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ADUC denuncia ancora TIM e WINDTRE all’Antitrust per le ultime rimodulazioni rifiutabili

L’Associazione di consumatori ADUC ha presentato nuovamente degli esposti all’Antitrust contro TIM e WINDTRE, denunciando ancora una volta la pratica delle rimodulazioni rifiutabili con comandi SMS attuata dai due operatori telefonici, con nuovi clienti di rete mobile coinvolti nelle ultime settimane.

ADUC (Associazione Utenti e Consumatori APS) ha annunciato questa nuova denuncia lo scorso 27 Maggio 2023, attraverso una nota dell’Avvocato Emmanuela Bertucci, legale e consulente di ADUC, che da quasi un anno si sta occupando del caso delle rimodulazioni rifiutabili attuate da TIM e WINDTRE.

Finora, le denunce di ADUC dell’ultimo anno hanno portato l’Antitrust a sanzionare WINDTRE con 5 milioni di euro e TIM con 2,1 milioni di euro, in entrambi i casi per via di una condotta simile che prevedeva l’aumento del costo mensile insieme all’aumento dei Giga, ritenuta una vendita di un servizio aggiuntivo a pagamento senza il consenso esplicito del cliente, che invece aveva solo la possibilità di rifiutare le variazioni per rimanere con la propria offerta.

Nonostante le sanzioni, negli ultimi mesi TIM e WINDTRE hanno continuato ad attuare delle rimodulazioni che prevedono un meccanismo simile, ma in alcuni casi con alcune modalità differenti per evitare l’automatismo dell’aumento dei Giga, quindi richiedendo un consenso esplicito per aumentare il traffico dati.

Come annunciato nei giorni scorsi, l’Associazione ha quindi presentato dei nuovi esposti all’Antitrust (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, AGCM), nei confronti di WINDTRE (ecco il documento completo) e nei confronti di TIM (ecco il documento completo).

In particolare, TIM è stata denunciata per l’ultima rimodulazione annunciata dal 18 Maggio 2023 che coinvolge alcuni già clienti ricaricabili di rete mobile, i quali avranno dal 27 Giugno 2023 l’aumento del costo mensile fino ad un massimo di 2,69 euro, ma con possibilità di aggiungere da subito 50 Giga o l’abilitazione al 5G oppure di utilizzare il comando NOVAR ON per mantenere invariati costi e bundle attuali.

Invece, il nuovo esposto di ADUC nei confronti di WINDTRE riguarda la rimodulazione annunciata lo scorso 5 Aprile 2023 per alcuni già clienti mobile, che a partire dal 18 Maggio 2023 (nella denuncia viene fatto l’esempio di uno scaglione di clienti che sarà coinvolto dal 1° Agosto 2023) stanno subendo l’aumento di 2 euro del costo mensile, mentre prima di ciò viene aumentato in automatico il bundle di Giga. In alternativa, l’operatore permette di passare ad un’offerta Plus simile con lo stesso costo mensile attuale tramite il comando SMS OPTIN.

ADUC ha quindi denunciato entrambi i gestori all’Antitrust, chiedendo che l’Autorità intervenga con urgenza con un provvedimento cautelare che inibisca la prosecuzione della pratica commerciale ritenuta scorretta.

Di seguito si riporta la nota con cui l’Avvocato Emmanuela Bertucci di ADUC ha annunciato nei giorni scorsi le nuove denunce nei confronti di TIM e WINDTRE:

Windtre è veterana (tecnicamente, recidiva), mentre TIM è alla prima esperienza. Nella telefonia funziona spesso così, un operatore ha “un’idea” e gli altri lo seguono a ruota, e ciò nonostante l’Antitrust intervenga per sanzionare le pratiche commerciali scorrette con multe, però, ridicole.

In questi giorni entrambi i gestori hanno iniziato ad inviare ai propri clienti di telefonia mobile SMS che sembrano comunicazioni di modifiche contrattuali ma che in realtà annunciano l’attivazione di servizi aggiuntivi a pagamento non richiesti.

Questo il testo dell’SMS che ricevono i clienti Windtre:

“Modifiche contratto. Per esigenze di mercato la tua offerta varia: dal 21/6 i GIGA aumentano a 30 GIGA/mese e dal 1/8 il costo aumenta di 2E/mese. Oppure puoi scegliere un’offerta Plus con i tuoi attuali costi e contenuti ma con 1GB in piu’ al mese, a partire dall’11/8, per il disturbo e senza costi aggiuntivi. Per avere Plus invia OPTIN con SMS gratis al 40400 entro il 30/6. Per ogni esigenza vai nei negozi WINDTRE o chiama 159. Recesso senza costi entro 60gg con racc. A/R, PEC,159, sito, negozi WINDTRE. Info: windtre.it/rtinfo3″.

