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Tim, sciopero lavoratori: intervengono anche i rappresentanti dei sindacati

Oggi, 21 giugno 2022, si è tenuto lo sciopero nazionale dei lavoratori del Gruppo Tim, in quanto sfavorevoli al piano industriale del nuovo management. Nel corso della manifestazione, avvenuta in piazza Bocca della Verità, a Roma, sono intervenuti anche alcuni rappresentanti sindacali.

La comunicazione relativa a tale contestazione era stata annunciata dalle Segreterie Nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil lo scorso 25 maggio 2022, a seguito del tavolo TLC tenutosi al Ministero dello Sviluppo Economico il giorno precedente.

Inizialmente, la data dello sciopero per l’intero turno di lavoro di tutti i dipendenti delle aziende del Gruppo Tim, era previsto per il 15 Giugno 2022, data che è poi stata modificata con quella odierna.

Le OO.SS., inoltre, avevano annunciato l’astensione degli stessi lavoratori dalle prestazioni straordinarie, a partire dal 14 Giugno 2022 e fino al 13 Luglio 2022 compreso.

Alla manifestazione ha preso parte anche Riccardo Saccone, segretario nazionale Slc Cgil, che ha giustificato l’evento definendolo un modo per difendere non solo la tenuta occupazionale dell’azienda, ma anche il futuro del Paese.

Saccone si è anche espresso sul mercato delle telecomunicazioni, che a detta sua viene governato da dieci anni da politiche al ribasso, che si ripercuotono su lavoratrici e lavoratori e su servizi dalla qualità sempre più scadente.

Come conseguenza di ciò, durante la pandemia, molte persone sarebbero state tagliate fuori dal diritto alla connettività, con lavoratrici e lavoratori in cassa integrazione, poiché non in grado di poter fare smart working.

Tale fenomeno avrebbe maggiormente sottolineato il GAP tra le aree urbane dotate di una rete ipertrofica e quelle interne scoperte.

Nel caso in cui si portasse a termine lo spezzatino del Gruppo Tim, per il Segretario Nazionale, tale situazione verrebbe certificata per sempre, con inevitabili ricadute occupazionali.

Di conseguenza, Saccone ritiene che qualsiasi ragionamento sul futuro di Tim dovrà essere condotto alla presenza del Governo, altrimenti i sindacati continueranno a difendere lavoratrici e lavoratori, allargando la mobilitazione all’intero settore delle telecomunicazioni.

Tim
Riccardo Saccone, segretario nazionale Slc Cgil

Di seguito, invece, le parole di Maurizio Landini, segretario generale Cgil:

Siamo qui perché vogliamo difendere un’impresa decisiva per il futuro del nostro Paese e, proprio perché dobbiamo connetterci, dobbiamo rendere il nostro Paese avanzato anche sul piano digitale e tecnologico, è un errore quello di separare, di dividere, di spezzettare un grande Gruppo, anziché utilizzare tutte le competenze e le intelligenze che ci sono all’interno.

Tra l’altro, il governo ad oggi non sta discutendo con nessuno, non ha offerto un tavolo alle organizzazioni sindacali e ai lavoratori, per poter far questa discussione e, allo stesso tempo, l’idea dello spezzatino dell’impresa è un modo per rispondere al mercato e alla logica finanziaria e non agli interessi del Paese.

Noi siamo d’accordo a fare una rete unica, però questo deve significare anche un’impresa unica, compresi i servizi, comprese le intelligenze, comprese tutte le attività.

E per questa ragione siamo qui insieme ai lavoratori della Telecom, perché questa non è una battaglia di difesa corporativa ma questa è una battaglia per un’idea di sviluppo del Paese che sia davvero fondato sulla qualità e sull’innovazione. Del resto, nel resto dell’Europa, la Francia e la Germania stanno facendo esattamente l’opposto di quello che sta facendo in Italia il governo e chi ha responsabilità dentro l’impresa.

Di simile opinione anche Fabrizio Solari, segretario generale della Slc Cgil, sfavorevole a quella che, secondo lui, è l’uccisione di un’azienda storica, di cui anche il governo deve assumersi le sue responsabilità.

Non resta, dunque, che attendere eventuali nuovi risvolti in merito alla vicenda.

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