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TIM e la situazione dei prezzi in Italia: continueranno le rimodulazioni su alcuni clienti

Nella giornata di oggi, 11 Aprile 2023, in occasione della consueta conference call di TIM con cui sono stati presentati i risultati del primo trimestre del 2023, l’AD Pietro Labriola ha parlato anche della situazione dei prezzi in Italia, sia relativamente alle nuove tariffe wholesale che agli aumenti di prezzo tramite rimodulazioni e con la clausola per l’inflazione per i clienti retail.

Dunque, oltre a presentare l’andamento dell’operatore telefonico durante i primi tre mesi del 2023, l’Amministratore Delegato di TIM ha parlato anche delle campagne di rimodulazioni che stanno colpendo selettivamente alcuni clienti TIM di rete fissa e di rete mobile.

Innanzitutto, la situazione dei prezzi in Italia di TIM, sia all’ingrosso che al dettaglio, ha assunto degli “sviluppi positivi” secondo Labriola.

Approvate anche dalla Commissione UE le nuove tariffe wholesale per il 2023 

Per quanto riguarda il segmento wholesale di TIM, i prezzi di accesso regolamentati per il 2023 sono stati recentemente approvati dalla Commissione UE, oltre che da AGCOM.

Come specificato anche da Labriola, considerando che nel 2022 i prezzi sono rimasti invariati rispetto al 2021, le nuove tariffe wholesale di TIM possono essere applicate retroattivamente a partire dal 1° Gennaio 2023, con un impatto positivo sui ricavi da servizi a partire dal secondo trimestre del 2023.

Le nuove tariffe wholesale di TIM per il 2023 prevedono una riduzione dei prezzi per i servizi di accesso in fibra e un aumento per quelli in rame.

Per quanto riguarda i prezzi degli accessi in rame, l’operatore sottolinea che il divario rispetto agli mercati dell’Unione Europea si è ridotto, ma non è stato completamente colmato, per cui Pietro Labriola ha affermato che “c’è ancora molto da fare su questo fronte”.

Pietro Labriola, durante la sessione di domande e risposte, ha poi affermato che l’aumento delle tariffe wholesale “eserciterà pressioni anche sugli altri operatori verso un rialzo dei prezzi, perché in caso contrario si bruceranno parte del loro EBITDA. E se non sbaglio, nei dati stagionali annunciati da uno dei nostri competitor, hanno detto chiaramente che intendevano aumentare i prezzi su tutta la base clienti”.

Labriola ha ricordato come sia “impossibile continuare a costruire la rete se non si ha un ritorno”, per cui l’aumento delle tariffe wholesale viene considerato un grande risultato, anche perché negli ultimi 20 anni TIM non era mai riuscita ad ottenere un aumento dei prezzi all’ingrosso.

TIM
Pietro Labriola, Amministratore Delegato di TIM.

TIM continuerà le rimodulazioni con aumenti di prezzo su alcuni clienti

Per quanto riguarda invece il mercato retail di TIM, cioè quello dei clienti finali, nella presentazione di Labriola è stato specificato che TIM ha quasi completato la pima ondata di aumenti di prezzo tramite rimodulazioni comunicate nel primo trimestre del 2023, che riguarda circa 4,3 milioni di linee fisse e circa 2,1 milioni di linee mobili.

In questa prima ondata di repricing del 2023, TIM sta osservando un tasso di abbandono (churn) “molto più basso del previsto”.

Per i prossimi trimestri, Labriola rassicura che TIM “farà di più” sul fronte degli aumenti di prezzo sui già clienti, in quanto l’operatore prevede di estendere ulteriormente questa campagna di rimodulazione selettiva su alcuni clienti. In questo senso, il churn ridotto sarà un ulteriore acceleratore per realizzare gli obiettivi di TIM.

In ogni caso, l‘AD di TIM prevede un basso tasso di churn e un impatto positivo complessivo di circa 20 milioni di euro nel secondo trimestre 2023 rispetto al primo trimestre. L’aumento dei prezzi ai clienti sarà quindi uno degli elementi che consentirà all’operatore di aumentare ricavi ed EBITDA dal primo al secondo trimestre 2023.

In merito alla tendenza dell’aumento dei prezzi sulla customer base anche da parte degli altri operatori concorrenti, Pietro Labriola ha affermato: “Siamo lieti di vedere che i nostri concorrenti seguono lo stesso approccio, con un operatore che la scorsa settimana ha annunciato aumenti di prezzo per la propria base clienti anche a causa dell’aumento dei prezzi wholesale”.

Successivamente, rispondendo ad una domanda in merito ai concorrenti, Labriola ha affermato che “ci sono già due operatori che hanno già dichiarato che aumenteranno i prezzi della clientela esistente”. Si tratta secondo Labriola di una tendenza su cui il mercato comincia ad essere “più razionale e maturo”.

Labriola ricorda che aveva cominciato a parlarne nel primo trimestre del 2022, specificando che uno dei punti principali era “doveva succedere da 4 anni ma non è mai successo”. Adesso, a distanza di un anno e mezzo, secondo l’AD di TIM l’aumento dei prezzi sembra la traiettoria futura anche per l’Italia.

L’operatore attende l’esito della consultazione AGCOM sulle clausole inflazione

Per quanto riguarda invece l’indicizzazione dei prezzi delle offerte TIM in base all’andamento dell’inflazione, dopo l’introduzione della clausola da parte di TIM sui nuovi contratti a partire dal 27 Novembre 2022, l’operatore ha ricordato che nelle settimane scorse l’AGCOM ha pubblicato lo schema di delibera, sottoposto a consultazione pubblica, con cui l’Autorità intende introdurre alcune novità nel regolamento dei contratti di telefonia, per recepire le novità previste dal codice delle comunicazioni ma anche per regolamentare la possibilità per gli operatori di aumentare i prezzi delle offerte in base all’andamento dell’inflazione.

Come già raccontato nel dettaglio, le nuove linee guida dell’AGCOM hanno di fatto bocciato la clausola adottata finora da TIM, in particolare per il coefficiente fisso del 3,5% che dovrebbe essere aggiunto al tasso dell’inflazione.

Fra i punti sottolineati nella presentazione di TIM c’è il fatto che l’AGCOM ha riconosciuto che l’adeguamento dei prezzi delle offerte di telefonia in base all’andamento dell’inflazione non va considerato una variazione contrattuale, e quindi non è previsto il recesso senza penali, purché non ci siano dei mark up (come quello previsto finora da TIM) rispetto alla percentuale dell’inflazione stabilita da un istituto pubblico.

Sui contratti esistenti, le linee guida di AGCOM richiedono un consenso esplicito per inserire la clausola sull’inflazione, altrimenti il contratto rimane invariato. In questo caso, TIM intende adottare un approccio “more for more”.

Come ricordato dall’operatore, la consultazione su queste nuove normative è ancora in corso (l’approvazione finale secondo TIM è attesa nella seconda metà del 2023), e a questo proposito Labriola ha affermato “vediamo quali saranno i risultati”.

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