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Spusu si dichiara contrario alla pratica della rivendita abusiva di SMS

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Negli ultimi mesi sul web si è propagata una pratica commerciale ritenuta illegale poiché in contrapposizione con la normativa vigente e con le condizioni generali di contratto che le compagnie telefoniche impongono al momento della sottoscrizione di una tariffa: si tratta della rivendita degli SMS, dalla quale anche Spusu ha deciso di cautelare i propri clienti.

La vicenda è ormai nota ai più dal momento che nell’ultimo periodo diverse volte MondoMobileWeb ha riportato le informative delle varie società di telecomunicazioni che hanno preso posizione contro questo particolare fenomeno.

Ad aprire le danze è stata WindTre, seguita dall’accoppiata TIM e Kena, da Iliad e poi da Very Mobile. Insomma, un po’ tutti gli operatori si stanno premurando a pubblicare comunicazioni in merito alla questione alla quale non viene meno Spusu che negli ultimi giorni ha apportato un aggiornamento alla sezione Condizioni di contratto del suo sito ufficiale inserendovi la relativa informativa.

Si ricorda che Spusu è un operatore virtuale di rete mobile che al momento consente di navigare su rete internet WindTre fino in 4G+, con velocità massima di 300 Mbps in download e 50 Mbps in upload.

Tornando al tema principale qui trattato, se non fosse ancora chiaro, l’attività tanto discussa consiste nel pubblicizzare agli utenti delle applicazioni di natura sconosciuta e indurli al download da store certamente secondari e poco affidabili attraverso slogan promozionali come ad esempio “Fai profitti con i tuoi SMS inutilizzati”, “Vendi gli SMS che non usi” oppure “Sfrutta i tuoi SMS inutilizzati”.

Una volta scaricatane una, il gestore dell’app acquista in cambio di denaro un quantitativo di SMS inclusi nella promozione attiva sul cellulare associato e di cui l’utente non usufruisce. Una volta in possesso, senza che questi possa accorgersene o impedirlo, sfrutta la possibilità di inviare messaggi dal numero di telefono dell’ingannato per finalità di qualunque  tipo.

Tra le attività più frequenti si registrano le campagne di spamming, lo smishing, il furto dei dati personali e, in generale, una serie di frodi informatiche che sulla carta risultano realizzate dall’utente tratto in tranello.

In aggiunta, la concessione del proprio numero per l’invio di SMS a terzi individui sconosciuti, mette a repentaglio anche le informazioni private del malcapitato che, proprio come Spusu, dopo averli venduti non può più controllare i messaggi.

A questo punto ecco che Spusu passa in rassegna le varie conseguenze che il cliente potrebbe subire aderendo a iniziative di questo genere: si passa dalla sospensione del servizio telefonico, al blocco definitivo dello stesso con conseguente risoluzione del contratto, senza escludere di procedere con le dovute azioni giudiziarie atte a contrastare la cosiddetta fornitura abusiva di comunicazione elettronica.

Tutto questo perché per legge per ottenere la facoltà di fornire servizi di questo tipo è necessaria un’autorizzazione specifica rilasciata dal Ministero dello Sviluppo Economico di cui ovviamente i gestori delle applicazioni incriminate e i clienti coinvolti nelle truffe sono privi.

In ragione di quanto appena descritto, all’interno dell’informativa rilasciata, Spusu si dichiara estraneo a pratiche ingannevoli del genere e invita i propri consumatori a prenderne le distanze, limitandosi esclusivamente all’uso dei servizi forniti per scopo prettamente personale e rispettoso della normativa vigente nonché delle condizioni generali di contratto.

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