Con l’ingresso del mese di Luglio 2022, arriva ufficialmente la svolta per lo sviluppo delle reti 5G in Italia: le emittenti televisive hanno infatti completato la liberazione delle frequenze in banda 700 MHz, che adesso sono quindi utilizzabili per la tecnologia 5G dagli operatori di telefonia mobile, in particolare da TIM, Vodafone e Iliad.
Gli operatori telefonici in questione attendevano infatti la data del 1° Luglio 2022 per poter avere ufficialmente la possibilità di utilizzare per il 5G le frequenze della cosiddetta banda N28 i cui diritti d’uso sono stati acquisiti nell’asta del MISE del 2018.
Concluso il refarming delle frequenze televisive
In questi quasi 4 anni gli operatori hanno dovuto aspettare che le emittenti televisive attuassero il piano di refarming della banda di frequenze a 700 MHz, precedentemente utilizzate dalla TV digitale terrestre, cioè la riassegnazione delle frequenze di questa banda per fare in modo che le TV potessero rilasciarla entro e non oltre il 30 Giugno 2022 e trasmettere su uno spazio frequenziale ridotto (la cosiddetta banda sub-700).
Il refarming nazionale delle frequenze televisive era stato avviato ufficialmente a Novembre 2021 dalla Sardegna, ed è poi proseguito progressivamente in tutta Italia in questi mesi, fino a concludersi in Campania lo scorso 28 Giugno 2022.
In questo modo, le ultime operazioni di riorganizzazione delle frequenze televisive in tutta Italia si sono concluse entro il termine previsto del 30 Giugno 2022, lasciando così spazio dal 1° Luglio 2022 al 5G degli operatori di telefonia mobile.
Si ricorda che ancor prima di fare ciò, dal 20 Ottobre 2021 era stata avviata la dismissione della codifica video MPEG-2 da parte degli operatori televisivi per alcuni canali, in favore della codifica MPEG-4, quella cioè solitamente utilizzata in precedenza dai canali in HD del digitale terrestre, rimanendo al momento su standard DVB-T. Dall’8 Marzo 2022 tutte le emittenti hanno cominciato a trasmettere in MPEG-4, mantenendo temporaneamente la trasmissione di alcuni canali anche in MPEG-2.
Nonostante le frequenze per il 5G siano state liberate in tempo per la scadenza del 30 Giugno 2022, si ricorda che il passaggio definitivo alla cosiddetta Nuova TV Digitale con il nuovo standard tecnologico di trasmissione del digitale terrestre, il DVB-T2 (a cui in futuro potrebbe essere affiancata anche la codifica HEVC), è attualmente previsto a partire dal 1° Gennaio 2023.
TIM, Vodafone e Iliad possono ora utilizzare la banda N28 per le reti 5G
Dunque, grazie alla liberazione da parte delle TV delle frequenze in banda 700 MHz, da ieri, 1° Luglio 2022 la banda N28 è ufficialmente a disposizione dagli operatori di telefonia mobile per la fornitura dei servizi 5G.
Come già accennato, l’asta italiana ha assegnato le frequenze della banda 700 MHz solo a Iliad, Vodafone e TIM, che possono quindi cominciare ufficialmente ad utilizzarle per incrementare la copertura delle loro reti 5G, che nel frattempo in questi anni sono state lanciate in alcune città utilizzando le altre frequenze acquisite.
Per quanto riguarda la banda N28, nello specifico, Iliad Italia si era aggiudicata il lotto riservato ai nuovi entranti, con un blocco di frequenze di 10 MHz FDD in banda 700 MHz, con un’offerta da 676.472.792 euro.
Vodafone Italia aveva invece ha ottenuto due lotti generici in banda 700 MHz, per un totale 10 MHz FDD, offrendo 683.236.396 euro.
A TIM erano andati i due lotti generici rimanenti nella banda in questione, anche in questo caso per un totale di 10 MHz FDD, con un importo complessivo di 680.200.000 euro.
Questa banda di frequenze è fondamentale poiché permetterà, soprattutto nelle città, di attraversare meglio gli ostacoli e di riuscire a portare la connettività 5G anche all’interno degli edifici (cosa che con le altre frequenze utilizzate dal 5G è più difficile), in maniera similare a quanto già avvenuto con la banda a 800 MHz per le reti 4G.
Si ricorda infine che al momento praticamente tutti gli operatori, per le loro reti mobili di quinta generazione, sfruttano lo standard 5G Non-Standalone (NSA), che significa letteralmente “non autonomo”, poiché è ancora necessario appoggiarsi agli apparati esistenti del 4G, in attesa che si possa diffondere lo standard Standalone (SA), il quale sfrutterà in toto le caratteristiche del 5G.
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