Nel corso dei prossimi 24 mesi, TIM si appresta a dismettere oltre 1300 centrali in rame nell’ambito del suo piano di decommissioning. Per queste centrali, l’AGCOM ha infatti pubblicato le tempistiche di preavviso da dare prima di poter effettuare lo switch off, che vanno dai 12 ai 24 mesi, previste dall’apposita delibera.
L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) lo ha reso noto nella giornata di oggi, 4 Ottobre 2023, con la pubblicazione sul sito della delibera 238/23/CONS (ecco il documento completo), il cui documento risale in realtà al 27 Settembre 2023, recante “Pubblicazione ai sensi dell’art. 50, commi 2 e 6, della delibera n. 348/19/CONS, dell’esito delle verifiche e del tempo di preavviso per 1.342 centrali locali di TIM S.p.A. oggetto di istanza di decommissioning”.
Grazie alla delibera pubblicata nelle ultime, come previsto dall’Articolo 50, comma 6, della delibera 348/19/CONS, è stato reso noto l’esito delle verifiche e il tempo di preavviso per 1342 centrali locali di TIM oggetto di istanza di decommissioning.
Si ricorda che con la Delibera AGCOM 348/19/CONS, l’Autorità aveva approvato già a Luglio 2019 il piano di decommissioning per la rete di accesso in rame di TIM, ovvero lo switch-off di una parte delle centrali locali per la migrazione dei servizi sulla rete in fibra.
Con la delibera 348/19/CONS l’Autorità ha stabilito anche le condizioni regolamentari propedeutiche all’attuazione del Piano di decommissioning di TIM, necessarie a “preservare le condizioni di competizione nel mercato dell’accesso”.
Nello specifico, l’Autorità ha imposto a TIM di annunciare con un adeguato anticipo, rispetto all’avvio della procedura tecnica di migrazione, l’intenzione di spegnere una centrale di accesso, graduando la durata di tale periodo di anticipo in base alle specifiche condizioni di competizione presenti nel mercato (Art. 50 della delibera): 12 mesi per lo spegnimento di una centrale dove sono acquistati i soli servizi cosiddetti bitstream, nel qual caso l’impatto della migrazione sugli operatori alternativi è limitato; 18 mesi nel caso di centrali dove sono acquistati i servizi ULL, che hanno richiesto una maggiore intensità di investimento; 24 mesi nel caso di aree dove sono presenti investimenti di natura pubblica per le reti a banda ultralarga.
L’Autorità ha anche imposto specifiche condizioni preliminari all’annuncio di spegnimento di una centrale: il raggiungimento di una disponibilità di servizi NGA per il 100% delle linee attestate alla centrale e una percentuale di migrazione di un livello sostanziale (60%) di adozione dei servizi a banda ultralarga già raggiunto presso le centrali oggetto di annuncio.
Come previsto dall’Articolo 50, comma 6, della delibera 348/19/CONS, gli Uffici dell’AGCOM hanno effettuato delle verifiche presso la sede di TIM in data 8 Maggio, 30 Maggio 2023, 28 Giugno e 12 Luglio 2023, con cui è stato rilevato quanto segue:
Dunque, secondo le verifiche realizzate dall’AGCOM, in 1342 centrali delle 1370 oggetto di controllo risultano soddisfatti i requisiti di copertura NGA e di percentuale di migrazione dei clienti retail di TIM e di altri operatori che utilizzano servizi wholesale NGA di TIM, come previsto dall’articolo 50 della delibera 348/19/CONS.
Pertanto, con l’Allegato A (ecco il documento completo), alla delibera odierna, è stata pubblicata la lista delle 1342 centrali locali di TIM che potranno essere oggetto di decommissioning, secondo le tempistiche indicate per ognuna.
In questo modo, in seguito alle tempistiche di preavviso indicate nel documento, per queste centrali potrà effettivamente avvenire la dismissione.
Nello specifico, come stabilito dalla delibera AGCOM 238/23/CONS, per le 1342 centrali indicate nell’Allegato A il relativo processo tecnico di switch-off annunciato da TIM può iniziare decorse le tempistiche, dettagliate nel documento, a partire dalla pubblicazione provvedimento sul sito dell’Autorità, cioè a partire da oggi 4 Ottobre 2023.
