Rimodulazioni Tariffarie

TIM e WINDTRE, clausole inflazione: associazioni consumatori chiedono intervento del Governo

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Alcune associazioni dei consumatori hanno richiesto un intervento urgente del Governo per eliminare le clausole ISTAT introdotte di recente nei contratti dei clienti fissi e mobili di TIM e WINDTRE, con cui gli operatori hanno inserito un meccanismo di indicizzazione dei prezzi all’inflazione, che permetterà alle compagnie di aumentare a partire dal 2024 i prezzi mensili delle offerte in base all’inflazione, senza che i clienti possano recedere gratuitamente.

Lo hanno annunciato nella giornata di oggi, 20 Gennaio 2023, attraverso un comunicato stampa congiunto, le associazioni Adiconsum, Adoc, Cittadinanzattiva, Federconsumatori e Udicon, dopo aver inviato una lettera alle istituzioni (ecco il documento completo).

Le associazioni dei consumatori hanno dunque espresso la loro contrarietà nei confronti delle clausole con adeguamento dei prezzi in base all’inflazione, introdotte da fine Novembre 2022 da parte prima di WINDTRE e poi di TIM.

Si riporta di seguito una parte della nota diramata dalle suddette associazioni:

[…] Una decisione del tutto arbitraria e a nostro avviso vessatoria, che limita fortemente la libera scelta del consumatore di disdire senza costi il contratto.

Tale pratica impone agli utenti, già vittime di rincari diffusi in tutti i settori, un’interpretazione arbitraria delle regole, che squilibra il mercato delle telecomunicazioni, provocando danni in tutto il comparto.

Abbiamo manifestato il nostro dissenso alle aziende coinvolte, che giustificano tale condotta con “la forte crisi che sta investendo il settore a causa di eccessivi costi infrastrutturali ed energetici, tale da mettere in serio rischio la sostenibilità economica delle stesse imprese”, a detta del management.

Quello delle comunicazioni è un settore vitale per il Paese: riveste un ruolo strategico nello sviluppo, nella democrazia, nonché si configura come un servizio universale e quindi indispensabile per i cittadini/consumatori, per questo richiede un’attenzione particolare e scelte strategiche nell’interesse dell’intera collettività.

Alla luce di tale situazione è necessario e urgente l’intervento del Governo per garantire, nell’immediato, l’eliminazione delle condizioni contrattuali ingiustamente introdotte e, contestualmente, aprire un Tavolo tecnico con tutti gli attori del comparto delle TLC, che coinvolga le Associazioni dei Consumatori, per individuare soluzioni che garantiscano un rilancio del settore senza che, a farne le spese, siano i cittadini attraverso ingiusti aumenti tariffari.

Dunque, Adiconsum, Adoc, Cittadinanzattiva, Federconsumatori e Udicon richiedono con urgenza un intervento del Governo per rimuovere le clausole di TIM e WINDTRE, oltre all’apertura di un tavolo tecnico sul settore delle telecomunicazioni in cui vorrebbero essere coinvolte anche le associazioni dei consumatori.

Si ricorda che già lo scorso 16 Dicembre 2022 l’associazione ADUC aveva denunciato all’Antitrust la clausola ISTAT di WINDTRE, chiedendone la sospensione.

Come funziona la clausola ISTAT di WINDTRE

Per quanto riguarda WINDTRE, il meccanismo di indicizzazione dei prezzi all’inflazione è stato inserito dall’operatore nelle Condizioni Generali di Contratto, sia di rete fissa che di rete mobile, sottoscritte dai nuovi clienti dal 21 Novembre 2022, e che viene applicato anche ai già clienti WINDTRE che dal 21 Novembre 2022 richiedono volontariamente di cambiare la loro offerta tariffaria.

Inoltre, la cosiddetta clausola ISTAT di WINDTRE viene applicata a partire dal 13 Gennaio 2023 anche per alcuni già clienti mobile tramite la rimodulazione comunicata dal 24 Novembre 2022. In questo caso, i già clienti possono esercitare il recesso senza costi per rifiutare l’applicazione della clausola.

