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TIM, l’AD Labriola spiega perché il nuovo accordo con DAZN sarà migliorativo per TIM

Nel corso della conference call sui risultati del secondo trimestre 2022 di TIM, l’Amministratore Delegato del Gruppo, Pietro Labriola, ha risposto ad alcune domande sul nuovo accordo siglato con DAZN, che non prevede più l’esclusività per TIMVISION, insieme ad alcune sullo stato delle interlocuzioni in corso per la rete unica con Open Fiber.

L’AD si è espresso su questi e altri temi durante la sessione di domande e risposte della conference call che si è svolta dalle ore 11:00 di oggi, 4 Agosto 2022, a cui ha preso parte il Chief Financial Officer (CFO) Adrian Calaza anche con l’intervento di altri manager di TIM.

Molte delle domande poste dagli analisti al management del Gruppo TIM sono state incentrate sul caso delle ultime ore, ossia il nuovo accordo fra TIM e DAZN ufficializzato nella serata di ieri, 3 Agosto 2022, il quale sancisce che TIMVISION non avrà più l’esclusiva nell’ospitare l’app di DAZN, che potrà così essere distribuita, insieme ai diritti per la Serie A, anche da terze parti.

In seguito a questa nuova intesa fra l’operatore e la piattaforma che trasmette contenuti sportivi, già nel tardo pomeriggio di oggi è seguito l’annuncio dell’accordo fra DAZN e Sky, il quale dall’8 Agosto 2022 permetterà ai clienti dell’emittente satellitare di poter accedere nuovamente all’app DAZN sul decoder Sky Q (dopo essere stata rimossa lo scorso anno per via dell’esclusiva di TIMVISION) e inoltre anche la possibilità di richiedere a DAZN l’opzione per accedere al nuovo canale lineare ZONA DAZN su satellite e digitale terrestre, in modo da permettere ai clienti Sky che sono anche abbonati o si abbonano a DAZN di poter vedere tutte le partite di ogni giornata di Serie A tramite il decoder Sky.

Dunque, in questi primi giorni di Agosto 2022 si è conclusa una vicenda che si era aperta già alla fine del 2021, quando TIM aveva annunciato l’intenzione di rinegoziare l’accordo con DAZN, a causa di risultati non in linea con le aspettative dell’operatore, anche e soprattutto dal punto di vista finanziario, dato l’esborso non indifferente di TIM per avere l’esclusiva sulla sua piattaforma TIMVISION.

Con l’avvento di Pietro Labriola come nuovo Amministratore Delegato di TIM, quest’ultimo negli ultimi mesi si è espresso più volte sulla questione DAZN e sull’accordo di esclusiva per TIMVISION, affermando sempre che questo meccanismo delle esclusività non porta vantaggi specifici all’operatore.

DAZN LabrIola

Cosa ha detto Pietro Labriola sull’accordo con DAZN

A poche ore di distanza dall’ufficializzazione dell’accordo con DAZN con cui l’operatore non ha più l’esclusiva su TIMVISION, questa mattina l’AD di TIM ha risposto ad alcune domande in merito.

Con una prima domanda sulla questione, sono stati chiesti chiarimenti riguardo i risparmi provenienti dal nuovo contratto, in particolare se questi sono compresi nella nuova guidance dell’EBITDA.

A questo proposito, Pietro Labriola ha affermato che l’upgrade della guidance non considera nessun tipo di miglioramento relativo ai costi di DAZN, aggiungendo inoltre: abbiamo siglato un accordo che ci mette in una modalità Stop loss, quindi nella condizione di seguire le cose senza il rischio di peggioramenti. Questa è una cosa che abbiamo detto anche nel comunicato stampa di ieri dove abbiamo commentato i cosiddetti contratti complessi.

Tramite una seconda domanda sul tema è stato chiesto di chiarire quale sia di preciso la direzione intrapresa con il nuovo contratto siglato con DAZN e il relativo impatto, ma l’AD di TIM Labriola ha subito puntualizzato che fra le parti c’è un accordo di confidenzialità, che non permette di andare nei dettagli della nuova intesa.

Tuttavia, l’Amministratore Delegato ha spiegato che grazie al nuovo accordo TIM deve arrivare, come somma, ad un certo numero di clienti che permetterebbe all’operatore di coprire i costi, mentre nel contratto precedente questo era quasi del tutto sulle spalle di TIM.

Prima ancora che venisse ufficializzato l’accordo in serata, Labriola affermava già che l’uso di Sky come ulteriore partner di DAZN permetterà all’operatore di raggiungere più facilmente il target previsto dal contratto.

Dal punto di vista dell’impatto contabile del contratto di DAZN, l’AD spiega che nel primo anno l’impatto è stato più alto rispetto all’anno precedente perché TIM, con la piattaforma TIMVISION, nell’estate 2021 partiva sostanzialmente da zero clienti, mentre adesso i clienti TIMVISION con DAZN hanno raggiunto un numero vicino al mezzo milione, per cui partendo da questa base clienti il prossimo anno dovrebbe vedere un miglioramento dei dati.

Ad ulteriori richieste di spiegazioni sul perché il nuovo accordo è migliore per TIM, Labriola ricorda ancora una volta che c’è un accordo di riservatezza con DAZN, per cui non è possibile dare altri dettagli diversi da quelli rilasciati attraverso il comunicato stampa di ieri sera.

