato inserito nel DDL concorrenza grazie all’emendamento approvato in Commissione.
Ecco il testo dell’emendamento 13.200 approvato dal Senato e inserito nell’Articolo 13 del testo definitivo del DDL Concorrenza che ha ottenuto il via libera in aula:
Al comma 1, capoverso “1-bis”, le parole: “non applicano agli utenti finali” sono sostituite dalle seguenti:
“non possono utilizzare le informazioni acquisite per il tramite del data base per la portabilità dei numeri mobili, nonché quelle comunque acquisite per esigenze di carattere propriamente operativo, per formulare offerte agli utenti finali aventi a oggetto”.
Dunque, con questa modifica voluta dal Governo, rispetto al testo iniziale dell’emendamento approvato in Commissione, è stato aggiunta una frase per vietare un aspetto già sottolineato dall’Antitrust, ossia l’utilizzo dei database delle portabilità del numero mobile (MNP) per poter proporre le offerte Operator Attack.
Infatti, secondo quanto affermava l’Autorità Antitrust, la pratica delle offerte Operator Attack può prestarsi a un “utilizzo improprio delle informazioni sulla portabilità raccolte nel database per esigenze di carattere propriamente operativo (in particolare, l’associazione tra il numero di telefono dell’utente e l’operatore telefonico che gli fornisce il servizio), mettendo gli operatori principali nelle condizioni di commercializzare offerte selettivamente definite in funzione del concorrente da cui proviene il cliente. Si tratta di elementi informativi non disponibili agli operatori mobili virtuali”.
L’Autorità ricordava inoltre che la pratica dell’utilizzo dei database di MNP per formulare le offerte Operator Attack è riconosciuta come una criticità anche dall’AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni), tramite un atto di indirizzo generale, mentre la stessa Commissione europea, nel valutare la fusione tra Wind e 3 Italia, ha giudicato come “potenzialmente idonea a sostenere un equilibrio collusivo”.
In questo modo, l’Articolo 13 del testo del DDL Concorrenza approvato dal Senato è diventato il seguente:
Art. 13. (Disposizioni in materia di obbligo di non discriminazione in ragione del fornitore di provenienza)
1. All’articolo 98-duodecies del codice delle comunicazioni elettroniche, di cui al decreto legislativo 1° agosto 2003, n. 259, è aggiunto, in fine, il seguente comma:
“1-bis. I fornitori di reti o servizi di comunicazione elettronica non possono utilizzare le informazioni acquisite per il tramite del database per la portabilità dei numeri mobili, nonché quelle comunque acquisite per esigenze di carattere propriamente operativo, per formulare offerte agli utenti finali aventi a oggetto requisiti o condizioni generali di accesso o di uso di reti o servizi, comprese le condizioni tecnico-economiche, che risultino differenti in ragione del fornitore di rete o servizio di comunicazione elettronica di provenienza”.
Adesso, l’iter del DDL Concorrenza proseguirà alla Camera dei Deputati, a cui il testo è stato assegnato il 20 Novembre 2023.
Dunque, dopo l’approvazione del Senato, prima di diventare legge il DDL Concorrenza dovrà essere approvato anche dalla Camera.
Non è quindi escluso che, durante l’iter legislativo della Legge sulla Concorrenza, ci possano essere modifiche relative proprio al testo sulle offerte Operator Attack o che la norma approvata dal Senato venga rimossa dal testo definitivo.
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