La clausola ISTAT inserita nelle nuove Condizioni Generali di Contratto dei servizi di rete fissa e di rete mobile WINDTRE è la seguente (si riporta il testo dell’Articolo 4.6 delle condizioni contrattuali dei clienti mobile, per i clienti di rete fissa il testo dell’Articolo 11.1 è lo stesso, con la sola differenza dell’indicazione del diverso articolo che regola le modifiche contrattuali):

Il cliente prende atto e accetta che, da gennaio 2024, in caso di variazione annua positiva dell’indice nazionale dei prezzi al consumo FOI rilevata da ISTAT nel mese di ottobre dell’anno precedente, WINDTRE ha titolo di aumentare il prezzo mensile del Servizio di un importo percentuale pari alla variazione di tale indice o comunque pari almeno al 5% ove tale variazione fosse inferiore a detta percentuale.

L’adeguamento, applicato entro il primo trimestre di ciascun anno, non costituisce una modifica contrattuale ai sensi dell’art. 2.4 delle Condizioni Generali di Contratto e, pertanto, non conferisce al Cliente diritto di recesso senza costi dal Contratto.

L’importo del prezzo mensile del Servizio, così adeguato, potrà essere arrotondato per difetto al centesimo di euro.

WINDTRE segnala annualmente tale adeguamento sul proprio sito Internet e con pubblicazione su un quotidiano nazionale nei sette giorni solari precedenti.

Quindi, come specificato dall’operatore nelle nuovi condizioni di contratto, l’adeguamento dei prezzi avverrà solo a partire da Gennaio 2024.

L’adeguamento dei prezzi delle offerte WINDTRE sarà effettuato in caso di variazione annua positiva dell’indice nazionale dei prezzi al consumo FOI (Famiglie di Operai e Impiegati) rilevata da ISTAT nel mese di Ottobre dell’anno precedente.

In questo caso, l’operatore potrà così aumentare il prezzo mensile dell’offerta di un importo percentuale pari alla variazione dell’indice ISTAT o comunque pari almeno al 5%, nel caso in cui la variazione fosse inferiore al 5%, e l’adeguamento sarà effettuato entro il primo trimestre di ciascun anno.

L’importo del prezzo mensile delle offerte WINDTRE, adeguate a seconda dell’inflazione, potrà essere arrotondato per difetto al centesimo di euro.

Come specificato da WINDTRE, l’adeguamento dei prezzi in base alle variazioni dell’indice dei prezzi al consumo di ISTAT non sarà considerata una modifica contrattuale, che nel caso dei servizi di rete mobile è regolata dall’Articolo 2.4 delle condizioni contrattuali (invece per i servizi di rete fissa è l’Articolo 13).

In questo modo, i clienti coinvolti non potranno esercitare il diritto di recesso senza costi o penali come invece prevedono normalmente le modifiche unilaterali di contratto.

Infine, WINDTRE si impegna a comunicare ogni anno l’adeguamento dei prezzi delle sue offerte sia attraverso il suo sito ufficiale che con la pubblicazione su un quotidiano nazionale nei sette giorni solari precedenti.

Come funziona la clausola di TIM per l’adeguamento annuale dei prezzi in base all’inflazione

Invece, TIM ha ufficializzato l’introduzione dell’indicizzazione dei prezzi all’inflazione a partire dal 27 Novembre 2022.

A differenza di WINDTRE, il meccanismo messo in atto da TIM non riguarda tutte le tariffe dell’operatore, ma solo alcune offerte di rete fissa e di rete mobile. Le offerte TIM coinvolte sono principalmente quelle del portafoglio standard.

In particolare, per quanto riguarda le offerte di rete fissa, le offerte che hanno i prezzi legati all’inflazione per le nuove sottoscrizioni dal 27 Novembre 2022 sono: TIM WiFi Power Smart, Top e All InclusiveTIM WiFi Special Young e TIM WiFi Special Bonus Famiglia; TIM WiFi Power TV e TIM WiFi + 5G Power; TIM WiFi Power FWAPremium SAT; Premium 12; Tuttovoce e Tuttovoce Superspecial; Premium Per TE e Premium 12 Per TE (offerte dedicate a già clienti).

Invece, le offerte TIM di rete mobile coinvolte dal nuovo meccanismo sono tutte quelle del portafoglio standard TIM 5G Power Smart, Top e Unlimited.

Per queste specifiche offerte, solo per le nuove attivazioni effettuate dal 27 Novembre 2022, l’operatore applicherà un adeguamento annuale dei prezzi in base all’andamento dell’inflazione, incrementato di un coefficiente di maggiorazione predeterminato.

Nei dettagli informativi di ognuna delle offerte coinvolte viene chiaramente indicata la presenza del meccanismo di adeguamento annuale dei prezzi in base all’inflazione, insieme alla descrizione delle relative modalità di applicazione.

