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Nuova TIM: cosa prevede il piano presentato dall’AD Labriola durante il Capital Market Day

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Poco più di una settimana fa, lo scorso 7 Luglio 2022, il Gruppo TIM ha presentato ufficialmente in occasione del Capital Market Day il suo piano per la creazione della “nuova TIM”, che prevede la separazione della rete e dai servizi con la creazione di quattro nuove entità, suddivise fra NetCo e ServiceCo.

Il Capital Market Day di TIM si è tenuto a partire dalle ore 11:00 del 7 Luglio 2022, con la presentazione (ecco il documento completo con le slide) del nuovo piano industriale di TIM condotta da Pietro Labriola, Amministratore Delegato e Direttore Generale del Gruppo, insieme ad Adrian Calaza, Chief Financial Officer (CFO) di TIM.

Rispetto alle consuete conference call con cui vengono illustrati ad analisti e investitori i risultati finanziari, in questo caso i due dirigenti di TIM si sono presentati in diretta video.

L’evento si è aperto con un breve saluto da parte dell’AD Labriola, in cui spiega che l’obiettivo del Capital Market Day è quello di illustrare nel dettaglio i dati e il perimetro del nuovo piano dell’azienda, basandosi quanto già illustrato nella Conference Call di Marzo 2022, la prima come CEO per Pietro Labriola.

Per quanto riguarda invece i risultati del secondo trimestre del 2022, Labriola ha dato appuntamento al prossimo 4 Agosto 2022, quando si terrà la nuova conference call.

Successivamente è stato dato il via alla presentazione vera e propria della nuova TIM, attraverso una registrazione con protagonisti gli stessi Labriola e Calaza.

La presentazione e il contesto del piano

Innanzitutto, Labriola ricorda la sua prima conference call in qualità di Amministratore Delegato di TIM, in cui aveva dichiarato che sarebbero state necessarie “decisioni coraggiose” per costruire il futuro dell’azienda, individuando un percorso per la creazione di valore.

Con la presentazione Labriola ha voluto quindi spiegare meglio il piano nel dettaglio, che prevede la separazione di TIM in quattro entità differenti, in particolare sulle ragioni del superamento dell’integrazione verticale.

L’obiettivo finale è quello di dimostrare che le quattro nuove entità possono avere risultati migliori in autonomia, mantenendo una struttura di capitale sostenibile per ognuna di esse anche dopo la separazione.

Labriola ricorda i venti contrari di questo periodo, oltre al fatto che TIM opera nel mercato “più regolamentato e competitivo d’Europa”, dove anche per via dell’ingresso di nuovi operatori i prezzi sono scesi. Per quanto riguarda le frequenze 5G, l’AD ricorda come il costo in Italia è stato tra i più alti al mondo.

Attraverso la suddivisione di TIM in 4 entità separate, l’azienda vuole “sbloccare la crescita” anche concentrandosi sull’efficientamento.

Nello specifico, le quattro entità sono NetCo, la società della rete, TIM Enterprise (grandi aziende e Pubblica Amministrazione), TIM Consumer (clienti privati e PMI) e TIM Brasil, con queste ultime tre che faranno parte della divisione ServiceCo.

Cosa cambia per TIM senza l’integrazione verticale

Labriola passa quindi ad illustrare la situazione delle entità in cui sarà suddivisa TIM, ma anche i possibili miglioramenti che ogni divisione potrà ottenere dal superamento dell’integrazione verticale e dalla focalizzazione sul proprio business di riferimento.

Ad esempio, per quanto riguarda TIM Consumer, Labriola ha affermato che grazie alla separazione dalla rete e quindi senza i relativi vincoli normativi potrà migliorare, nonostante operi in un mercato definito “affollato e ipercompetitivo”. L’Amministratore Delegato ha affermato che l’azienda dovrà essere “efficiente ed efficace” per essere pronti ad un futuro consolidamento del mercato.

Illustrando i potenziali benefici dall’operazione di separazione di TIM, Labriola insiste sul fatto che l’eliminazione dell’integrazione verticale, facendo diventare la nuova NetCo un operatore Wholesale Only come previsto dal nuovo Codice Europeo delle Comunicazioni Elettroniche, consentirà di allentare i vincoli normativi che “per anni hanno bloccato TIM”, permettendo così alla divisione ServiceCo di competere alla pari con gli altri operatori.

Dal punto di vista finanziario, è stato affermato che la separazione permetterà di avere una “storia più semplice da illustrare agli investitori”, aumentando la capacità di attrarre capitale esterno. A proposito del capitale di TIM, Labriola ha sottolineato la “solida posizione di liquidità” grazie ai 2 miliardi di finanziamento con la garanzia statale, che permetteranno di avere le scadenze del debito TIM coperte fino al 2024.

