Il Consiglio di Amministrazione di TIM, riunitosi oggi 9 novembre 2022 sotto la presidenza di Salvatore Rossi, ha pprovato l’Informativa Finanziaria al 30 settembre 2022.
I ricavi da servizi a livello di Gruppo TIM in crescita dello 0,5% nei primi nove mesi 2022 a 10,8 miliardi di euro e del 3,0% YoY a 3,7 miliardi di euro nel terzo trimestre 2022.
I risultati di Gruppo nel terzo trimestre, durante il quale è proseguita l’azione di stabilizzazione e di rilancio del business domestico e l’accelerazione dello sviluppo di TIM Brasil, sono pienamente in linea con i target per l’esercizio 2022 che erano stati in parte rivisti al rialzo lo scorso agosto (EBITDA organico di Gruppo ‘high single digit decrease’ da ‘low teens decrease’, EBITDA After Lease di Gruppo ‘low teens decrease’ da ‘mid to high teens decrease’).
In particolare, rispetto al terzo trimestre 2021, a livello di Gruppo i ricavi totali sono in crescita dell’1,1% YoY a 4,0 miliardi di euro (-1,4% YoY nel secondo trimestre e -4,5% YoY nel primo), i ricavi da servizi aumentano per il secondo trimestre consecutivo (+3,0% YoY a 3,7 miliardi di euro, +1,0% YoY nel secondo trimestre e -2,5% YoY nel primo trimestre) grazie al contributo positivo sia del Business Domestico sia del Brasile.
In Italia è proseguita la strategia di posizionamento premium ‘Value vs. Volume’ che ha visto limitare al massimo le attività promozionali e che ha contribuito a una maggiore razionalità del mercato sia fisso sia mobile, in Brasile è proseguita l’integrazione degli asset di Oi e la strategia di crescita organica nel fisso.
L’EBITDA di Gruppo rallenta la crescita negativa (-6,5% YoY a 1,6 miliardi di euro, -8,5% YoY nel econdo trimestre e -13,3% YoY nel primo trimestre), nonostante il trimestre luglio – settembre 2021 avesse beneficiato di partite non ricorrenti.
In particolare, l’EBITDA della Business Unit Domestic è stato pari a 1,1 miliardi di euro (-16,2% YoY) e quello di TIM Brasil è risultato pari a 0,5 miliardi di euro. La flessione dell’EBITDA organico della Business Unit Domestic (-16,3% YoY) oltre che alla riduzione dei ricavi, è legata alla crescita dei costi operativi (+2,5% rispetto al terzo trimestre 2021), dovuta principalmente a un aumento dei costi del personale, che nel terzo trimestre 2021 erano stati influenzati da benefici che non si sono ripetuti nell’esercizio corrente nonché da un maggior numero di giornate di solidarietà.
L’EBITDA After Lease si è attestato a 1,3 miliardi di euro (-11,2% YoY): 1,0 miliardi di euro a livello di Business Unit Domestic (-18,0% YoY) e 0,3 miliardi di euro per TIM Brasil (+14,3% YoY).
Nel corso del trimestre sono inoltre proseguite le azioni di contenimento dei costi volte ad aumentare il livello di efficienza strutturale di TIM Domestic (‘Piano di Trasformazione’, target cumulato di riduzione dei cash cost di 1,5 miliardi di euro entro il 2024 rispetto all’andamento inerziale). Al 30 settembre, la riduzione dei costi operativi rispetto al trend inerziale è stata pari a circa 270 milioni di euro, il 90% circa del target fissato per il 2022.
È inoltre proseguita l’attenta gestione del rischio legato alla crescita dei costi dell’energia (come specificato nel paragrafo ESG) che consentirà di limitare l’impatto atteso per l’intero esercizio 2022 a una crescita ‘mid single digit’ e che prevede delle azioni di contenimento dei consumi nel corso del 2023 a fronte dell’incremento previsto per l’espansione della rete e dei Data Center.
A supporto della propria posizione di liquidità, nel mese di agosto TIM ha incassato 1,3 miliardi di euro dalla cessione della quota indiretta in Inwit e nel mese di luglio 2 miliardi di euro relativi al finanziamento sindacato con primarie banche nazionali ed internazionali che beneficia della garanzia SACE.
