Nella mattinata di oggi, venerdì 24 giugno 2022, la Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, e il Ministro per l’innovazione tecnologica e la Transizione digitale, Vittorio Colao, hanno firmato un Memorandum d’Intesa con un gruppo di società di telecomunicazioni che sancisce l’avvio del progetto Lavoro Carcerario.
Nato dalla collaborazione tra il Ministero della Giustizia e il Dipartimento per la trasformazione digitale, il programma intende offrire opportunità professionali remunerate e formare competenze specializzate nei settori TLC e ICT al fine di favorire il reinserimento sociale dei detenuti delle strutture carcerarie italiane.
In una prima fase sono previste attività distribuite in due progetti: uno inerente la rigenerazione degli apparati terminali di rete al quale hanno già aderito Fastweb, Linkem e Tiscali, Sky, TIM, Vodafone e WINDTRE; un altro basato sulla realizzazione di reti di accesso telecomunicazioni da parte di Open Fiber, Sielte e Sirti.
Di seguito vengono riportate le parole sul nuovo progetto del Ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale, Vittorio Colao, il quale ha dichiarato:
Voglio innanzitutto ringraziare le numerose aziende del settore privato per aver partecipato con convinzione a questo progetto, dimostrando un’alta sensibilità sociale che consentirà a molti uomini e donne di avere un’occasione preziosa per il loro futuro reinserimento sociale.
Oggi insieme alla Ministra Marta Cartabia diamo il via ad un’iniziativa che potrà essere replicata anche da imprese di altri settori e porterà benefici sia alle aziende che vorranno partecipare, sia ai detenuti con nuove occasioni di formazione e opportunità professionali dentro e fuori dagli istituti italiani.
Per il progetto sul ricondizionamento dei modem di rete dismessi dalle abitazioni, le imprese realizzeranno un laboratorio all’interno degli istituiti penitenziari.
Le stesse decideranno le modalità di assunzione e se impiegare le risorse direttamente o attraverso imprese sociali del luogo, dopo un corso di formazione della durata di tre settimane.
Si stimano 200 potenziali assunzioni e si registra già l’inizio delle attività nelle carceri di Lecce e Roma Rebibbia grazie all’iniziativa di Linkem Spa.
Invece il secondo progetto, quello relativo alla realizzazione di reti di accesso di telecomunicazione, prevede lavoro all’esterno del carcere al fine di realizzare posa e giunzione delle reti in fibra ottica.
Motivo per il quale, prima di impiegarli, le aziende avranno il compito di formare con corsi di sei settimane quei detenuti volontari che avranno superato un processo di selezione, i colloqui degli psicologi del DAP e avranno ricevuto la delibera del Magistrato di sorveglianza.
Sono 2326 i detenuti ritenuti idonei al lavoro all’esterno delle strutture penitenziarie in termini di requisiti personali e di legge.
Circa un centinaio prenderà parte alla prima fase di sperimentazione e formazione di sei settimane che si terrà presso tre istituti selezionati.
Anche la Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, si è espressa sul programma Lavoro Carcerario affermando:
Il lavoro è un tratto imprescindibile del volto costituzionale della pena. Ringrazio il Ministro Colao per aver voluto coinvolgere i detenuti in questo grande progetto di trasformazione digitale del Paese e ringrazio le aziende per la sensibilità mostrata.
Si tratta di un progetto di ampia portata e altrettanta complessità, ma con benefici per tutti: per l’amministrazione penitenziaria, che offre lavoro in un settore strategico; per i detenuti, che avviano il proprio reinserimento nella società; per le imprese, che possono formare manodopera specializzata da assumere.
Si tratta in definitiva di un progetto che porta benefici all’intero Paese, di cui il carcere rappresenta uno specchio: investire nella qualità della detenzione equivale infatti ad investire nella collettività.
Come detto, sin qui ammonta a una decina il numero di aziende di telecomunicazioni che hanno preso parte all’iniziativa (nove se si considera che Tiscali e Linkem stanno attuando la fusione), tuttavia la collaborazione è aperta a tutti gli operatori del settore che desidereranno aderire.
Concluso il periodo di apprendimento, i detenuti prescelti per svolgere le attività che rientrano nel progetto Lavoro Carcerario saranno impiegati con un trattamento economico uguale a quello previsto dai contratti collettivi di lavoro.
Inoltre, come disposto dalla Legge, le imprese che si prenderanno carico delle assunzioni per impieghi all’interno o all’esterno delle prigioni potranno ottenere un credito d’imposta per ogni lavoratore assunto.
Le sedi dei laboratori identificati fino a questo momento sono Bologna, Cagliari, Catania, Frosinone, Lecce, Milano, Roma e Torino.