Confermata la riorganizzazione ipotizzata nei mesi scorsi

Andando nel dettaglio della riorganizzazione di TIM, durante il Capital Market Day Labriola ha affermato innanzitutto che quanto annunciato a Marzo 2022 è stato confermato.

NetCo sarà la società della rete TIM che comprenderà le attività wholesale nazionali (FiberCop) ed internazionali (Sparkle) e i relativi asset.

Invece, la società dei servizi, ServiceCo, sarà a sua volta composta da 3 entità di servizio che costituiscono il suo perimetro.

Gli asset che confluiranno nella ServiceCo di TIM

All’interno di TIM Consumer confluiranno i brand per clienti privati, ossia TIM, il secondo brand per la telefonia mobile Kena e la piattaforma streaming TIMVISION.

A questo proposito, durante la conferenza stampa, l’AD Labriola, rispondendo alle domande di MondoMobileWeb, ha affermato che TIM continuerà a puntare su Kena (con necessità di riposizionarlo come low cost) e anche su TIMVISION, in quest’ultimo caso con un modello di business che non punterà più sulle esclusive di contenuti.

Inoltre, sempre rispondendo alle domande l’Amministratore Delegato ha affermato che la gestione degli operatori virtuali di rete mobile (MVNO) su rete TIM, i cui marchi principali (oltre al secondo brand Kena) attualmente sono Fastweb, CoopVoce, Tiscali e Vianova, rimarrà nel perimetro di TIM Consumer.

Secondo quanto indicato dalle slide della presentazione, per quanto riguarda la rete di accesso TIM Consumer avrà una primaria con una selezione di IRU (Indefeasible Right of Use) di Fibra per il backhauling mobile, mentre in ambito backbone ci saranno delle fibre di giunzione e dorsali (IRU di fibra ottica per garantire competitività a ServiceCo) oltre a Backbone/HW di trasporto e piattaforme.

Da un punto di vista delle piattaforme, TIM Consumer manterrà delle piattaforme di servizi per il segmento consumer.

Infine, per garantire la funzionalità del segmento mobile di TIM, in TIM Consumer andranno tutti gli asset della rete mobile, ossia le frequenze, la rete e le piattaforme di servizi (sarà necessario un minimo di dorsali in fibra per offrire al segmento Enterprise i servizi e prodotti più importanti in autonomia).

Passando a TIM Enterprise, in questa entità confluiranno, oltre alla Business Unit Enterprise di TIM, anche le factory del Gruppo, ossia Noovle, Telsy e Olivetti.

In merito agli asset, come rete di accesso TIM Enterprise avrà sia una sua rete primaria che secondaria (con annessi cabinet) con una selezione di IRU di fibra ottica, mentre dal punto di vista del backbone avrà fibre di giunzione e dorsali (IRU di fibra ottica per garantire competitività a ServiceCo). TIM Enterprise disporrà anche dei Data Center di Noovle e delle piattaforme di servizi Enterprise.

Infine, per quanto riguarda il segmento mobile, come specificato anche dall’AD Labriola a MondoMobileWeb, TIM Enterprise potrà lavorare come operatore Full MVNO per rivendere i servizi ai suoi clienti del segmento mobile, grazie ad un accordo con la divisione Consumer che detiene gli asset della rete mobile. Questo vuol dire che TIM Enterprise disporrà di una propria rete mobile, per mantenere la configurazione del servizio e gestire autonomamente le SIM dei clienti.

A sinistra Pietro Labriola e a destra Adrian Calaza, rispettivamente AD e CFO di TIM.

La nuova NetCo per la rete e le trattative con Open Fiber

Infine ci sarà NetCo, l’entità che integrerà tutti gli asset di rete fissa TIM, fra cui anche quelli di FiberCop e Sparkle, compresa l’intera rete di accesso, quella primaria e secondaria, gli uffici centrali e le dorsali in fibra.

In merito a NetCo, l’AD Labriola ha affermato che separare la rete dai servizi offerti da TIM nel mercato interno è stata la “decisione in assoluto più importante da prendere”, nonostante l’azienda avesse preso in considerazione questa opzione per molti anni, ma soltanto negli ultimi mesi sarebbe emerso un “forte consenso interno”.

Questo perché secondo l’Amministratore Delegato sarebbe “diventato chiaro che i vantaggi dell’integrazione verticale sono andati perduti nel corso del tempo”.

