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I-Com, nuovo studio Futur#Lab sul 5G: Private Network tra le innovazioni con più potenziale

Oggi, 20 Novembre 2023, l’Istituto per la Competitività (I-Com) ha rilasciato un nuovo studio sullo stato della tecnologia 5G in Italia, realizzato in collaborazione con Join Group nell’ambito del progetto Futur#Lab, promosso insieme all’operatore WINDTRE e con la partnership di Ericsson ed INWIT.

Il report, intitolato I modelli di business del 5G: come incrociare domanda e offerta (ecco il documento completo), è stato presentato a Roma nel corso della terza tavola rotonda del 2023 dedicata al progetto Futur#Lab, alla quale hanno partecipato, tra gli altri, il Presidente di I-Com, Stefano da Empoli e il Direttore External Affairs and Sustainability di WINDTRE, Roberto Basso, insieme al Senior Business Advisor di Join Group, Enrico Barsotti e la Vicepresidente di I-Com Silvia Compagnucci, che hanno illustrato la ricerca, mentre il dibattito è stato moderato dal Presidente di Join Group Alessandra Bucci.

Alla presentazione erano inoltre presenti il Professore di Telecomunicazioni del Politecnico di Milano Antonio Capone, il Professore di Strategy, Entrepreneurship and Governance della SDA Bocconi Carlo Alberto Carnevale Maffé, il CEO di Open Gate Italia Laura Rovizzi, l’External Relations, Communication & Sustainability Director di Inwit Michelangelo Suigo, il Deputato di Azione-Italia Viva-Renew Europe e Segretario della Commissione Finanze Mauro Del Barba e il Dirigente Divisione Attività Internazionale e Pianificazione delle Frequenze della Direzione Generale per le Tecnologie delle Comunicazioni e la Sicurezza Informatica del Ministero delle Imprese e del Made in Italy Umberto Mascia.

Dall’indagine, in particolare, emerge come, a livello globale, si siano già colti vari segnali di monetizzazione per quanto riguarda il 5G nel segmento consumer, ma in Italia tuttavia, sottolinea la ricerca, per via della presenza di una concorrenza piuttosto ampia, neanche l’introduzione della tecnologia cellulare di quinta generazione è riuscita a frenare il crollo dei fatturati.

Nel Paese, infatti, secondo quanto riportato nello studio, tra il 2018 e il 2022 i ricavi del settore TelCo si sono ridotti del 13,7%, passando da 31,2 miliardi di euro a 26,9 miliardi di euro. Un calo che ha interessato sia le comunicazioni fisse che mobili, le quali, nel quinquennio di riferimento, hanno perso in particolare il 20,4% dei ricavi.

Per questo motivo, a detta di I-Com, la prospettiva di aumento delle sottoscrizioni al servizio, nel caso specifico dell’Italia, non avrà gli stessi effetti positivi che sono invece stati registrati in altri paesi.

Parlando di 5G, tra le innovazioni legate alla tecnologia con maggiori potenzialità, per il report spiccano le Private Network (Reti Private), progettate specificamente per un’organizzazione aziendale con l’obiettivo di soddisfarne le necessità in termini di copertura, prestazioni e sicurezza.

Da quanto emerso dallo studio dell’Istituto per la Competitività, i benefici principali che le imprese ravvisano in questo tipo di tecnologia sono un maggior controllo e configurazione di rete, risorse e operazioni, una migliore affidabilità e resilienza della rete e una migliore privacy e sicurezza.

Secondo i dati raccolti dalla Global Mobile Suppliers Association (GSA), in particolare, alla fine del terzo trimestre del 2022 risultavano essere state implementate 955 reti private in tutto il mondo, con un aumento di circa il 32% rispetto al 2021 e del 123% rispetto al 2020.

Seppur in ritardo rispetto ad altri paesi europei, come Francia e Germania, anche in Italia si sta ultimamente assistendo alle prime realizzazioni di reti private 5G. Di queste, ha ricordato I-Com, ne è un esempio la collaborazione tra WINDTRE Business e il terminal Psa Italy di Genova Prà, che punta a realizzare nei prossimi anni uno Smart Port a Genova basato su una Private Network 5G.

Nello specifico, secondo gli ultimi dati dell’European 5G Observatory, risalenti a Settembre 2023, sono state effettuate 94 implementazioni di reti private mobili aziendali, dislocate in 21 Stati Membri UE con una maggiore concentrazione in Germania (20) e in Francia (13), mentre lungo lo Stivale ne risultano attive solo 4.

Da un punto di vista settoriale, dall’analisi di I-Com emerge una netta prevalenza dell’industria, che conta 50 casi, mentre al secondo posto si trova il comparto dei trasporti, con 20 reti private 5G attualmente attive.

Nell’ottica del miglioramento della copertura delle reti 5G, l’indagine condotta nell’ambito di Futur#Lab sottolinea una crescente richiesta di connettività mobile con requisiti di maggiore pervasività e prestazioni, rendendo quindi necessario lo sviluppo di coperture indoor dedicate.

Il report suggerisce quindi l’introduzione dei cosiddetti DAS (Distributed Antenna System), che migliorano la ricezione del segnale degli operatori mobili in aree particolarmente affollate o dove il segnale non risulta sufficiente ad assicurare una ricezione ottimale, come in ospedali, musei, centri commerciali o stadi.

Come spiegato da I-Com nel suo nuovo studio, inoltre, le coperture DAS sono possono essere utili anche per lo sviluppo delle reti private, che possono sfruttare la stessa infrastruttura di copertura, utilizzando sia le frequenze dedicate che quelle pubbliche, con vantaggi di ottimizzazione dei costi e degli impatti visivi.

Di seguito, le parole di Stefano da Empoli, Presidente di I-Com, che ha dichiarato:

Il 2024 può essere l’anno delle reti private 5G: la tecnologia è matura, i benefici sono chiari, già quest’anno abbiamo visto le prime realizzazioni pratiche.

La combinazione di questi fattori può portare a una rapida crescita della diffusione di questa applicazione della nuova generazione di connessioni, che ricordiamolo sono fattore abilitante dell’intelligenza artificiale e di altre tecnologie decisive per la trasformazione digitale.

Il Governo può dare un impulso decisivo all’accelerazione attraverso un piano “Transizione 5.0” che dovrebbe includere tra le spese agevolate anche quelle relative alla connettività, colpevolmente esclusa dai precedenti provvedimenti.

Come ultimo punto, l’ultimo report di I-Com analizza anche il ruolo giocato dagli incentivi per la transizione digitale nell’avvicinare le imprese verso le nuove tecnologie.

Tuttavia, come anche sottolineato dal Presidente Stefano da Empoli, tra le agevolazioni fiscali previste finora sono state escluse le spese di connettività. L’Istituto per la Competitività, auspica dunque l’intervento del Governo per contribuire ad accelerare la diffusione delle reti private, attraverso il piano Transizione 5.0.

Queste politiche di sostegno, secondo la ricerca, dovrebbero concentrarsi principalmente sulle piccole e medie aziende, che non sono in grado di attivare progetti complessi, ma che in questo modo verrebbero avviate sulla strada della digitalizzazione.

In Italia in particolare, ha spiegato I-Com, sono presenti un totale di circa 4 milioni di microimprese, che rappresentano quasi il 95% delle aziende attive sul territorio e più del 26% del valore aggiunto realizzato.

Editing Mattia Castro

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