Vodafone si impegna a creare un laboratorio per la rigenerazione dei propri modem di rete all’interno della Casa di Reclusione di Roma Rebibbia.
Già oggi Vodafone ha accordi per la rigenerazione dei propri apparati FWA nel laboratorio di Linkem all’interno della sezione femminile della Casa di Reclusione di Roma Rebibbia, grazie ad una collaborazione con Linkem.
Silvia Cassano, direttore Risorse Umane e Organizzazione di Vodafone Italia, ha dichiarato:
Siamo orgogliosi di partecipare a questa iniziativa che rafforza ulteriormente il nostro contributo al sistema del lavoro in Italia, tramite la creazione di un laboratorio di rigenerazione di modem di rete all’interno della Casa di Reclusione di Roma Rebibbia.
Questo progetto si inserisce in un lungo percorso, avviato da Vodafone e dalla sua Fondazione, mettendo in atto politiche attive del lavoro all’interno degli istituti penitenziari.
Crediamo che lo sviluppo di competenze digitali, elemento distintivo di Vodafone e del settore, sia strumento di promozione critico dell’individuo ai fini del reinserimento sociale, fornendo nuove opportunità di qualificazione e di ingresso nel mercato del lavoro per i detenuti.
Con la creazione di un proprio laboratorio, Vodafone potrà estendere la rigenerazione agli apparati di tutte le tecnologie di rete fissa. L’attività in una prima fase dovrebbe offrire opportunità di impiego a circa 12 persone.
Vodafone già oggi invita i propri clienti a restituire gratuitamente gli apparati non più utilizzati affinché possano essere rigenerati o smaltiti responsabilmente.
Questo consente a Vodafone di raccogliere migliaia di apparati ogni anno che potranno dunque in futuro essere gestiti direttamente attraverso il nuovo laboratorio Vodafone all’interno di Rebibbia.
Inoltre, l’operatore ricorda che da Novembre 2021 collabora con l’impresa sociale Fenixs, che opera nella II Casa di Reclusione di Milano-Bollate per la gestione dello smaltimento degli smartphone non più utilizzabili raccolti nei Vodafone Store.
Attraverso la propria Fondazione, l’azienda nel 2016 ha firmato un protocollo d’intesa con il Ministero della Giustizia, in collaborazione con CISCO, per sostenere la formazione digitale dei detenuti. Un programma che prevedeva il coinvolgimento degli istituti di Milano Bollate, Milano Opera, La Spezia, Roma Rebibbia, e quelli minorili di Firenze e Nisida a Napoli. Successivamente i corsi sono stati estesi anche agli istituti di Palermo, Bologna, Castrovillari (CS) e Cagliari.
Fondazione Vodafone ha inoltre sostenuto la ristrutturazione di laboratori di pasticceria, fotografia e scrittura per il carcere minorile di Nisida; la realizzazione del laboratorio di pasticceria Giotto per il carcere di massima sicurezza “Le due torri” a Padova; il potenziamento dell’attività di lavanderia e stireria e il rafforzamento delle relative competenze in capo alle detenute e con il carcere femminile della Giudecca di Venezia.
Fastweb ha dato il via ad una iniziativa che prevede il coinvolgimento di alcuni reclusi del Carcere di Bollate nelle attività dell’azienda dedicate al recupero, al riciclo e al ricondizionamento di componenti dei propri apparati di rete.
L’adesione all’iniziativa interministeriale rientra nell’ambito della nuova strategia di Fastweb “TU SEI FUTURO”.
Grazie al supporto di Sielte e alla collaborazione con Bee4, cooperativa impegnata nell’inclusione sociale all’interno degli istituti penitenziari, sarà così possibile integrare un numero crescente di detenuti in attività di rigenerazione degli apparati di rete Fastweb presso il Centro di Assistenza Tecnica di Colico (LC) e in attività di pulizia, sanificazione e confezionamento presso la sede della Casa di Reclusione di Milano a Bollate.
La partecipazione di Sky Italia a questo progetto interministeriale prevede di coinvolgere i detenuti nell’attività di ricondizionamento e re-packaging degli apparati terminali di rete, come modem e router, restituiti dai clienti Sky Wifi in caso di cessazione o di upgrade tecnologico.
Il coinvolgimento dei detenuti prevede un periodo di formazione, che permetterà loro di acquisire nuove skills, necessarie allo svolgimento dell’attività ma anche spendibili nel mondo del lavoro per possibili impieghi futuri.
Andrea Duilio, Amministratore Delegato di Sky Italia, ha commentato:
Abbiamo aderito con grande entusiasmo a questo importante progetto interministeriale che sentiamo particolarmente vicino ai nostri valori aziendali.
Questa iniziativa ci permette di sviluppare il nostro impegno sociale in un nuovo ambito e di contribuire concretamente a rendere le nostre comunità più inclusive, fornendo ai detenuti una formazione che possa contribuire al loro reinserimento nella società.