L’Equity free cash flow dei nove mesi è negativo per 235 milioni di euro su base after lease (positivo per 261 milioni di euro l’equity free cash flow).
Sul fronte delle iniziative strategiche, di seguito un aggiornamento del piano presentato lo scorso 7 luglio 2022 in occasione del Capital Market Day, che ha come obiettivo il superamento dell’integrazione verticale attraverso la separazione degli asset infrastrutturali di rete fissa (NetCo) dai Servizi (ServiceCo con TIM Consumer, TIM Enterprise e TIM Brasil) e la riduzione dell’indebitamento attraverso operazioni di trasferimento e valorizzazione di alcuni asset.
TIM Consumer ha registrato ricavi totali e ricavi da servizi in calo rispettivamente del 9,6% YoY e del 7,4% YoY nei nove mesi, con un miglioramento nel terzo trimestre (-8,6% YoY e -6,0% YoY rispettivamente).
Positivo l’andamento dei trend operativi nel trimestre, con un tasso di disattivazione dei clienti (churn) in netto calo sul fisso e sul mobile, dove ha registrato il livello più basso di sempre.
Sono proseguite le iniziative volte a implementare la strategia di posizionamento premium ‘Value vs. Volume’, tra cui il lancio di un nuovo portafoglio di offerta che include la prima connessione a 10 Gbps disponibile sul mercato italiano e il re-pricing selettivo della customer base fissa e mobile, con un beneficio atteso di circa 50 milioni di euro a regime.
Mentre le attività di re-pricing proseguiranno nei prossimi trimestri, entro fine anno sarà introdotto nei nuovi contratti un meccanismo di indicizzazione dei prezzi all’inflazione.
TimVision, nel terzo trimestre, ha registrato una crescita nel numero complessivo dei clienti (+2% YoY) e di quelli che hanno sottoscritto il pacchetto Calcio (+44% YoY), nonostante la rinuncia da parte di TIM all’esclusiva nella distribuzione della Serie A a seguito della rinegoziazione dell’accordo con DAZN.
TIM Enterprise nei nove mesi ha confermato una crescita superiore a quella del mercato con un incremento dei ricavi totali e dei ricavi da servizi rispettivamente del 5,9% YoY e dell’8,8% YoY (+5,5% YoY e +7,4% YoY rispettivamente nel terzo trimestre).
Il mix dei ricavi nei nove mesi ha mostrato un andamento in linea con le attese: Connettività (-4% YoY), Cloud (+56% YoY), IoT (+7% YoY) e Security (+35% YoY). Nel loro complesso, i servizi ICT hanno generato il 56% dei ricavi complessivi rispetto al 51% nei primi nove mesi del 2021.
Migliora ulteriormente la visibilità sulla crescita futura che sarà trainata, tra gli altri, dal contributo del Polo Strategico Nazionale (ricavi cumulati attesi pari a 1,1 miliardi di euro in 13 anni), dalla recente aggiudicazione delle gare ‘Scuole Connesse – Sanità Connessa’, dalle trattative in corso per un valore complessivo di 0,6 miliardi di euro e dai contratti con le Pubbliche Amministrazioni in corso di attivazione per un valore complessivo di 1,1 miliardi di euro.
NetCo ha riportato ricavi totali e ricavi da servizi in calo rispettivamente del 4,8% YoY e del 3,8% YoY nei nove mesi, con un miglioramento nel terzo trimestre (-2,6% YoY e -2,7% YoY rispettivamente). La riduzione è dovuta principalmente a transazioni one-off contabilizzate nel primo semestre dell’anno scorso che hanno avuto un impatto di circa 3,2 punti percentuali sulla riduzione dei ricavi totali e di 1,7 punti percentuali su quella dei ricavi da servizi.
Al 30 settembre 2022, NetCo gestiva 16 milioni di accessi fissi (di cui oltre 71% in tecnologie FTTx) con una quota di mercato dell’82% e una copertura in FTTx superiore al 94% delle linee attive (oltre 57% con velocità superiore a 100 Mbps). Le unità tecniche raggiunte con tecnologia FTTH erano 7,2 milioni, pari a una copertura di circa il 29%, in crescita di 4 punti percentuali rispetto a fine 2021.
