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Report Telco 2022 Mediobanca: in Italia giro d’affari diminuito di oltre 14 miliardi di euro

TIM scende al 19° posto nella classifica mondiale per ricavi

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Nei giorni scorsi, l’Area Studi Mediobanca ha presentato l’indagine annuale sui maggiori Gruppi mondiali e italiani nel settore delle telecomunicazioni, aggiornata con i dati del primo semestre 2022.

La pubblicazione del nuovo report è stata annunciata dalla stessa Area Studi di Mediobanca il 25 Ottobre 2022, report che è stato anche citato nei giorni scorsi dall’AD di TIM Pietro Labriola.

Il Report Telco 2022 di Mediobanca analizza l’andamento economico e patrimoniale del quinquennio 2017-2021 dei 30 maggiori Gruppi internazionali del settore delle telecomunicazioni con ricavi superiori ai 9 miliardi di euro ciascuna, di cui 13 hanno sede nell’Emea, 11 in Asia & Pacifico e le rimanenti 6 nelle Americhe.

Lo studio contiene anche un approfondimento sui dati dei primi 6 mesi del 2022 e in più un approfondimento sulle dinamiche più recenti del mercato italiano.

Per quanto riguarda il mercato italiano, secondo la nuova indagine di Mediobanca in Italia il giro d’affari del settore telco è diminuito di oltre 14 miliardi di euro tra il 2010 e il 2021 (-3,7% medio annuo), con la rete mobile in maggior affanno (-5%) rispetto alla rete fissa (-2,5%).

Nello specifico, gli introiti da SMS sono diminuiti di 2 miliardi di euro (quasi azzerandosi) e i ricavi voce sono scesi di 5,6 miliardi di euro nel fisso e di 6,3 miliardi di euro nel mobile (viene citata AGCOM come fonte di questi dati).

Tali dinamiche, secondo l’Area Studi Mediobanca, sono influenzate dalle pressioni competitive (anche da parte degli OTT), che in Italia avrebbero causato la più marcata contrazione delle tariffe telefoniche (-20,5%) rispetto al -4,9% medio europeo nel quinquennio 2017-2021.

Nel primo semestre 2022 i ricavi domestici dei principali operatori italiani hanno proseguito il trend calante, scendendo del 4,6% (-3,1% il comparto mobile e -5,8% il fisso).

La contrazione del fatturato rimane concentrata nei primi tre operatori: TIM (-7,5% la “domestic unit”), WindTre (-6,1%) e Vodafone (-2,5%), con una diminuzione cumulata di 258 milioni di euro nei servizi mobili.

Secondo l’analisi di Mediobanca continua invece la crescita di Iliad (+15,4% sul primo semestre 2021), mentre sono in rialzo anche PosteMobile (+3,3%) e Fastweb (+1,5%).

Come ricorda Mediobanca, le forti spinte inflazionistiche mettono sotto pressione la sostenibilità finanziaria di un settore energivoro, soprattutto nei mercati più frammentati e competitivi come quello italiano.

A fine 2021 in Italia, nel comparto mobile operavano quattro player infrastrutturati e 23 operatori virtuali (MVNO), mentre erano numerosi i soggetti attivi nella rete fissa, con l’aggiunta di nuovi operatori come Iliad, Sky Italia e Virgin Fibra.

L’Area Studi Mediobanca cita anche la fusione tra Tiscali e Linkem Retail finalizzata ad Agosto 2022, che rappresenterebbe “un primo tangibile segnale di consolidamento del settore”.

Dal confronto tra i conti aggregati dei principali operatori italiani (rappresentativi di circa il 95% del mercato complessivo) e quelli dei big mondiali emerge una redditività inferiore dei primi, con graduale allargamento del divario nel quinquennio 2017-2021 e in forte accelerazione nel 2021.

Per il mercato italiano, il calo del giro d’affari e il rialzo dei costi hanno portato a un EBIT margin del 3,3% nel 2021 (dal 13,5% nel 2017), rispetto al 15,9% delle big mondiali (14,2% nel 2017).

Secondo Mediobanca, l’inasprimento del contesto competitivo e la necessità di nuovi investimenti per realizzare su larga scala il 5G e incrementare la diffusione della fibra spingono il settore a cogliere le opportunità di crescita provenienti dalle nuove tecnologie (tra cui cloud, Al e servizi ICT) e dalla diversificazione industriale (offerta di nuovi servizi come ad esempio energia, pagamenti digitali, cybersecurity).

