Roma 5G: Antitrust invita a correggere le criticità del progetto di rete 5G della Capitale
Nei giorni scorsi, l’Autorità Antitrust ha inviato una segnalazione a Roma Capitale in merito al progetto “Roma 5G”, in particolare rilevando diverse criticità nel bando con cui il città capitolina intende affidare la realizzazione e la gestione di una infrastruttura di rete 5G e di hotspot Wi-Fi.
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) lo ha reso noto nella giornata di oggi, 31 Luglio 2023, con la pubblicazione del bollettino settimanale numero 29/2023 (ecco il documento completo), in cui nell’ambito dell’attività di segnalazione e consultiva dell’Antitrust è presente il provvedimento AS1901, risalente al 25 Luglio 2023.
Si tratta di un parere indirizzato a Roma Capitale, in cui sostanzialmente l’Autorità invita il Comune di Roma ad attuare delle misure correttive in merito al progetto “#Roma5G” presentato lo scorso 16 Marzo 2023, un partenariato pubblico privato dedicato alla realizzazione, gestione, conduzione e manutenzione di un’infrastruttura di rete 5G e Wi-Fi con l’obiettivo di favorire la transizione digitale della Capitale.
Nel dettaglio, l’AGCM, nell’esercizio del suo potere di segnalazione, nell’adunanza del 18 Luglio 2023 ha ritenuto opportuno svolgere delle osservazioni in merito a possibili criticità concorrenziali derivanti dalla Deliberazione n. 86 del 16 Marzo 2023, con la quale la Giunta Capitolina di Roma ha approvato la proposta di partenariato pubblico privato per la realizzazione del progetto denominato “Roma 5G”, e dagli atti della gara pubblicata il 26 Aprile 2023.
Oltre a ricordare in cosa consiste il progetto, l’Autorità sottolinea che l’iniziativa prevede la realizzazione della sola infrastruttura passiva, la quale potrà effettivamente entrare in funzione solo a seguito della concreta stipulazione, da parte del concessionario, dei contratti con gli operatori di rete mobile, ovvero dei contratti denominati, negli Atti di Gara, “Contratti 5G”.
L’investimento complessivo previsto dal progetto è pari a 97,7 milioni di euro di cui 20 milioni di euro erogati da parte del Comune di Roma come contributo pubblico. La gara prevede l’aggiudicazione della concessione in esclusiva, per una durata di venticinque anni, dell’attività di realizzazione e gestione dell’infrastruttura 5G sul territorio di Roma Capitale.
Le criticità riscontrate dall’Antitrust nel progetto Roma 5G
Se da un lato l’Antitrust condivide l’obiettivo della realizzazione di una rete 5G capillarmente diffusa su tutto il territorio di Roma Capitale, rete che secondo AGCM costituisce “un momento essenziale per la digitalizzazione e la modernizzazione della città di Roma”, dall’altro viene evidenziato che la proposta di partenariato presenta “significative criticità”, che non solo compromettono le dinamiche competitive tra gli operatori per la realizzazione dell’infrastruttura 5G, ma a detta dell’Autorità pongono “dubbi sull’effettiva fattibilità del Progetto, alla luce del concreto contesto nel quale lo stesso si inserisce”.
In particolare, le criticità riscontrate dall’AGCM riguardano in particolare il fatto che il progetto non tiene conto delle infrastrutture di rete mobile esistenti e dei progetti pubblici o privati previsti, ma intende creare una nuova rete 5G ex novo, la mancata richiesta del possesso dei diritti d’uso delle frequenze ai partecipanti al bando e altri profili ritenuti poco trasparenti.
In merito alla creazione della rete 5G, la Deliberazione e gli Atti di Gara si basano sulla scelta di realizzare interamente ex novo la rete 5G, senza tenere in alcun modo conto delle infrastrutture esistenti (a Roma sono già presenti le infrastrutture realizzate da tempo e a spese proprie dagli operatori) né di quelle che, in base ai piani di investimento pubblici (come quelli del Piano Italia 5G) e privati, saranno realizzate nei prossimi anni.
In più, secondo l’Antitrust, la gara potrebbe spiazzare gli investimenti già realizzati o programmati andando ad incidere sulla concorrenza tra infrastrutture.
