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Telefonia Mobile, stop alle offerte Operator Attack? Approvato emendamento al DDL Concorrenza

Nei prossimi mesi, il mercato della telefonia mobile italiano potrebbe dover dire addio alla pratica delle offerte di tipo Operator Attack, cioè quelle riservate solo ai clienti provenienti da alcuni specifici operatori, in quanto la Commissione Industria, Commercio, Turismo, Agricoltura e Produzione Agroalimentare del Senato ha approvato un emendamento al DDL Concorrenza riguardante proprio lo stop alle offerte Operator Attack.

Dunque, oltre all’emendamento approvato dalla stessa Commissione del Senato per innalzare i limiti di emissione elettromagnetica in Italia, negli ultimi giorni è passato anche un emendamento relativo anche alle offerte di tipo Operator Attack nella telefonia mobile, in entrambi i casi seguendo le indicazioni proposte dall’Antitrust.

Si ricorda infatti che, come già raccontato da MondoMobileWeb, nell’ambito della predisposizione della Legge annuale sulla Concorrenza, l’Autorità Antitrust aveva comunicato al Governo alcune proposte di riforma concorrenziale, fra cui, per quanto riguarda i servizi di comunicazione elettronica, anche il divieto di effettuare offerte Operator Attack riservate solo ad alcuni operatori e l’innalzamento dei limiti alle emissioni elettromagnetiche presenti in Italia.

Per quanto riguarda le offerte Operator Attack, l’Antitrust proponeva al Governo l’obbligo di non discriminazione in ragione del fornitore di provenienza, che riguarda in particolar modo le offerte di telefonia mobile di tipo Operator Attack, ossia quella tipologia di offerte “underground” commercializzate al di fuori del portafoglio standard degli operatori, che in questo caso vengono proposte a chi richiede la portabilità del numero provenendo da determinati altri operatori.

Secondo il parere di AGCM, lo strumento ritenuto “più efficace e rapido” per vietare le offerte Operator Attack degli operatori di telefonia mobile sarebbe l’introduzione di una specifica norma.

In particolare, l’Antitrust aveva suggerito al Governo di integrare il già esistente divieto di discriminazione previsto dall’articolo 98-duodecies del d.lgs. n. 207/2021 “Attuazione della direttiva (UE) 2018/1972 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’11 dicembre 2018, che istituisce il Codice europeo delle comunicazioni elettroniche (rifusione)”, aggiungendo un comma relativo alla discriminazione, anche nelle condizioni tecnico-economiche, basate sul fornitore di rete o servizio di comunicazione elettronica di provenienza.

L’obiettivo della norma suggerita dall’Antitrust è quindi quello di impedire tali condotte commerciali, rese possibili solo in virtù della conoscenza di informazioni disponibili per alcuni operatori, in modo tale che non determinino il progressivo deterioramento del livello di concorrenza nei servizi di telefonia mobile.

L’emendamento approvato dalla Commissione Industria del Senato

Adesso, il disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza 2022 (DDL Concorrenza) è in corso di esame al Senato presso la nona Commissione permanente (Industria, Commercio, Turismo, Agricoltura e Produzione Agroalimentare).

Nell’ambito della valutazione al Senato, la suddetta Commissione ha approvato un emendamento al DDL Concorrenza riguardante proprio le offerte Operator Attack, seguendo quanto era stato richiesto dall’Antitrust.

In particolare, gli identici emendamenti 6.0.40 (firmatari i Senatori Pogliese, Amidei, Fallucchi e Maffoni) e 6.0.41 (firmatari i Senatori Bizzotto e Cantalamessa) sono stati approvati dalla Commissione del Senato nella seduta del 24 Ottobre 2023.

Di seguito il testo degli emendamenti approvati, relativi allo stop alle offerte di tipo Operator Attack:

Dopo l’articolo, inserire il seguente:

Art. 6-bis

(Disposizione in materia di obbligo di non discriminazione in ragione del fornitore di provenienza)

1. All’articolo 98-duodecies del codice delle comunicazioni elettroniche, di cui al decreto legislativo 1° agosto 2003, n. 259, è aggiunto, in fine, il seguente comma:

“1-bis. I fornitori di reti o servizi di comunicazione elettronica non applicano agli utenti finali requisiti o condizioni generali di accesso o di uso di reti o servizi, comprese le condizioni tecnico-economiche, che risultino differenti in ragione del fornitore di rete o servizio di comunicazione elettronica di provenienza”.

Dunque, adesso nel DDL Concorrenza è stata inserita la modifica al Codice delle Comunicazioni Elettroniche che potrebbe sancire lo stop alle offerte di tipo Operator Attack nella telefonia mobile.

Al momento, infatti, l’emendamento è stato solamente approvato in Commissione, mentre il DDL Concorrenza dovrà seguire l’apposito iter legislativo, che prevede prima l’approvazione in aula dal Senato e poi il passaggio alla Camera. Dunque, prima di diventare legge, il DDL Concorrenza dovrà essere approvato sia dal Senato che dalla Camera.

Non è quindi escluso che, durante l’iter legislativo della Legge sulla Concorrenza, ci possano essere modifiche relative proprio al testo sulle offerte Operator Attack o che la norma inserita con questo emendamento venga rimossa dal testo definitivo.

Le motivazioni che aveva fornito l’Antitrust

Nel motivare la sua proposta, l’Antitrust ricordava che nel corso degli ultimi anni ha ricevuto segnalazione di alcune offerte “particolarmente aggressive, cosiddette operator attack, praticate dagli operatori incumbent della telefonia mobile ai clienti provenienti dai concorrenti minori.

Come specificava l’AGCM, si tratta di offerte “mirate” in particolare ai clienti degli operatori virtuali (MVNO) o comunque degli operatori di telefonia mobile entrati di recente sul mercato, quindi non destinate a tutti i clienti degli altri operatori, a cui vengono proposti prezzi più bassi o Giga aggiuntivi.

L’Autorità ricordava inoltre che la pratica delle offerte Operator Attack è riconosciuta come una criticità anche dall’AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni), tramite un atto di indirizzo generale, mentre la stessa Commissione europea, nel valutare la fusione tra Wind e 3 Italia, ha giudicato come “potenzialmente idonea a sostenere un equilibrio collusivo”.

Secondo quanto aveva affermato l’Autorità Antitrust, questa procedura può prestarsi a un utilizzo improprio delle informazioni sulla portabilità raccolte nel database per esigenze di carattere propriamente operativo.

L’AGCM sosteneva inoltre che l’utilizzo delle offerte Operator Attack può avere un effetto estremamente negativo sullo sviluppo della concorrenza nella telefonia mobile, contribuendo a bloccare lo sviluppo degli operatori nuovi entranti e al limite a provocare l’uscita dal mercato di alcuni di essi, facendo venire meno quello stimolo concorrenziale nei confronti degli operatori tradizionali che ha fin qui apportato numerosi benefici ai consumatori finali.

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