Fondazione Vodafone ha annunciato un nuovo progetto di ricerca, sostenibile tramite l’app DreamLab, che aiuterà gli scienziati dell’Imperial College di Londra ad accelerare la ricerca sul clima e migliorare le previsioni di fenomeni atmosferici estremi come come cicloni, uragani e tifoni.
Secondo i ricercatori, questi fenomeni stanno diventando sempre più frequenti e distruttivi, a causa dell’intensificarsi del cambiamento climatico, colpendo milioni di persone e causando danni per miliardi di dollari ogni anno.
Di seguito, le parole di Andrew Dunnett, Direttore di Vodafone Foundation, che ha dichiarato:
“I cambiamenti climatici e le condizioni meteorologiche estreme sono una delle sfide più grandi che dobbiamo affrontare.
Prestando il loro potere per creare questo enorme database pubblico, gli utenti di smartphone in tutto il mondo possono svolgere un ruolo chiave nell’aiutare gli scienziati del clima ad accelerare la loro tanto necessaria ricerca.
Sono orgoglioso di continuare questa collaborazione con gli scienziati dell’Imperial per aiutare a risolvere alcune delle più grandi minacce del mondo.”
Questa, invece, la dichiarazione di Ralf Toumi, co-direttore del Grantham Institute – Climate Change and Environment dell’Imperial College di Londra, che ha affermato:
“Un computer desktop funzionante 24 ore al giorno richiederebbe decenni per elaborare i dati, ma una rete di 100.000 smartphone potrebbe svolgere il lavoro in un paio di mesi.
Simulando eventi meteorologici estremi per comprendere i loro effetti sulle comunità, possiamo aiutare le persone a prepararsi e adattarsi meglio ad alcuni dei peggiori effetti del cambiamento climatico.”
DreamLab è un’app di crowdsourcing, ideata e sviluppata da Fondazione Vodafone, che consente agli utenti di contribuire alla ricerca scientifica, mettendo a disposizione la potenza di calcolo del proprio smartphone durante le ore notturne, solitamente impiegata per posta elettronica, app e streaming di video o musica durante il giorno.
L’applicazione, disponibile gratuitamente in 17 Paesi, sia per Android che per iOS, permette agli utenti che sosterranno il progetto, di scegliere quanti dati mobili donare alla ricerca o se alimentarla tramite Wi Fi, mentre per i clienti Vodafone, l’utilizzo dell’app non comporta alcun consumo di traffico dati.
Dal 2019 a oggi, DreamLab ha sostenuto anche il progetto di ricerca “Genoma in 3D”, condotto con la collaborazione di AIRC presso IFOM. A questo, si sono aggiunti quello del 2020, con il sostegno dell’Imperial College di Londra, contro il Covid-19 e il long Covid e quello del 2021 in collaborazione con AIRC, volto a sostenere la ricerca sul cancro.
Attualmente, con oltre due milioni di download, la rete di smartphone creata da DreamLab equivale, a detta di Fondazione Vodafone, a un super computer virtuale in grado di elaborare miliardi di calcoli, senza raccogliere o divulgare i dati degli utenti.
La nuova ricerca, intitolata “Modellazione dei cicloni tropicali“, punta a sfruttare questo super computer virtuale per aiutare i ricercatori nella realizzazione di una banca dati di modelli di cicloni tropicali, in modo da poter prevedere in quali aree geografiche questi eventi potrebbero avere un impatto maggiore diventando sempre più frequenti.
Attualmente, a livello globale, la maggior parte dei Paesi possiede dati affidabili su questi fenomeni solo su un range temporale inferiore a 40 anni, troppo basso per i ricercatori perché possa essere funzionale al progetto.
Partendo quindi da una documentazione storica limitata, gli scienziati dell’Imperial College intendono realizzare oltre 100 milioni modelli ciclonici, attraverso la capacità di calcolo donata dagli utenti di Dreamlab, per poi elaborarli tramite nuovi algoritmi fisici, tenendo conto delle conseguenze del cambiamento climatico su questi fenomeni.
Nel dettaglio, durante la sua prima fase, il progetto, denominato “Imperial College Storm Model” (IRIS), sarà alimentato con i dati storici attualmente esistenti in diverse regioni del mondo, e simulando diversi cicloni tropicali ricreati in laboratorio, genererà posizione, traccia e velocità del vento sulla base dei nuovi algoritmi.
Questi dati si baseranno sul cosiddetto tempo di ritorno, ovvero una ricorrenza media, connessa a una probabilità, delle categorie di tempeste. Un tipo di tempesta con un periodo di ritorno pari a 100 anni, ad esempio, si riferisce a un fenomeno che potrebbe verificarsi in media ogni 100 anni.
La seconda fase del progetto IRIS partirà da questi presupposti, indagando su come i modelli varino a causa del cambiamento climatico, per ipotizzare dove è plausibile siano più frequenti in futuro cicloni particolarmente dannosi.
Secondo Fondazione Vodafone, questi dati daranno un mano ai ricercatori e al pubblico nel comprendere meglio il rischio di cicloni sulle varie comunità e in che modo il cambiamento climatico sta peggiorando i loro effetti in tutto il mondo.
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