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Parlamento UE: approvata l’universalità del caricabatterie USB Type-C entro la fine del 2024

Nel corso della giornata di ieri, 4 Ottobre 2022, il Parlamento Europeo ha approvato definitivamente la proposta legislativa che promuove l’adozione di un tipo di caricatore universale per tutti i dispositivi elettronici all’interno dell’Unione Europea.

La proposta di legge fa parte di uno degli sforzi dell’UE relativo all’incentivo per i consumatori di compiere scelte sostenibili e volto a ridurre lo smaltimento dei rifiuti elettronici.

Di seguito, le parole di Alex Agius Saliba (S&D, MT), Relatore del Parlamento Europeo, che ha dichiarato:

“Il caricabatteria comune sarà finalmente realtà in Europa. Abbiamo aspettato più di dieci anni per queste regole, finalmente possiamo lasciare al passato l’attuale pletora di caricabatterie.

Questa legge a prova di futuro consente lo sviluppo di soluzioni di ricarica innovative e andrà a vantaggio di tutti, dai consumatori frustrati al nostro vulnerabile ambiente.

Sono momenti difficili per la politica, ma abbiamo dimostrato che l’UE non ha esaurito le idee o le soluzioni per migliorare la vita di milioni di persone in Europa e per ispirare altre parti del mondo a seguirne l’esempio.”

Sempre nella stessa giornata del 4 Ottobre 2022, il Relatore ha tenuto una conferenza stampa sull’esito della votazione finale in plenaria, che ha visto l’approvazione del testo legislativo con 602 voti favorevoli, 13 contrari e 8 astensioni.

Nell’ultimo decennio, il Parlamento ha più volte richiesto alla Commissione Europea una proposta relativa all’introduzione di uno standard per i caricabatterie, che è stata infine presentata il 23 settembre 2021.

Il 7 Giugno 2022, invece, come raccontato su MondoMobileWeb, si è arrivati a un accordo per l’approvazione formale della legge da parte del Consiglio Europeo che avverrà prossimamente, prima della sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea.

La direttiva entrerà poi in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e tutti i Paesi UE disporranno di 24 mesi di tempo per per poter applicare le nuove norme, che riguarderanno esclusivamente i prodotti immessi sul mercato dopo la data di applicazione.

Entro la fine del 2024, quindi, tutti i dispositivi elettronici portatili di piccole e medie dimensioni all’interno dell’UE, come ad esempio telefoni cellulari, tablet, fotocamere digitali, auricolari, cuffie, console per videogiochi, altoparlanti, e-reader, tastiere, mouse e sistemi di navigazione ricaricabili via cavo e operanti con una potenza fino a 100 Watt, dovranno essere dotati di una porta USB Type-C, a prescindere dalla casa produttrice.

In aggiunta, a partire dalla primavera del 2026, lo stesso obbligo verrà esteso anche ai computer portatili.

Roaming UE 5 anni

La totalità dei dispositivi che supportano la ricarica rapida dovranno disporre della stessa velocità di ricarica, in maniera tale da consentire agli utenti di ricaricare i propri dispositivi con qualsiasi caricabatterie compatibile, alla stessa velocità.

Siccome uno stesso caricabatteria potrà essere utilizzato su diversi dispositivi, le nuove disposizioni prevedono anche la possibilità, per i consumatori, di scegliere se acquistare un nuovo prodotto con o senza caricatore.

Attraverso apposite etichette poi, gli utenti saranno informati sulle caratteristiche di ricarica dei vari dispositivi in vendita, in modo tale da valutare, al momento dell’acquisto, la compatibilità del caricabatterie che hanno già a disposizione.

A questo proposito, si stima che i nuovi obblighi porteranno a un maggiore riutilizzo dei caricabatterie e potranno far risparmiare ai consumatori fino a 250 milioni di euro l’anno sull’acquisto di caricatori non necessari, e quindi inutilizzati, che ad oggi equivalgono a circa 11.000 tonnellate di rifiuti elettronici smaltiti all’anno nell’UE.

Infine, alla luce della diffusione della tecnologia di ricarica wireless, la Commissione europea dovrà anche impegnarsi ad armonizzare i requisiti di interoperabilità, sempre entro la fine del 2024, con l’obiettivo di liberarsi del cosiddetto lock in tecnologico, ovvero la situazione per cui un consumatore diventa dipendente da uno specifico produttore.

Editing Mattia Castro

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