In ogni caso, l’Amministratore Delegato ci tiene ancora una volta a sottolineare che TIM con la nuova intesa deve “arrivare ad una specifica somma di clienti per raggiungere il break even, in qualche modo”, e che comunque il raggiungimento del break even è anche correlato alla “performance del nuovo player che arriva sul mercato (Sky, ndr)”.

Secondo Labriola, dunque, è “facile capire che se Sky prende un pezzo dell’esclusività, lo faranno di sicuro per avere più clienti”, ma allo stesso tempo rassicura che per TIM ci sono molte clausole che mettono al sicuro l’operatore in caso di “cannibalizzazione”. A questo punto l’AD si ferma spiegando che non può fornire ulteriori dettagli, altrimenti violerebbe l’accordo di riservatezza.

TIM Capital Market Day

Altre risposte della dirigenza TIM su Open Fiber e la competitività del mercato telco italiano

Come accennato, oltre alla questione DAZN, nel corso della sessione di domande e risposte della call di TIM sono stati affrontati anche altri temi che riguardano l’operatore, fra cui ad esempio l’accordo con Open Fiber.

In particolare, è stato domandato se ci saranno ulteriori tappe intermedie nelle discussioni fra le due aziende, oltre a quella prevista il prossimo 21 Ottobre 2022, oltre ad eventuali impatti dell’attuale incertezza politica in Italia sulla questione rete unica.

In questo caso Labriola ha risposto citando il contenuto di un’intervista rilasciata ieri da Pierpaolo Di Stefano di Cassa Depositi e Prestiti (CDP), responsabile della trattativa, che ha permesso così all’AD di riportare esattamente quello che è stato detto, e cioè che il tutto sta procedendo, l’ambiente politico non blocca le attività e si ritiene che la rete unica possa essere lo scenario migliore per tutte le parti; in seguito all’offerta (non vincolante prima e vincolante poi) le società faranno le loro valutazioni.

L’Amministratore Delegato di TIM ci tiene a precisare che queste non sono dunque “dichiarazioni di Pietro Labriola o di TIM, ma di Cassa Depositi e Prestiti”.

Sempre in merito ad Open Fiber, una ulteriore domanda sulle trattative in corso ha fatto riferimento ad indiscrezioni di stampa secondo cui TIM a Luglio 2022 si sarebbe recata a Bruxelles, chiedendo quindi quali sono state le discussioni avute con le Autorità europee e se sono sorte ulteriori problematiche che vanno considerate prima di siglare l’accordo vincolante.

L’AD Labriola ha confermato che con l’Autorità Antitrust UE l’operatore ha avuto una discussione di carattere generale, anche perché in questa fase non è possibile entrare nel merito in quanto non ci sono tutti i dettagli per parlarne.

Facendo una considerazione generale, Pietro Labriola aggiunge poi che in Europa c’è una nuova ondata per quanto riguarda una visione diversa del consolidamento del mercato, affermando che quello che è successo in Spagna la settimana scorsa sarà una sorta di test per vedere se c’è un cambiamento nelle Autorità Antitrust a livello europeo e se si vedrà in modo diverso il consolidamento di mercato in Europa”.

Su questo punto Labriola ricorda che gli Stati Uniti e il Brasile hanno solo tre operatori di rete, mentre l’Europa che è simile come dimensione a queste nazioni ne ha “tantissimi”, per cui secondo l’AD è necessario discutere con le Authority e rivedere la politica industriale europea sul consolidamento di mercato.

Infine, ad una domanda riguardante l’ambiente competitivo in Italia, che nonostante alcuni dati positivi vede ancora molta competizione anche sui prezzi, l’AD Labriola ha prima premesso che “altri operatori telco stanno cercando di aumentare i prezzi sulla base clienti, perché come successo in altri paesi europei tutti quanti stanno tentando di recuperare la pressione sulla base costi”, lasciando poi la parola ad Andrea Rossini, Chief Consumer, Small & Medium Business Market Officer di TIM.

Rossini innanzitutto spiega che ci sono tre elementi chiave per dare una panoramica dell’ambiente competitivo italiano.

Innanzitutto i volumi di clienti che migrano da un operatore all’altro, specificando ad esempio che nel mercato mobile nell’ultimo anno c’è stata una riduzione dei volumi di portabilità del numero (MNP): prima della pandemia, nel 2019, c’erano circa 3 milioni di MNP per trimestre, durante la pandemia si è arrivati a circa 2,5 milioni e nel secondo trimestre del 2022 il mercato delle MNP ha raggiunto circa 2,15 milioni, segnando quindi una significativa deflazione anche nei confronti dei volumi prima della pandemia.

Secondo Andrea Rossini la stessa tendenza si vede anche nel volume delle migrazioni nel fisso, quindi con una riduzione delle aggiunte nette, per cui anche i passaggi da un operatore all’altro nella rete fissa si stanno riducendo. In questo contesto però, Rossini sottolinea la performance di TIM affermando che l’operatore è andato “molto bene” su base trimestrale, anche rispetto agli altri operatori.

Il secondo elemento sono i prezzi di acquisizione dei clienti, e in questo senso Rossini afferma che alcune delle “promozioni più aggressive sul mercato sono state eliminate gradualmente”, sia per quanto riguarda il fisso che per il mobile. Questo, secondo il dirigente di TIM, è un “segnale promettente”.

Infine, il terzo elemento sono i nuovi prezzi applicati tramite modifiche ai già clienti, su cui Rossini vede una tendenza verso un aumento dei prezzi anche per la base clienti, visto che la maggior parte dei player ha già modificato i prezzi per il mobile e in alcuni casi anche per il fisso.

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