Oggi, 11 Maggio 2023, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha annunciato di aver avviato un’istruttoria nei confronti di Apple, al fine di verificare l’esistenza di un possibile comportamento di abuso di posizione dominante nel mercato delle piattaforme per la distribuzione di app su sistema operativo iOS.
In particolare, sono Apple Inc., Apple Distribution International Ltd ed Apple Italia S.r.l. le società finite sotto il mirino dell’Antitrust, che con il procedimento A561 (ecco il documento completo) contesta ad Apple l’adozione, a partire da Aprile 2021, di una politica sulla privacy dedicata esclusivamente agli sviluppatori di app di terze parti, più restrittiva di quella che applica a sé stessa.
Secondo l’Autorità, si tratta di un trattamento diverso che la società di Cupertino impone ai concorrenti, basato sulle caratteristiche del prompt di richiesta del consenso al tracciamento dei dati di navigazione degli utenti, oltre che sugli strumenti adottati per misurare l’efficacia delle campagne pubblicitarie.
Quello che Apple impone, per l’AGCM, è l’utilizzo, oltre che di una “formulazione linguistica dissuasiva del tracciamento”, anche di una posizione di maggior risalto del prompt per l’acquisizione del consenso, rispetto a quello dell’opzione per negare il consenso.
A detta dell’Antitrust, inoltre, gli sviluppatori e gli inserzionisti terzi risultano svantaggiati anche in termini di qualità e di dettaglio dei dati, riguardanti l’efficacia delle campagne pubblicitarie sulle loro applicazioni, messi a disposizione dalla multinazionale.
Ciò è dovuto, spiega l’Autorità, alle caratteristiche tecniche dell’interfaccia di programmazione accessibile agli sviluppatori di terze parti, denominata SkadNetwork, che risulta meno efficace rispetto alla soluzione che Apple adotta internamente, ovvero Apple Ads Attribution.
Per l’AGCM, questa presunta condotta discriminatoria potrebbe causare una riduzione della concorrenza nei relativi mercati, con il conseguente rafforzamento dell’ecosistema digitale di Apple a discapito degli incentivi a sviluppare nuove applicazioni, ostacolando così il passaggio degli utenti verso altri sistemi.
Il presunto comportamento di Apple, dunque, specifica l’Antitrust, potrebbe ridurre la permanenza dei concorrenti nel mercato della distribuzione di applicazioni, avvantaggiando le proprie app e, di conseguenza, i dispositivi e il sistema operativo Apple, nonché causare un calo dei proventi della pubblicità degli inserzionisti terzi, a vantaggio della propria divisione commerciale.
A detta dell’Autorità, infatti, la disponibilità di dati riguardanti la profilazione degli utenti e l’efficacia delle campagne di advertising, nel rispetto delle attuali normative a tutela della privacy, sono “elementi essenziali per l’appetibilità degli spazi pubblicitari venduti dagli sviluppatori di app e acquistati dagli inserzionisti”.
Editing Mattia Castro
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