Nel mese di ottobre 2022 AGCom ha avviato una consultazione pubblica volta a stabilire i prezzi regolati nel mercato Wholesale per il 2023.
Le nuove tariffe, che prevedono una riduzione per i servizi di accesso in fibra e un aumento per quelli in rame, puntano a incentivare la migrazione alla fibra e a ridurre il significativo gap tra i prezzi regolamentati per il rame nel mercato italiano rispetto ai principali paesi europei.
Sempre nel mese di ottobre 2022, AGCom ha approvato l’avvio di un market test della durata di 30 giorni sul meccanismo di indicizzazione dei prezzi introdotto da TIM nell’ambito dell’Offerta di coinvestimento.
Infine, per quanto riguarda il processo di integrazione delle reti di TIM e Open Fiber, lo scorso 29 ottobre 2022 TIM ha reso noto di aver siglato con CDP Equity (CDPE), società interamente partecipata da Cassa Depositi e Prestiti (CDP), Teemco Bidco S.à.r.l., società lussemburghese controllata da uno o più fondi gestiti da Kohlberg Kravis Roberts & Co. L.P. (KKR), Macquarie Asset Management. (Macquarie) e Open Fiber un accordo di modifica del protocollo di intesa non vincolante (Memorandum of Understanding) relativo al progetto di integrazione tra le reti di TIM e Open Fiber, sottoscritto lo scorso 29 maggio 2022, che ne proroga l’efficacia al 30 novembre 2022, fatta eccezione per gli obblighi di esclusiva che vengono meno a far data dal 31 ottobre 2022.
TIM Brasil ha registrato nei nove mesi ricavi totali e ricavi da servizi in crescita rispettivamente del 18,5% YoY e del 18,4% YoY e un EBITDA in aumento del 16,2% YoY. Nel terzo trimestre si è riscontrata un’ulteriore accelerazione nella crescita dei ricavi da servizi (+24,7% YoY), dell’EBITDA (+24,5% YoY) e della generazione di cassa operativa (EBITDA-Capex +36% YoY) grazie a una solida performance organica e agli asset di Oi che, essendo stati integrati a partire da maggio 2022, per la prima volta hanno contribuito per un intero trimestre.
Numerosi i fattori che hanno sostenuto la performance, tra cui l’integrazione degli asset mobili di Oi che procede in linea con le aspettative (già migrati 2,3 milioni di clienti), le azioni di repricing della customer base, il vantaggio competitivo sul 5G (TIM Brasil è leader nella copertura 5G) e la riduzione della tassa ICMS (imposta sulla circolazione delle merci e dei servizi) che sta sostenendo la domanda dei consumatori finali.
Nel terzo trimestre 2022 il tasso di abbandono (‘churn’) nel segmento mobile si è portato ai livelli più bassi degli ultimi 16 anni (3,1%, -0,5pp YoY) ed è migliorato anche nel fisso (2,9%, -0,1pp YoY).
Il numero complessivo delle linee mobili di TIM si è attestato a 30,5 milioni, in crescita rispetto al trimestre precedente di 88 mila unità.
In un mercato che rimane competitivo nella parte a minor valore (clientela low spending), prosegue il trend di stabilizzazione della base clienti: nella ‘mobile number portability’ (ovvero il flusso verso altri operatori) TIM registra il miglior risultato tra gli operatori infrastrutturati con un saldo netto pari a -42 mila linee.
Al tempo stesso il settore vede il flusso delle portabilità ridursi complessivamente di oltre il 5% YoY, a dimostrazione del raffreddamento della competizione nella parte a maggior valore (clientela high spending).
Pur in assenza del piano voucher per i clienti Consumer che aveva avuto un impatto positivo anche sulle performance del terzo trimestre 2021, l’andamento delle linee fisse è in miglioramento rispetto ai trimestri precedenti (-59 mila). In aumento del 6,2% YoY il ricavo medio dei clienti retail (ARPU BB + ICT). Nel terzo trimestre sono state attivate oltre 100 mila nuove linee retail e wholesale a banda ultralarga, raggiungendo 10,5 milioni di unità con un incremento di oltre l’8% YoY.
