ASSTEL e Legambiente: i pareri delle Associazioni sull’innalzamento dei limiti elettromagnetici
Oggi, 27 Ottobre 2023, è stata approvato in IX Commissione del Senato l’emendamento al DDL Concorrenza, che consente l’innalzamento dei limiti di esposizione ai campi elettromagnetici in Italia, attualmente pari a 6 V/m, dieci volte inferiori al limite massimo di 61 V/m stabilito a livello internazionale.
A seguito della notizia sull’approvazione della misura presentata dal Governo, da parte della Commissione Industria, Commercio, Turismo, Agricoltura e Produzione Agroalimentare del Senato, si è espressa l’associazione di categoria Assotelecomunicazioni ASSTEL, condividendo con una nota la sua posizione sulla questione.
ASSTEL, in particolare, ha fatto sapere di aver apprezzato l’impegno dell’Esecutivo sul tema, dichiarando che l’approvazione di questo emendamento costituisce un importante segnale per lo sviluppo e l’avanzamento del settore TelCo del Paese, considerando che in Italia, ha ricordato l’Associazione, le attuali normative riguardanti i limiti alle emissioni elettromagnetiche sono tra le più restrittive in Europa.
Di seguito, si riporta integralmente la nota diramata oggi, 27 Ottobre 2023, da Assotelecomunicazioni ASSTEL, in merito all’innalzamento dei limiti elettromagnetici da poco approvato in Commissione al Senato:
L’approvazione dell’emendamento al Ddl Concorrenza, in IX Commissione del Senato, che consente l’innalzamento dei limiti di esposizione ai campi elettromagnetici, costituisce un passo importante per la Filiera delle Telecomunicazioni.
L’Italia si muove nella direzione delle indicazioni europee, rispetto alle quali scontiamo ritardi decennali. Nel nostro Paese il limite di emissione per i campi elettromagnetici è fermo dal 2003 a 6 V/m, risultando il più restrittivo tra i Paesi dell’Unione Europea.
Questa misura rappresenta un segnale significativo per lo sviluppo e per l’innovazione del Paese.
Apprezziamo l’attenzione del Governo su questo importante intervento e auspichiamo che il percorso legislativo possa concludersi positivamente.
Sull’argomento si è pronunciata anche Legambiente, che attraverso un comunicato pubblicato ieri, 26 Ottobre 2023, quindi prima dell’effettiva approvazione dell’emendamento, ha tuttavia dichiarato la sua contrarietà alla misura.
A detta di Legambiente, per la precisione, quella italiana è una delle norme “più cautelative in tema di campi elettromagnetici“, che con l’approvazione in Commissione della modifica al DDL Concorrenza, tra l’altro proposta a Luglio 2023 anche dall’Antitrust, il Governo si appresta a rivisitare “in barba alle attenzioni poste dalla comunità scientifica, dalle associazioni e dai comitati e degli stessi cittadini preoccupati per la loro salute”.
Ecco, nel dettaglio, le parole di Stefano Ciafani, Presidente Nazionale Legambiente, che in merito all’ormai prossimo innalzamento dei limiti elettromagnetici in Italia ha dichiarato:
Eppure come ribadito da anni attraverso lettere alle Commissioni e ai parlamentari di tutte le forze politiche, petizioni e incontri pubblici non esiste nessuna ragione tecnica per innalzare i limiti elettromagnetici che secondo quanto proposto dalla maggioranza verranno portati da 6 a 15 V/m, tra l’altro senza alcun riferimento scientifico e senza fare un passo indietro sulle tecniche di misurazione.
Siamo, infatti, l’unico Paese in Europa che misura i campi sulla media delle 24 ore invece che sulla media dei 6 minuti. Si tratta di una scelta insensata che accontenta le richieste di parte dell’industria del settore, ma che può costituire un vero boomerang per lo sviluppo digitale nazionale oltre che potenzialmente pericolosa per la salute della popolazione, considerando che le ultime ricerche mettono ben in evidenza come gli attuali 6 V/m siano cautelativi.
Al Governo e al Parlamento torniamo a ribadire l’importanza di aprire un tavolo di lavoro e di confronto per ragionare sulle possibili strategie da mettere in campo, per raggiungere gli auspicabili e fondamentali obiettivi di digitalizzazione del Paese, mettendo in primo piano la salute dei cittadini.
Con questo innalzamento dei limiti rischiamo di aumentare il livello di allarme e conflitto sul territorio rispetto alla necessaria realizzazione delle infrastrutture per la nuova rete, a tutto svantaggio dell’obiettivo condiviso di superare il divario digitale che contraddistingue diverse aree del Paese.
Queste, invece, la dichiarazione di Katiuscia Eroe, Responsabile Energia di Legambiente, che il 26 Ottobre 2023 ha affermato:
Il Governo si appresta a scegliere la strada più facile a danno della popolazione. Una scelta che non tutela affatto la popolazione da possibili rischi, e che serve solo a far risparmiare i grandi gestori che, secondo gli studi da loro stessi sostenuti, avrebbero dovuto spendere tra i 3 e i 4 miliardi di euro per reingegnerizzare e/o collocare oltre 24700 antenne.
Numerosa la letteratura scientifica che non viene presa in considerazione con questa scelta e che sottolinea effetti avversi non termici correlati alla esposizione ai campi elettromagnetici artificiali emessi da apparati radioelettrici (come tumori, malattie neurodegenerative, deficit di attenzione e memoria, elettrosensibilità, disturbi cardiocircolatori, danni alla fertilità maschile e femminile, danni al DNA – vedi, a titolo di esempio, Bioinitiative Report 2012-20222), nonché con riferimento alle nuove tecnologie di comunicazione mobile (STOA 20213 – IEEE 20234).
Legambiente, che non è affatto sola in questa battaglia ma accompagnata dalla Rete 6 V/m per 6 minuti e da numerosi scienziati e ricercatori, esprime la netta contrarietà a questa scelta, che non ha nessun presupposto né tecnico né tanto meno scientifico.
Infatti, non esiste neanche il fantomatico problema della saturazione degli spazi elettromagnetici. Gli operatori TLC, all’atto di presentare ad Arpa un progetto ai fini del nulla osta radioelettrico, non dichiarano mai il valore effettivo che produrrà quell’impianto, ma la potenza massima che consente di non sforare il limite in vigore, in modo di accaparrarsi tutta la capacità trasmissiva, evitando che la concorrenza possa utilizzarla.
Si precisa in ogni caso, che l’emendamento che nei prossimi mesi consentirà l’innalzamento dei limiti elettromagnetici è stato al momento approvato soltanto in Commissione. Prima di divenire effettivamente una legge, in particolare, la misura dovrà seguire l’apposito iter legislativo, che prevede prima l’approvazione in aula dal Senato e poi il passaggio alla Camera.
Non è escluso, quindi, che prima di essere approvato definitivamente l’emendamento possa passare attraverso ulteriori modifiche.
Editing Mattia Castro
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