L’attività di Sky prenderà il via nell’area di Milano, e verrà valutata sia l’estensione del progetto in altre strutture carcerarie del Paese che il coinvolgimento dei detenuti nello svolgimento di ulteriori attività.
Nell’ambito del al Memorandum d’Intesa con il Ministero della Giustizia e il Ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione Digitale, il progetto di WINDTRE coinvolgerà i detenuti del carcere milanese di Bollate, che si occuperanno del recupero e della rigenerazione di apparati di rete, dopo aver seguito un percorso formativo dedicato.
Pierpaolo Barberini, Commercial Operations Director di WINDTRE, ha affermato:
Siamo molto orgogliosi di collaborare ad un progetto così importante, che ha l’obiettivo di aumentare le opportunità professionali dei detenuti e favorire il loro reinserimento sociale.
Comprendiamo appieno il valore dell’attività lavorativa all’interno di un istituto penitenziario e con questo Memorandum la nostra azienda punta ad offrire una concreta opportunità per maturare competenze che possano agevolare l’integrazione sociale.
Nell’ambito del progetto definito dal Memorandum d’Intesa firmato con il Ministero della Giustizia e il Ministero per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale, TIM coinvolgerà alcune detenute di una casa circondariale di Bologna in un percorso di formazione e nella realizzazione del packaging dei prodotti del Gruppo (ad esempio modem, smartphone, ecc.).
L’iniziativa rientra all’interno del progetto di rigenerazione di apparati terminali di rete e fa seguito ad altre collaborazioni realizzate con il Ministero della Giustizia.
In questa occasione il Gruppo ha deciso di concentrare la propria azione su un istituto penitenziario femminile, avviando un programma di formazione che intende offrire opportunità di apprendimento professionale qualificante e duratura.
Dal 2020 il Gruppo Linkem ha ideato e realizzato il progetto “Laboratori Rework” dedicato alla formazione e lavoro in carcere.
L’iniziativa è stata resa possibile grazie alla collaborazione della Casa Circondariale di Lecce, della Casa Circondariale Femminile di Roma Rebibbia “Germana Stefanini” e della Casa Circondariale di Cagliari Uta “E.Scalas” che hanno consentito l’istallazione dei laboratori delle società all’interno degli istituti penitenziari.
Davide Rota, Presidente di Linkem e AD di Tiscali, ha dichiarato:
Siamo particolarmente fieri e orgogliosi di contribuire attivamente all’iniziativa promossa congiuntamente dal Ministero della Giustizia e il Ministero per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale per la valorizzazione del lavoro carcerario nel settore delle telecomunicazioni e dell’ICT.
Siamo stati immediatamente disponibili a condividere i dettagli della nostra esperienza e a fornire ogni possibile supporto per il raggiungimento degli obiettivi istituzionali del Memorandum siglato oggi.
Crediamo nella creazione di nuove opportunità di vita e lavoro al di fuori dal carcere e confidiamo che questa iniziativa possa peraltro contribuire a colmare il profondo bisogno di competenze e manodopera specializzata espresso dal settore delle telecomunicazioni.
Renato Soru, Presidente di Tiscali, ha invece sottolineato:
Mi rende felice l’impegno di Tiscali nel progetto di coinvolgimento professionale dei detenuti del carcere di Uta: è l’ulteriore conferma che Tiscali e Linkem sono accomunati dagli stessi valori.
Il progetto è articolato in due fasi: la prima costituita da un programma di formazione specialistica al cui termine sono rilasciati gli attestati con la qualifica di “addetto alla rigenerazione di apparati elettronici di Linkem e Tiscali”; la seconda che prevede la possibilità per i detenuti e le detenute di sottoscrivere un contratto di lavoro diretto con Linkem S.p.A. e Tiscali S.p.A..
Linkem ha già assunto 13 detenuti presso il carcere di Lecce e 12 detenute presso il carcere di Rebibbia, mentre Tiscali ha recentemente assunto 8 detenuti presso il carcere di Cagliari.
Open Fiber afferma di aver “aderito con convinzione” all’iniziativa promossa dai ministeri della Giustizia e dell’Innovazione Tecnologica e Transizione Digitale, che per l’azienda ha una “meritevole finalità di recupero sociale”.
L’obiettivo è quello di consentire a persone che stanno scontando la pena di avere opportunità di reinserimento professionale e quindi di godere di un programma di formazione su attività relative al cablaggio in fibra ottica.
Non appena avranno completato la formazione, che avverrà in partnership con Sirti, i detenuti saranno assunti nel consorzio Open Fiber Network Solution (OFNS).