Al 30 settembre 2022 oltre il 94% dei clienti su rete fissa TIM è raggiunto dalle reti FTTH o FTTC a livello nazionale; nelle aree bianche tale percentuale si attesta al 76%. Prosegue, inoltre, la crescita della copertura FTTH di TIM che ha raggiunto circa il 29% delle unità immobiliari.
La rete 4G di TIM copre oltre il 99% della popolazione nazionale, mentre la rete 5G di TIM al 30 settembre 2022 ha raggiunto 261 Comuni.
Nei primi nove mesi del 2022 il volume di dati gestito sulla rete ultra broadband mobile di TIM è cresciuto del 31,4% rispetto ai primi nove mesi del 2021.
Il 30 settembre 2022 TIM ha corrisposto la quinta e ultima rata, pari a 1,7 miliardi di euro, dei complessivi 2,4 miliardi di euro dovuti in ottemperanza agli impegni assunti dalla Società a seguito dell’aggiudicazione dei diritti d’uso delle bande di frequenza di telefonia mobile di cui alla “Gara 5G“, posta in essere nel 2018 dal Ministero per lo Sviluppo Economico.
Le frequenze 5G consentono a TIM, unitamente alle altre bande di frequenza già in suo possesso, di coprire tutti i casi d’uso previsti dall’International Telecommunication Union (ITU) per il 5G (IMT-2020 5G), soddisfacendo così le esigenze del mondo, in fortissima crescita, del IoT grazie alla possibilità di gestire contemporaneamente migliaia di connessioni, dell’Industry 4.0 grazie alle latenze bassissime, dell’entertainment grazie alle elevate velocità di trasmissione sopra i 2 Gbps ed infine delle applicazioni automotive e mission critical (Public Safety e Public Protection/ Disaster Releif) grazie all’elevata affidabilità delle connessioni.
Va messo in evidenza che TIM, nella banda 3,4 – 3,8 GHz è l’unico operatore mobile italiano a disporre di 100 MHz (20 MHz in banda 3,4-3,6 GHz e 80 MHz in banda 3,6 – 3,8 GHz) e quindi in grado di offrire throughput e latenza significativamente migliori dei competitor nazionali.
Nel Piano Strategico 2022 -2 024, TIM ha rafforzato i propri impegni ambientali, sociali e di governance introducendo nuovi e più ambiziosi obiettivi ESG.
Nel corso del terzo trimestre è proseguita l’attività di efficientamento del consumo dell’energia operando in modo specifico su infrastrutture di rete e data center grazie ad operazioni di decommissioning degli impianti meno efficienti.
Ad oggi TIM ha completato in tutta Italia lo spegnimento del servizio 3G sulla rete mobile, riducendo a regime le emissioni complessive del 4,3%. Per contenere il consumo energetico all’interno degli uffici, TIM ha inoltre promosso una campagna di sensibilizzazione delle proprie persone per incoraggiare comportamenti virtuosi con un decalogo che indica le “dieci abitudini per un ufficio sostenibile”.
L’insieme di queste attività contribuisce ad un’attenta gestione del rischio legato alla crescita dei costi dell’energia, limitando l’impatto atteso sul loro aumento per l’intero esercizio 2022 e contribuendo al contenimento delle emissioni di CO2 come da Piano.
Nel terzo trimestre prosegue come da Piano l’approvvigionamento di energia green grazie all’accordo di PPA (Power Purchase Agreement) con ERG e al programma di acquisto di Garanzie di Origine. I dati relativi ad approvvigionamento ed efficientamento verranno comunicati a chiusura di anno.
È stato poi avviato il servizio carpooling per i dipendenti TIM su alcune sedi, per valutarne un’estensione del servizio all’intero territorio sulla base dei risparmi attesi di carburante e delle emissioni di CO2, in considerazione del fatto che questa iniziativa può contribuire al raggiungimento del target di Piano di Scope 3 che prevede il -47% di CO2 al 2030.
Sempre con riferimento all’obiettivo di Scope 3, nel terzo trimestre TIM ha stipulato una partnership con Eni sul progetto Open-es2 con l’obiettivo di rilevare le performance di sostenibilità dei propri fornitori, rafforzare il processo di qualificazione con standard ESG di mercato e costruire percorsi condivisi di crescita in questo ambito.
