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TIM Conference Call: cosa ha detto l’AD Labriola su cessione NetCo e consolidamento tlc in Italia

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Tramite la consueta Conference Call del Gruppo TIM, con cui sono stati presentati i risultati finanziari del secondo trimestre del 2023, l’AD Pietro Labriola ha parlato anche dell’iter di cessione della NetCo e delle possibilità di consolidamento del mercato di telefonia mobile in Italia.

L’evento con cui è stato presentato alla comunità finanziaria l’aggiornamento trimestrale dei risultati di TIM si è tenuto alle ore 11:00 del 3 Agosto 2023.

L’Amministratore Delegato e Direttore Generale di TIM, Pietro Labriola, insieme con il Chief Financial Officer (CFO) Adrian Calaza, ha condotto la presentazione (ecco il documento completo con le slide), con cui sono stati illustrati i risultati finanziari del Gruppo TIM del secondo trimestre del 2023, cioè fino al 30 Giugno 2023, approvati dal CDA del 2 Agosto 2023.

Dunque, oltre alla questione dell’aumento dei prezzi tramite le rimodulazioni ai già clienti e l’andamento positivo di TIM nel mercato italiano durante il trimestre in questione, gli argomenti principali trattati dal management del Gruppo sono stati la cessione della NetCo, cioè la società della rete TIM, e il consolidamento del mercato delle telecomunicazioni in Italia, in particolare relativamente alla possibile riduzione degli operatori di rete mobile.

I commenti sulla situazione di TIM in Italia

Innanzitutto, l’Amministratore Delegato Pietro Labriola ha preso la parola per fornire l’aggiornamento sull’andamento dell’azienda, concentrandosi in particolare sulla performance del mercato italiano, dove nel secondo trimestre del 2023 i ricavi sono tornati a crescere.

Labriola ha affermato che la performance di TIM nel secondo trimestre 2023 “non è un lampo nella notte, ma il risultato di uno sforzo solido e continuo di tutta l’azienda”, aggiungendo che, come si può vedere dal miglioramento degli indicatori trimestre dopo trimestre, “la direzione di marcia è molto chiara”.

L’AD di TIM ha tuttavia aggiunto: naturalmente questo non basta, possiamo e dobbiamo fare meglio, riportando il domestic business a una crescita strutturale. Non c’è dubbio che le attività italiane stiano migliorando costantemente, e a metà del 2023 stiamo mantenendo ciò che abbiamo promesso.

Secondo Labriola l’accelerazione di TIM Domestic nel secondo semestre del 2023 contribuirà sempre di più ai risultati dell’intero Gruppo.

Per quanto riguarda la business unit TIM Consumer, Pietro Labriola ha ricordato la strategia “Customer as a Platform”, volta all’offerta di un portafoglio di servizi oltre il core business con l’obiettivo di aumentare la fedeltà della base clienti e di generare nuovi flussi di ricavi. In particolare, nella presentazione è stato sottolineato come TIM abbia già cominciato a vendere delle polizze assicurative nei suoi negozi da Luglio 2023.

Per quanto riguarda invece il piano di trasformazione del Gruppo TIM, l’Amministratore Delegato ha affermato che una delle nuove leve di trasformazione dei costi è lo smantellamento del rame, aspetto su cui l’azienda si concentrata molto di più negli ultimi mesi e che produrrà risultati visibili nei prossimi anni.

In particolare, per quanto riguarda il piano di decommissioning del rame, per cui TIM ha proposto una revisione per accelerare i tempi della dismissione delle centrali (che dovrà essere approvata dalle Autorità), l’operatore si aspetta una riduzione del tempo di preavviso da dare agli OLO (gli altri operatori) prima della disattivazione delle tecnologie basate sul doppino telefonico.

Inoltre, nel nuovo piano proposto da TIM, l’obiettivo, definito “ambizioso” da Labriola, è quello di arrivare alla chiusura completa entro il 2028 di quasi 7mila centrali (nelle slide viene indicato circa 6700), che rappresentano circa il 64% delle centrali totali. Tutto ciò consentirà a TIM di ottenere un risparmio di circa il 25% sugli attuali consumi energetici (circa 450 GWh all’anno).

Inoltre, Pietro Labriola sottolinea che TIM ha anticipato di 3 anni la chiusura di 15mila cabine telefoniche pubbliche, in quanto sarà completata entro la fine del 2023 invece che al 2026.

Infine, nelle sue conclusioni al termine della presentazione, l’AD Labriola, oltre a sottolineare che la guidance per il 2023 è “confermata e ribadita”, ha voluto ringraziare tutti i dipendenti e il management TIM per i risultati raggiunti, ricordando che “meno di due anni fa erano considerati irraggiungibili” mentre il contesto macroeconomico stava ponendo le basi per una “tempesta perfetta”.