Analizzando più approfonditamente i dati dei principali operatori in Italia nel 2021, secondo il report di Mediobanca risulta che TIM (attività italiane) è prima per fatturato (12,5 miliardi di euro, -3,1% rispetto al 2020) davanti a Vodafone (5 miliardi di euro, -2,5%), WindTre (4,5 miliardi di euro, -7,9%) e Fastweb (2,4 miliardi di euro, +3,7%), mentre Iliad risulta essere in quinta posizione (0,8 miliardi di euro, +18,9%).

Escludendo quelle che secondo Mediobanca sono “start-up” (Iliad e Open Fiber) e le più piccole PosteMobile, Eolo e Linkem, nel quinquennio 2017-2021 Fastweb è l’unica a crescere (+22,6%).

In uno scenario di generale ridimensionamento dei margini, WindTre risulta essere l’operatore con l’EBIT margin più elevato nel 2021 (10,7%), seguito da Fastweb (8,9%) e TIM (6,5%), la cui redditività secondo il report Mediobanca si è quasi dimezzata rispetto al 2020 per effetto dell’incremento dei costi operativi conseguente l’avvio di nuovi business (calcio, cloud, ICT e digital companies).

Fastweb segna invece il migliore risultato netto normalizzato in rapporto ai ricavi (7,2%).

Sempre in merito all’Italia, il report di Mediobanca analizza anche l’ambito della trasformazione digitale, dove il Paese avrebbe recuperato terreno nel benchmarking europeo, grazie soprattutto ai progressi in tema di connettività, con la copertura delle reti NGA (New Generation Asset) che in Italia è salita nel 2021 al 97% delle famiglie residenti (rispetto al 93% del 2020), superiore al 90% medio europeo.

Tuttavia, l’Area Studi Mediobanca sottolinea che la percentuale di famiglie italiane con accesso alla rete fissa ad altissima capacità è ancora bassa (44%, rispetto al 70% della media europea) e sono ancora scarse le competenze digitali di base, possedute da meno della metà degli italiani, con i più bassi tassi di laureati in ambito ICT in ambito UE 27.

Mediobanca afferma che è quindi prioritario “cogliere le opportunità offerte dal Recovery Fund”, con il quale sono stati assegnati all’Italia risorse per 235 miliardi di euro (inclusi i fondi complementari). Anche per il settore delle telecomunicazioni sono attesi “forti benefici” dalla piena operatività del Recovery Fund europeo, grazie ai 49,8 miliardi di euro destinati all’informatizzazione del Paese, con interventi rivolti alla digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e allo sviluppo di reti ultra broadband, 5G e satellitari.

Passando invece alla situazione internazionale, in un contesto geopolitico in peggioramento, secondo il report Mediobanca nel primo semestre del 2022 il comparto delle telco si è mostrato resiliente, con il giro d’affari aggregato dei principali gruppi mondiali in crescita del 3,6% (sul primo semestre 2021), trainato dalle società cinesi (+10,7%). Ottengono risultati positivi anche i player delle Americhe (+1,5%) e dell’Emea (+1,1%), dove però l’Europa è ancora al palo (+0,5%).

In Europa, Deutsche Telekom guida la classifica con ricavi pari a 56,2 miliardi di euro (+1,5% sul primo semestre 2021), seguita da Vodafone (22,7 miliardi di euro, +1,8%), Orange (21,3 miliardi di euro, +2,1%), Telefònica (19,5 miliardi di euro, -4,2%), BT Group (12 miliardi di euro, -0,5%), Altice (7,9 miliardi di euro, +6%) e TIM (7,6 miliardi di euro, -2,9%).

Gli investimenti sono complessivamente saliti del 7,1%, salvo diminuire dello 0,2% in Asia, con l’Emea a +4,8% (+2,9% in Europa) e con il maggiore incremento negli USA (+21,9%) dove sono principalmente destinati allo sviluppo del 5G.

Gli Stati Uniti d’America hanno così superato nel terzo trimestre 2022 la Cina in termini di diffusione della nuova tecnologia 5G (41,9% contro 38,4% delle connessioni), la cui penetrazione è ai massimi in Corea del Sud (56,4%).

