Ieri, 19 Aprile 2023, l’FTTH Council Europe, un’organizzazione di imprese con l’obiettivo di accelerare la diffusione della fibra ottica in Europa, ha presentato il suo nuovo report che, con dati aggiornati a Settembre 2022, fa luce sullo stato dello scenario europeo in materia di reti Fiber To The Home (FTTH).
Lo studio, curato da Idate e illustrato in occasione della conferenza annuale sull’FTTH tenutasi a Madrid, in particolare, ha reso noto come, dal punto di vista della copertura, durante il periodo preso in esame l’Italia abbia raggiunto la media europea in termini percentuali.
Secondo il report, infatti, con il 55,5% di unità immobiliari connesse interamente in fibra, sul totale delle linee, il Paese ha raggiunto la media UE 27+1, che conta tutti i Paesi dell’Unione più il Regno Unito, pari al 55,3%.
Nel 2021, invece, l’Italia si trovava a circa un punto percentuale indietro, con il 47,7% di immobili coperti in FTTH contro il 48,5% della media europea.
Il Paese, da quanto emerge dalla ricerca, si conferma dunque al terzo posto, dopo Francia e Spagna, in termini assoluti per unità immobiliari coperte in FTTH, che a Settembre 2022 risultano pari a 14,6 milioni, 2,1 milioni in più rispetto all’ultima rilevazione.
Per l’FTTH Council Europe, buona parte del contributo a questo traguardo è ascrivibile ad Open Fiber, che nel corso del periodo analizzato ha collegato, in modalità Fiber To The Home, oltre 12,7 milioni di unità immobiliari, rendendolo secondo l’Organizzazione, il principale operatore FTTH del Paese e uno dei primi in Europa.
Lo stessa Organizzazione, tuttavia, dipinge una situazione diversa dal punto di vista dell’adozione delle reti in FTTH, ambito nel quale, secondo il report, l’Italia resta ancora indietro rispetto al resto d’Europa, con il suo 22% contro una media UE 27+1 vicina al 53%.
Per quanto riguarda, invece, la copertura delle aree rurali, che Idate nel suo studio identifica come zone con una densità di popolazione inferiore a 150 persone per chilometro quadrato, il Paese si sta avvicinando sempre di più alla media europea, attualmente pari al 41%.
Dalla ricerca, infatti, si evince come in queste zone, coincidenti con le aree bianche dove Open Fiber sta realizzando, nell’ambito del Piano Banda Ultra Larga (BUL), una rete ultrabroadband in qualità di concessionario pubblico, l’Italia abbia raggiunto il 33% di copertura nel 2022, contro lo 0% risalente al 2017, quando il Piano BUL non era ancora operativo.
Editing Mattia Castro
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