Complessivamente, la gara prevede che il futuro concessionario sia l’unico soggetto a fornire l’infrastruttura al concedente, che le infrastrutture esistenti degli operatori di rete mobile (nelle aree della Metropolitana) siano dismesse e che non possano essere utilizzate in un complesso integrato con la infrastruttura 5G e, a chiusura del sistema, precludono agli operatori di sottoporre all’Amministrazione varianti al progetto funzionali a salvaguardare gli investimenti già fatti dagli operatori mobili ovvero quelli già previsti per i prossimi anni, proprio nella prospettiva di agevolare la migrazione delle reti 4G verso il 5G.
In altri termini, secondo AGCM la rigidità della lex specialis impedisce che si possa realizzare una qualsiasi forma di pressione concorrenziale nella definizione della scelta strategica a monte, ovvero quella di costruire interamente ex novo la nuova rete 5G anziché configurare una soluzione che tenga conto delle infrastrutture esistenti e dell’attività dei principali operatori sul mercato, ovvero degli MNO.
L’Autorità segnala poi un altro profilo critico ritenuto di rilievo, ovvero la scelta di non prevedere tra i requisiti di gara la titolarità di diritti d’uso di frequenze di ciascun partecipante singolo o di almeno un partecipante laddove un’offerta sia presentata in forme associate.
Questa scelta non tiene conto della circostanza che gli operatori di rete mobile sono gli unici titolari dei diritti d’uso delle frequenze, per cui sono i soli che possono garantire l’accensione delle reti e la trasmissione del segnale agli utenti.
Infine, secondo l’Antitrust nella gara del progetto Roma 5G sono presenti ulteriori disincentivi a partecipare per gli operatori di rete mobile. Infatti, nell’architettura di gara risulterebbero “poco trasparenti” alcuni profili essenziali per poter assumere la decisione di partecipare alla gara e di come costruire l’offerta.
Ad esempio, non vi è un riferimento alle condizioni di accesso all’ingrosso di terzi alle reti di nuova realizzazione, che come sottolinea AGCM è una “condizione indispensabile in presenza di investimenti anche solo in parte effettuati con finanziamenti pubblici”.
Le conclusioni dell’Antitrust e le richieste di correttivi a Roma Capitale
Secondo quanto riportato nelle conclusioni del provvedimento, l’Autorità ritiene che la Deliberazione e gli Atti di Gara, “pur perseguendo l’obiettivo prioritario dello sviluppo della rete 5G sul territorio di Roma Capitale”, non tengano adeguatamente in conto lo specifico contesto del mercato della rete mobile che, negli ultimi anni, ha richiesto ingenti investimenti da parte degli operatori sia per l’acquisizione dei diritti d’uso di nuove frequenze idonee a sviluppare le reti in 5G, sia per la ristrutturazione delle componenti attive e passive delle stesse reti.
Peraltro, le scelte della stazione appaltante per l’Antitrust sono anche in contrasto con le normative di settore di derivazione europea, che sono volte ad incentivare il massimo uso delle infrastrutture esistenti, al fine di ridurre tempi e costi nella realizzazione delle nuove infrastrutture.
Il progetto Roma 5G e gli Atti di Gara approvati da Roma Capitale non tengono conto delle infrastrutture realizzate o in via di realizzazione da parte degli operatori di rete e quindi della possibilità che le stesse possano essere integrate con nuove infrastrutture al fine di colmare eventuali gap di connettività e raggiungere gli obiettivi desiderati.
Secondo l’Antitrust questo potrebbe impedire una “efficace partecipazione” alla gara da parte degli operatore di rete mobile (MNO), ostacolando il pieno dispiegarsi della concorrenza per il mercato nell’ambito della gara.
L’Autorità sottolinea che queste valutazioni prescindono dalla possibile violazione della normativa europea in materia di aiuti di Stato, sulla necessità di garantire una corretta dinamica concorrenziale in occasione della partecipazione alle gare che, come in questo caso, prevedano anche l’aggiudicazione di finanziamenti pubblici.
L’Antitrust ritiene, quindi, che l’insieme dei vincoli del progetto e della lex specialis della gara presentino “significativi disincentivi” per gli operatori a partecipare e ad esercitare un’effettiva pressione competitiva sul promotore sia nella definizione di “un’efficiente architettura di rete 5G” sia nella competizione per il rilascio della concessione, comportando soluzioni più onerose anche per la stessa stazione appaltante, con ricadute finali negative nei confronti degli utenti finali dei servizi di telefonia mobile.
Per tutti i motivi appena illustrati, l’Autorità Antitrust ha invitato Roma Capitale a porre in essere le misure correttive necessarie a ripristinare le corrette dinamiche concorrenziali rispetto alla realizzazione del progetto “Roma 5G” nel territorio di Roma.
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