Infine, nel corso del terzo trimestre, TIM è entrata a far parte della European Green Deal Coalition, l’alleanza formata dai leader europei del settore ICT con il sostegno della Commissione Europea e del Parlamento Europeo, che mira a valorizzare il ruolo centrale della digitalizzazione nella riduzione delle emissioni di CO2 attraverso tecnologie innovative a basso impatto ambientale.
Noovle, cloud company del Gruppo TIM e Società Benefit, dispone di 16 Data Center realizzati secondo i massimi livelli di sicurezza, protezione, operatività ed efficienza energetica che hanno gestito un volume di dati che al 30 settembre risulta pari a 79,5 byte continuamente ottimizzato grazie a operazioni di efficientamento che consentono di utilizzare in ogni momento la minor quantità di risorse informatiche senza incidere sull’erogazione dei servizi.
Nel terzo trimestre TIM ha avviato un importante processo di digitalizzazione dei processi di rendicontazione del bilancio non finanziario. Va avanti inoltre il deployment della tassonomia europea secondo le modalità previste dai tavoli europei.
Nel corso dell’ultimo Comitato endoconsiliare di Sostenibilità è stata approvata la lista dei nuovi temi di impatto ESG da considerare per le attività di rendicontazione e per la focalizzazione delle attività ESG del 2023.
Nel corso del 2022 è stata avvita l’attività di riorganizzazione dei Consigli di Amministrazione per incrementare il numero di donne. Nell’ultimo trimestre sono stati rinnovati i Board di Tim Retail, Telsy e Olivetti, portando il numero di consigliere donne ad oltre il 60%.
Per quanto riguarda gli indici ESG, ad agosto 2022 TIM è stata confermata da Ecovadis, piattaforma internazionale di valutazione di sostenibilità aziendale di supply chain, nella top list delle aziende valutate; mentre a settembre da Refinitiv Diversity & Inclusion, uno dei principali indici di riferimento per gli investitori sostenibili, come il primo gruppo nel settore delle telecomunicazioni e la prima azienda in Italia e in Sud America (tramite TIM S.A.) per le politiche di inclusione e promozione della diversity.
Il personale del Gruppo TIM al 30 settembre 2022 è pari a 51.906 unità, di cui 42.341 in Italia (51.929 unità al 31 dicembre 2021, di cui 42.347 in Italia).
Nei primi nove mesi del 2022 gli investimenti industriali e per licenze di telefonia mobile/spectrum sono pari a 2.762 milioni di euro (2.720 milioni di euro nei primi nove mesi del 2021).
I ricavi della Business Unit Domestic ammontano a 8.673 milioni di euro, in diminuzione di 608 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2021 (-6,6%). In termini organici si riducono di 633 milioni di euro (-6,8% rispetto ai primi nove mesi del 2021).
I ricavi da Servizi stand alone ammontano a 7.977 milioni di euro (-354 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2021, -4,2%) e scontano gli impatti del contesto competitivo sulla customer base nonché una riduzione dei livelli di ARPU; in termini organici, si riducono di 379 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2021 (-4,5%).
In dettaglio i ricavi da Servizi stand alone del mercato Fisso sono pari, in termini organici, a 6.096 milioni di euro, con una variazione negativa rispetto ai primi nove mesi del 2021 (-4,9%) dovuta prevalentemente alla diminuzione degli accessi dei livelli di ARPU ed alla presenza nei primi nove mesi del 2021, di transazioni non ripetibili sul segmento Wholesale, parzialmente compensata dalla crescita dei ricavi da soluzioni ICT (+175 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2021, +20,1%);
I ricavi da Servizi stand alone del mercato Mobile sono pari a 2.281 milioni di euro (-79 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2021, -3,4%) principalmente per effetto della contrazione della customer base connessa a linee Human e dei livelli di ARPU.
I ricavi Handset e Bundle & Handset, inclusa la variazione dei lavori in corso, sono pari, in termini organici, a 696 milioni di euro nei primi nove mesi del 2022, in diminuzione di -254 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2021, in maggior parte attribuibile al comparto Fisso.
Il Consiglio di Amministrazione di TIM, riunitosi oggi 9 novembre 2022 ha approvato anche l’avvio del processo di societarizzazione di TIM Enterprise, in linea con quanto comunicato al Capital Market Day dello scorso 7 luglio 2022.
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