Da un punto di vista del contesto di mercato in cui dovrà operare NetCo, Labriola sottolinea che la bassa adozione delle connessioni a banda larga e ultra larga in Italia è dovuta a fattori strutturali, come ad esempio le troppe famiglie con connessioni solo di rete mobile (il 30% del totale), che però diventa un potenziale di crescita attualmente non sfruttato.

Si ricorda che la nuova NetCo è oggetto del protocollo d’intesa con cui TIM sta discutendo l’integrazione degli asset con Open Fiber, per la creazione della cosiddetta rete unica.

Da questo punto di vista, il CFO Adrian Calaza ha affermato che TIM sta lavorando per la completa cessione di NetCo, e in questo senso il piano preferito e a cui si sta dando priorità è l’accordo con Open Fiber dopo la firma del Memorandum.

Fra le opzioni in valutazione, l’operazione potrebbe prevedere che NetCo sia controllata interamente da Open Fiber, così da portare avanti il modello wholesale only che può facilitare il processo di approvazione.

Da un punto di vista finanziario, con la separazione di NetCo fino a 11 miliardi di euro di debito andrebbero fuori dal bilancio di TIM.

Calaza ha sottolineato comunque che TIM non ha fretta e che ci sono diverse opzioni in valutazione. Nel caso in cui l’integrazione di NetCo con Open Fiber non dovesse andare in porto ci sono quindi operazioni alternative possibili, ma il piano alternativo non sarebbe così rapido come l’attuale.

Le parole di Labriola sugli obiettivi di TIM Consumer

In merito a ServiceCo, l’AD Labriola durante il Capital Market Day ha illustrato anche gli obiettivi della nuova divisione TIM Consumer con il nuovo piano industriale.

Il miglioramento dei risultati per TIM Consumer come entità separata viene definita dall’Amministratore Delegato di TIM come “la più grande sfida manageriale che stiamo affrontando”, in quanto si tratta di un “caso di ristrutturazione” che “non accadrà per magia” ma ci vorrà del tempo.

Labriola ha quindi illustrato il piano di svolta per TIM Consumer, che oltre alla rimozione dei vincoli nel fisso per competere alla pari con gli altri si basa anche sul posizionamento Premium delle attività Consumer, sull’esperienza del cliente, sui servizi distintivi e sulla qualità della rete.

Labriola afferma che TIM deve spostare la sua condotta commerciale dal volume al valore, cioè “cambiare radicalmente il modo di fare business sulla base di pochi e chiari principi”.

Fra questi l’AD cita schemi di incentivazione basati sul valore del cliente, un approccio digital first, la razionalizzazione dell’impronta dei negozi.

A proposito dei negozi, Labriola vorrebbe creare delle partnership per integrare la capillarità distributiva, facendo diventare i negozi come punti di esperienza, anche polifunzionali aggiungendo prodotti e servizi dei partner, oltre a garantire il supporto tecnico.

In merito al miglioramento delle performance della divisione consumer, l’AD specifica che TIM non intende scatenare una nuova guerra di prezzi, in quanto l’operatore vuole essere un player razionale.

Labriola ha illustrato poi gli obiettivi di TIM Consumer, che sono ad esempio la stabilizzazione della base clienti, l’aumento dell’ARPU, il focus sull’aumento delle linee Fibra FTTH, l’ottimizzazione dei costi. Inoltre, TIM intende implementare accordi di condivisione attiva della rete mobile con altri operatori.

Altre info e osservazioni conclusive di Pietro Labriola

Si segnala che oltre alla NetCo, anche la nuova TIM Enterprise potrebbe essere soggetta ad operazioni di fusione o acquisizione, mettendo in vendita una quota di minoranza.

In conclusione della presentazione del Capital Market Day di TIM, l’AD Labriola ha affermato che la separazione di TIM è “un’opportunità senza precedenti” per far risaltare il “valore nascosto” degli asset di TIM.

Inoltre, dopo la sessione di domande e risposte con analisti e investitori, l’Amministratore Delegato ha affermato: stiamo per imbarcarci in un viaggio piuttosto complesso, siamo forse i primi a partire con questo processo di delayering, però questo piano mostra chiaramente che abbiamo diverse opzioni che possiamo attivare per garantire l’obiettivo chiave: sostenibilità finanziaria e riduzione del debito”.

Infine, dal punto di vista strategico, Labriola ha affermato di essere certo che la divisione Enterprise porterà sorprese a tutti, mentre ha rassicurato che TIM Consumer viene seguita ogni giorno per migliorarne l’efficienza.

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