Mario Rossetti, Amministratore delegato di Open Fiber, ha commentato:
Accogliamo con favore l’iniziativa del Ministero della Giustizia e del MITD che consente ai detenuti di acquisire nuove competenze professionali e contribuire allo sviluppo digitale del Paese, nell’ottica della funzione rieducativa della pena come previsto dalla nostra Costituzione.
Siamo convinti che il Programma Lavoro Carcerario sia un’opportunità per produrre un percorso virtuoso di reinserimento nella società, a tutela del diritto universale al lavoro e a vantaggio della sicurezza e del progresso sociale.
Open Fiber ha lanciato un progetto pilota nel carcere romano di Rebibbia, dove a breve partirà il processo di selezione dei detenuti che riceveranno una formazione di 160 ore teorica e pratica, con laboratori allestiti nel penitenziario, per essere poi assunti da OFNS e impiegati sul cantiere di Monterotondo (Roma).
In seguito, l’obiettivo è estendere la portata del programma a detenuti di altre carceri italiane che potranno lavorare nei cantieri in cui opera OFNS.
Sielte afferma di aver “accolto con entusiasmo” l’iniziativa, e che “da sempre ricerca all’interno dei propri processi produttivi la possibilità di impegnare personale disagiato, selezionando all’interno delle commesse quelle attività, o porzioni di attività, che siano gestibili da risorse bisognose di un ricollocamento all’interno del mondo del lavoro”.
Con i propri clienti e partner, Sielte ha definito alcune forme di sinergica collaborazione per l’inserimento di risorse ancora sottoposte a periodi di detenzione.
Questa particolare esperienza ha avuto inizio nella regione Lombardia, con l’Istituto Penitenziario di Bollate, con iniziative riguardanti principalmente le attività di Rigenesi degli Apparati e le attività di Contact Center tecnico.
L’iniziativa dei Ministeri che si estende anche al settore della Fibra Ottica, è stata quindi accolta positivamente da Sielte, che già aveva iniziato questo tipo di collaborazione con l’Istituto Lombardo.
Salvatore Turrisi, Presidente e Amministratore Unico di Sielte, ha dichiarato:
L’impegno sociale è sempre stato centrale nella mia visione di sviluppo e diversificazione della Sielte.
L’inclusione, la valorizzazione della diversità, l’accoglienza, la formazione e la valorizzazione delle capacità individuali, sono i valori sui quali basiamo lo sviluppo dell’azienda.
Siamo molto entusiasti di sposare questa iniziativa che prende corpo per Sielte in due regioni molto diverse: la Sicilia, dove siamo nati e dove abbiamo le nostre radici, e la Lombardia, dove impieghiamo la maggior parte della nostra forza lavoro con attività più tecnologicamente avanzate.
L’intento di Sielte è quello di cooperare con i Ministeri in tre macro-attività: Rigenesi degli Apparati; Attività di Customer Care Tecnico; Attività di realizzazione della rete in Fibra Ottica.
Le Aree geografiche selezionate da Sielte per le sperimentazioni sono la Lombardia, continuando ed ampliando la collaborazione con l’Istituto Penitenziario di Bollate, e la Sicilia, con l’Istituto Penitenziario di Catania “Piazza Lanza”.
Sirti ha guidato le fasi di formazione in ambito infrastrutture di rete, finalizzando un progetto pilota, che ha visto protagonista il Carcere di Torino, in cui una classe di detenuti è stata formata per le attività di giunzione in fibra ottica e verrà poi avviata al lavoro dalla stessa società.
Laura Cioli, CEO di Sirti, ha dichiarato:
Il progetto Programma Lavoro Carcerario rappresenta un esempio concreto di come temi cruciali per il Paese, come la carenza di manodopera qualificata e la necessaria riabilitazione dei detenuti, possano essere affrontati attraverso strumenti innovativi, grazie alla collaborazione di sistema tra le Istituzioni e le imprese private.
Si tratta di un approccio particolarmente in linea con la nostra filosofia del ‘fare’, che rappresenta uno dei capisaldi strategici chiave del nostro operato da oltre cento anni.
Per questo motivo, abbiamo deciso con entusiasmo di aderire al progetto e di esserne parte attiva, nella speranza che possa essere in futuro di ispirazione per un numero sempre maggiore di aziende.
Dal progetto pilota di Torino, in fase di completamento, la società ha poi ricavato una serie di linee guida, modelli di didattica, framework di organizzazione dei laboratori, che potranno essere messe a fattor comune a livello nazionale e replicate da tutte quelle aziende che vorranno aderire in futuro a simili iniziative.
Con l’esperienza del progetto relativo al Carcere di Torino, Sirti ha avviato (in sinergia con Open Fiber) un programma simile presso il Carcere di Rebibbia.
Editing Rosario Savoca e Simone Nicolosi
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