Si riporta ad esempio la comunicazione ufficiale presente nelle note informative dell’offerta TIM 5G Power Smart attualmente a 14,99 euro al mese:

Il canone mensile dell’Offerta sarà incrementato, con cadenza annuale, in misura percentuale pari all’indice di inflazione (IPCA) rilevato dall’ISTAT, non tenendo conto di eventuali valori negativi dello stesso, maggiorato di un coefficiente pari a 3,5 punti percentuali. L’incremento percentuale del canone mensile dell’Offerta, dato dalla somma dell’IPCA e di detto coefficiente di maggiorazione, non potrà complessivamente superare il valore del 10%.

La variazione del canone mensile dell’Offerta avrà decorrenza dal 1° aprile di ciascun anno, con riferimento al valore dell’indice IPCA rilevato per l’anno solare precedente, incrementato come sopra precisato. Tale variazione sarà effettuata una sola volta per ciascun anno solare. La prima variazione annuale del canone mensile dell’Offerta sarà effettuata a partire dal 1° aprile 2024, con riferimento al valore dell’IPCA rilevato per l’anno solare 2023, aumentato del suddetto coefficiente di maggiorazione.

TIM, successivamente alla pubblicazione da parte dell’ISTAT del valore dell’IPCA per ciascun anno di riferimento, pubblicherà sul proprio sito Web uno specifico avviso, recante l’indicazione del valore percentuale dell’aumento che sarà applicato con le suddette modalità.

La variazione del canone mensile della presente Offerta sarà, inoltre, comunicata ai clienti interessati, per ciascun anno di riferimento con un messaggio dedicato.

Inoltre, come già raccontato da MondoMobileWeb, la stessa clausola sull’adeguamento annuale del costo mensile in base all’inflazione è stata inserita, tramite modifica contrattuale annunciata il 16 Gennaio 2023, anche ad alcuni già clienti di rete fissa TIM, in particolare quelli con le offerte TIM Senza Limiti Premium, Tutto Senza Limiti Premium, Tutto Premium e Smart Premium. In questo caso, i clienti coinvolti possono esercitare il diritto di recesso senza costi.

In dettaglio, per le offerte TIM appena elencate, il costo mensile aumenterà ogni anno in misura pari all’indice di inflazione (Indice dei Prezzi al Consumo, IPCA) rilevato dall’ISTAT, non tenendo conto di eventuali valori negativi.

Inoltre, il meccanismo di TIM prevede che il valore dell’inflazione venga maggiorato di un coefficiente fisso pari al 3,5%.

L’aumento complessivo annuo, dato dalla somma dell’IPCA e del coefficiente di maggiorazione del 3,5%, non potrà comunque superare il valore del 10%.

TIM applicherà la prima variazione annuale del costo mensile delle offerte coinvolte a partire dal 1° Aprile 2024, basandosi sul valore dell’IPCA rilevato per l’anno solare 2023, che come detto sarà aumentato del 3,5%.

Questa variazione si ripeterà ogni anno successivo, sempre considerando il valore dell’inflazione rilevato dall’ISTAT per l’anno solare precedente.

Ad esempionel caso in cui il valore IPCA per l’anno 2023 fosse pari al 6,5%, aggiungendo il coefficiente di maggiorazione del 3,5%, dal 1° Aprile 2024 il canone mensile dell’offerta verrebbe incrementato del 10%. Dunque, un’offerta TIM dal costo mensile di 10 euro, passerebbe così a 11 euro al mese. Il canone mensile dell’offerta sarà poi adeguato nuovamente dal 1° Aprile 2025, in base al valore dell’IPCA per l’anno 2024, a cui andrà sempre sommato il coefficiente fisso del 3,5%.

TIM, entro 15 giorni dalla pubblicazione da parte dell’ISTAT del valore dell’IPCA per ciascun anno di riferimento, pubblicherà sul suo sito internet ufficiale un’informativa dedicata, con l’indicazione della percentuale di aumento che sarà applicata.

Inoltre, i clienti TIM interessati dalla variazione del costo mensile saranno informati, per ciascun anno di riferimento, con una comunicazione dedicata.

La particolarità di questo tipo di clausola, consiste in un’applicazione automatica da parte di TIM, senza che questa sia considerata una rimodulazione, in modo tale che i clienti non possano esercitare il diritto di recesso senza costi o penali come invece prevedono normalmente le modifiche unilaterali di contratto.

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