In più, l’Amministratore Delegato ha aggiunto che l’azienda deve essere “orgogliosa” dei risultati raggiunti finora, ma che si tratta solo dell’inizio, in quanto l’obiettivo del management è quello di “rimettere il Gruppo nella carreggiata della crescita strutturale, e crediamo di poter raggiungere tale obiettivo”.

Le parole sull’iter di cessione della NetCo

Per quanto riguarda il piano di Delayering per la cessione di NetCo (segmento che nel secondo trimestre 2023 ha visto trend positivo dei ricavi grazie ai nuovi prezzi regolamentati del 2023 e all’accordo commerciale con Open Fiber), l’azienda afferma che tutto sta procedendo secondo i programmi stabiliti: dopo la decisione del CdA di TIM dello scorso 22 Giugno 2023 di avviare in esclusiva la negoziazione con KKR, sono in corso tutte le attività necessarie per arrivare alla ricezione di un’offerta conclusiva vincolante entro e non oltre il prossimo 30 Settembre 2023.

Pietro Labriola ha voluto sottolineare che le “attività sono numerose e molto complesse”, e che “in tutta onestà, 3 mesi dal conferimento dell’esclusiva a KKR e la deadline per l’offerta vincolante sono appena sufficienti per svolgere tutte le attività necessarie”.

Nonostante ciò, l’AD specifica che l’azienda è in linea con i tempi e non si prevedono ritardiL’aspettativa di TIM è quella di ricevere pareri favorevoli dall’azienda e dalle Autorità regolatorie dopo circa 9/12 mesi dal ricevimento dell’offerta vincolante.

Durante la sessione di domande e risposte, in merito proprio alla tempistica indicata nella presentazione, Labriola ha affermato che TIM non si aspetta problemi a livello di Antitrust, ma che dato che la NetCo ancora non è un’azienda e bisognerà fare uno scorporo, dei tempi indicati almeno 6 mesi vanno via solo per le leggi italiane.

Pietro Labriola ha affermato che gli aspetti importanti della cessione della NetCo sono il valore che verrà dato alla rete e la sostenibilità finanziaria e industriale di ciò che rimarrà nella ServiceCo, quest’ultima una delle leve dei negoziati per il contratto wholesale previsto all’interno dell’accordo per la NetCo.

Le considerazioni dell’AD di TIM sul possibile consolidamento del mercato in Italia

Durante il Q&A della conference call, è stata citata l’intervista rilasciata da Pietro Labriola a Il Sole 24 Ore proprio in occasione della pubblicazione dei risultati del secondo trimestre del 2023, in cui l’AD di TIM in merito al consolidamento del mercato italiano delle telecomunicazioni ha affermato di auspicare un passaggio dagli attuali 5 (TIM, Vodafone, WINDTRE, Iliad e Fastweb) a 3 operatori di rete mobile in Italia, per rilanciare il settore tlc.

Inoltre, in questo contesto di possibili acquisizioni o fusioni, Labriola affermava di essere ottimista sul fatto che TIM potrà giocare un ruolo da cacciatore e non da preda.

Per fornire dei chiarimenti su queste parole, Labriola ha risposto che il consolidamento del mercato è una tendenza europea, in quanto “se in tutti gli altri paesi si parla di riparare il mercato tramite il consolidamento, e se si considera che il mercato italiano è il più complesso e spesso il più irrazionale, allora perché non prevedere che questo possa essere il prossimo livello?.

L’AD di TIM cita i numeri pubblicati in questo periodo da alcuni dei concorrenti, e sottolinea che guardando le loro cifre nessuno può essere soddisfatto dal risultato di questo ambiente di mercato, dovuto ad una condizione di sovraffollamento del mercato e alle regole che vanno cambiate, che è una cosa su cui stiamo lavorando”.

Labriola specifica che se ci dovesse essere una “riparazione di mercato” in Italia, in ogni caso anche se TIM dovesse rimanere passiva guadagnerebbe qualcosa da questo processo, mentre essere attivi permetterebbe a TIM di avere una migliore condizione.

Tuttavia, secondo l’AD Labriola è necessario che TIM venda la sua rete, altrimenti diventa difficile che l’operatore possa essere essere attivo nel processo di consolidamento, in quanto rimarrebbe soltanto passivo a causa di alcune limitazioni dovute all’Antitrust.

In merito al sovraffollamento del mercato, Labriola sottolinea che si tratta di un argomento di cui parlano tutti i player telco in Europa.

L’AD di TIM porta l’esempio di ciò che è successo in Brasile dopo il consolidamento del mercato, sostenendo che è stata una cosa “utile anche per i consumatori e il Paese”, in quanto il Brasile adesso è “il Paese con la rete 5G più avanzata grazie al 5G Standalone, che sarà un vantaggio per la popolazione e la nazione”.

Labriola sottolinea quindi che “se si vuole investire bisogna generare cassa, ma per generare cassa bisogna avere un mercato razionale”, che non deve penalizzare i clienti finali.

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