Nel corso della Conference Call del 3 Agosto 2023 con cui il Gruppo TIM ha presentato i risultati del secondo trimestre del 2023, era stata citata l’intenzione di accelerare il piano di dismissione delle centrali in rame.
Infatti, in merito al piano di trasformazione del Gruppo, l’Amministratore Delegato di TIM Pietro Labriola aveva affermato che una delle nuove leve di trasformazione dei costi è lo smantellamento del rame, aspetto su cui l’azienda si è concentrata molto di più negli ultimi mesi e che produrrà risultati visibili nei prossimi anni.
In particolare, per quanto riguarda il piano di decommissioning del rame, per cui TIM ha proposto una revisione per accelerare i tempi della dismissione delle centrali (che dovrà essere approvata dalle Autorità), l’operatore affermava di aspettarsi una riduzione del tempo di preavviso da dare agli OLO (gli altri operatori) prima della disattivazione delle tecnologie basate sul doppino telefonico.
Inoltre, nel nuovo piano proposto da TIM, l’obiettivo, definito “ambizioso” da Labriola, è quello di arrivare alla chiusura completa entro il 2028 di quasi 7mila centrali (nelle slide veniva indicato circa 6700), che rappresentano circa il 64% delle centrali totali.
Tutto ciò consentirà a TIM di ottenere un risparmio di circa il 25% sugli attuali consumi energetici (circa 450 GWh all’anno).
Questo piano, oltre che i clienti TIM, coinvolge chiaramente anche i clienti degli altri operatori che si appoggiano alla rete TIM.
Come raccontato da MondoMobileWeb, dopo una prima fase che da Luglio 2021 aveva coinvolto i clienti esclusivamente nella provincia di Taranto, nel mese di Ottobre 2021 la migrazione da ADSL a FTTC o Fibra era partita anche per i clienti TIM di diverse parti d’Italia.
Di recente, ad Aprile 2023, sono partite le sostituzioni anche per alcuni clienti di rete fissa WINDTRE, mentre a Settembre 2023 sono cominciati gli avvisi anche per alcuni clienti di rete fissa Vodafone coinvolti dalla migrazione verso tecnologie superiori.
L’Autorità, nella riunione di Consiglio del 27 settembre 2023, ha approvato, con il voto contrario della Commissaria Elisa Giomi, gli esiti delle attività di vigilanza condotte su un secondo lotto di centrali locali in rame per le quali TIM ha comunicato l’intenzione di procedere allo switch-off della rete primaria in rame. Le verifiche svolte hanno accertato che n. 1342 centrali risultano rispettare i requisiti previsti dalla regolamentazione vigente, in termini di copertura NGA e percentuale di migrazione dei clienti dal rame alla fibra, per avviare il relativo processo di decommissioning.
TIM ha proposto, sin dal 2017, un Piano per il progressivo decommissioning della sua rete di accesso in rame che prevede la chiusura di circa 6.000 delle 10.000 centrali di accesso della rete.
I clienti finali – collegati alle centrali oggetto di switch-off – continueranno ad usufruire dei servizi di accesso alla rete fissa, ma saranno migrati, nella quasi totalità dei casi, sulla nuova rete in fibra ottica (Fiber to the Home o di tipo misto fibra-rame Fiber to the Cabinet), o, in casi marginali, sulla rete misto fibra-wireless (Fixed Wireless Access).
Le procedure, i requisiti e le tempistiche relative all’attuazione del Piano, individuate al fine di preservare le condizioni di competizione nel mercato dell’accesso, sono regolate dalla Delibera n. 348/19/CONS del 18 luglio 2019, recante Analisi coordinata dei mercati dei servizi di accesso alla rete fissa ai sensi dell’articolo 50 ter del Codice.
L’elenco delle 1.342 centrali, che si aggiungono alle 62 già valutate e approvate con la Delibera n. 34/21/CONS, è stato pubblicato sul sito web dell’Autorità, con la Delibera n. 238/23/CONS anche ai fini dei necessari tempi di preavviso al mercato, al solo decorrere dei quali potrà essere avviato il processo di migrazione.
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