Questo invece il testo che TIM invia ai suoi clienti:

“Modifica contrattuale: per le mutate condizioni di mercato, dal primo rinnovo successivo al 26 giugno la tua offerta avrà un costo di 2,69 euro al mese in più. Per te, fin da subito e gratuitamente, 50 Giga in più al mese, inviando un SMS con il testo 50GIGA ON al 40916. In alternativa, puoi mantenere invariati costi e contenuti della tua offerta, inviando un SMS gratuito con testo NOVAR ON al 40916 entro il 26 giugno. Recesso senza penali nè costi, mantenendo eventuali rateizzazioni si tim.it, via PEC o nei negozi TIM, entro il 30/7. Maggiori info su on.tim.iy/nw2h”

Windtre “vende” 15 GB (il piano tariffario di partenza ne prevedeva già 15) a 2,00 euro al mese, TIM ne “vende” 50 a 2,69 euro al mese; in entrambi i casi, se il consumatore non vuole il servizio aggiuntivo deve attivarsi e inviare un SMS (con testo OPTIN per Windtre, con testo NOVAR nel caso di TIM).

In entrambi i casi, se il consumatore non fa nulla (perché se ne dimentica, il costo della distrazione) si ritrova a dover pagare un servizio che non ha mai richiesto.

Lo scopo di entrambi è vendere ulteriori servizi, aumentando i prezzi, massimizzando il profitto e minimizzando il rischio di perdere clienti disposti a passare ad altro operatore.

A farne le spese il consumatore. Tecnicamente si chiama vendita per “opt-out” ed è vietata dall’art. 65 del Codice del consumo che prevede il consenso espresso (e consapevole) del consumatore per qualsiasi pagamento supplementare (cosiddetto opt-in) e il diritto al rimborso di quanto pagato se il professionista “non ottiene il consenso espresso del consumatore ma l’ha dedotto utilizzando opzioni prestabilite che il consumatore deve rifiutare per evitare il pagamento supplementare”.

Windtre è già stata condannata dall’Antitrust per la stessa pratica commerciale scorretta, ad una multa di 5 milioni di euro per aver violato il codice del consumo su segnalazione di Aduc, e un altro procedimento è ancora in corso, sempre su nostra segnalazione.

Evidentemente una multa da 5 milioni di euro non è un deterrente sufficiente (il valore della pratica commerciale sanzionata era di 22 milioni di euro al mese) ma anzi, invoglia anche i concorrenti all’emulazione.

[…]

Dunque, così come nelle precedenti denunce, secondo l’Associazione le pratiche adottate da WINDTRE e TIM rappresentano in realtà un vendita per “opt-out”, che è vietata dall’Articolo 65 del Codice del consumo, il quale prevede il consenso espresso del consumatore per qualsiasi pagamento supplementare (cosiddetto opt-in) e il diritto al rimborso di quanto pagato se l’operatore “non ottiene il consenso espresso del consumatore ma l’ha dedotto utilizzando opzioni prestabilite che il consumatore deve rifiutare per evitare il pagamento supplementare”.

ADUC lo definisce una sorta di “costo della distrazione” (se ci si dimentica di inviare l’SMS di diniego, si paga il costo mensile aggiuntivo comunicato), una pratica commerciale definita “aggressiva” dall’Associazione.

L’Associazione ricorda inoltre che WINDTRE è stata già sanzionata dall’Antitrust, per le stesse pratiche contestate nuovamente negli ultimi giorni, con una multa di 5 milioni di euro, mentre sempre in seguito ad una denuncia di ADUC lo scorso 13 Marzo 2023 l’Autorità ha avviato un nuovo procedimento istruttorio nei confronti di WINDTRE, per accertare una possibile pratica commerciale scorretta questa volta relativamente alla rimodulazione entrata in vigore da Gennaio 2023 su alcuni clienti di rete mobile che prevedeva l’invio di due SMS nel giro di 24 ore, sia per informare dell’aumento del costo mensile e della possibilità di aumentare i Giga, ma anche per rifiutare la rimodulazione con il comando OPTIN.

ADUC invita i consumatori che avessero ricevuto questi SMS ad inviare una segnalazione all’AGCM, e ad ADUC per conoscenza. Inoltre, l’Associazione consiglia di inviare subito gli SMS per evitare le modifiche contrattuali se il cliente non vuole i servizi aggiuntivi e gli aumenti di prezzo.

A proposito di ADUC, si segnala che nella giornata di oggi, 8 Giugno 2023, l’Associazione ha ribadito la sua contrarietà alle clausole con aumento dei prezzi in base all’andamento dell’inflazione, già espressa nelle settimane scorse in seguito alla comunicazione di AGCOM sulla consultazione in merito.

Secondo ADUC ci sarebbero infatti “valide ragioni sia giuridiche che economico/politiche che sconsigliano (se non vietano)” ai Regolatori (AGCOM e Antitrust) di consentire l’adozione di questa clausola di indicizzazione nei contratti.

In merito invece allo schema di delibera sottoposto a consultazione pubblica dall’AGCOM, in cui è contenuto un articolo relativo proprio alle clausole sull’inflazione nei contratti di telefonia, ADUC afferma che l’Autorità, nonostante i paletti previsti, ha aderito alla richiesta degli operatori telefonici di inserire la clausola di indicizzazione nei contratti, per cui potrebbe non essere facile cancellare questo articolo della delibera.

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