A fronte di una media mondiale pari all’11,2%, l’Europa si ferma all’8% nella penetrazione del 5G; Germania (19,6%) e Regno Unito (17,4%) fungono da apripista, mentre l’Italia è attardata con l’8,7%, ma è piazzata meglio di Spagna (7,8%) e Francia (7%).

Nel 2021 i ricavi aggregati dei 30 maggiori operatori mondiali hanno segnato una crescita del +3,7% sul 2020, grazie al rimbalzo delle vendite di dispositivi (+17,2%) e delle divisioni Media&Entertainment (+18,4%), con i ricavi da servizi cresciuti del 2,4%.

Secondo l’indagine Mediobanca, le telco asiatiche sono apparse più “effervescenti”, chiudendo i 12 mesi del 2021 in progressione del +7,2%, mentre per i gruppi americani (+1%) e dell’Emea (+2,0%) i rialzi sono più contenuti.

Nella classifica mondiale per ricavi, le prime due posizioni sono entrambe occupate da gruppi statunitensi (AT&T a 149,1 miliardi di euro e Verizon a 118 miliardi di euro), seguiti da China Mobile (con 117,9 miliardi di euro) che ha scalzato Deutsche Telekom (108,8 miliardi di euro) dall’ultimo gradino del podio.

La centralità dei player asiatici è confermata dalla presenza di cinque di essi tra i primi dieci operatori. Invece, l’operatore italiano TIM è sceso in 19esima posizione, superata dalla canadese BCE.

L’analisi di Mediobanca si sofferma anche su come il settore delle telecomunicazioni ha affrontato la crisi sanitaria dovuta al Coronavirus e la guerra in corso in Ucraina.

Con il termine della fase più acuta della crisi sanitaria, secondo il report nel 2021 i ricavi della telefonia in Europa hanno mostrato segni alterni. Il primo mercato è quello tedesco con ricavi per 58,1 miliardi di euro (+1,6% sul 2020), seguito da Regno Unito (37 miliardi di euro, -4,1%), Francia (36,1 miliardi di euro, +2,5%) e Spagna (29,6 miliardi di euro, +1,6%)

L’Italia occupa la quinta posizione con 27,8 miliardi di euro, in contrazione del 2,8% sul 2020 che contribuisce al calo cumulato del 13,7% nel quinquennio, il più ampio a livello europeo.

La redditività industriale delle telco europee secondo l’Area Studi Mediobanca è in leggera riduzione tra il 2017 e il 2021 con l’EBIT margin pari all’11,4%, in peggioramento di 80 punti base rispetto al 12,2% del 2017. In Europa, secondo lo studio di Mediobanmca sul podio della redditività nel 2021 salgono: Telenor (ebit margin al 21,2%), Swisscom (18,4%) e BT Group (15,1%).

Tra i principali operatori internazionali la giapponese Softbank vanta i margini industriali più elevati (ebit margin al 25,5%), seguita dalla statunitense Verizon (24,2%), con altri quattro player con valori superiori al 20%.

Sul fronte patrimoniale, a livello europeo Liberty Global ha la struttura finanziaria più solida (debiti finanziari sul capitale netto al 62,7%), seguita da Swisscom al 78,3% e con TIM al 148,1%; agli antipodi si collocano Telenor (419%) e Altice, quest’ultima con patrimonio netto negativo.

Secondo Mediobanca, la spinta impressa al traffico dati durante la fase emergenziale del 2020 è in parziale attenuazione nel 2021, con variazioni ritenute comunque “interessanti” soprattutto nella telefonia mobile, ricomprese in una forchetta tra il +20% della Francia, il +30% per il Regno Unito e l’Italia e il +40% circa per Germania e Spagna.

Nonostante ciò, il traffico dati è in aumento sui valori prepandemici, con i numeri della telefonia fissa del 2021 superiori del 70% in Spagna e in Italia rispetto a quelli di fine 2019, del 67% in Germania e di oltre il 40% nel Regno Unito.

Nella telefonia mobile le variazioni nell’ultimo triennio sono ancora più ampie, toccando il +132% in Spagna e il +107% in Italia.

Editing Simone Nicolosi

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