Nella mattinata di oggi, giovedì 26 maggio 2022, l’associazione Codici (Centro per i Diritti del Cittadino) ha predisposto un’istanza di partecipazione ai procedimenti avviati solo qualche giorno fa dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) nei confronti dei quattro operatori telefonici Vodafone, Fastweb, WindTre e TIM. Sulla tematica è intervenuta anche l’ADUC (Associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori).
Nel dettaglio, si tratta dei quattro avvisi di avvio di procedimento istruttorio PS12300 destinato a Vodafone, PS12302 destinato a Fastweb, PS12303 destinato a WindTre e PS12304 destinato a TIM.
A tal proposito si è espresso Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici, il quale afferma:
Siamo pronti a sostenere, come sempre, il prezioso lavoro dell’Autorità e abbiamo già attivato i nostri Sportelli per raccogliere segnalazioni riguardanti questa problematica.
Quella dei contratti telefonici a volte è una giungla in cui non è assolutamente facile districarsi.
Bene quindi l’intervento dell’Antitrust che, come abbiamo sottolineato ultimamente, rappresenta un baluardo per i consumatori e per tale ragione deve essere rafforzata e non depotenziata, come accaduto recentemente in Senato con l’approvazione in Commissione di alcuni emendamenti che non ne aumentano la capacità sanzionatoria.
L’accusa farebbe riferimento a una presunta pratica commerciale scorretta, nonché illecita, che quattro delle principali compagnie telefoniche italiane avrebbero adottato ai danni di consumatori e microimprese.
Nello specifico, le società citate avrebbero continuato a emettere fatturazioni per i servizi di telefonia sia mobile che fissa anche dopo la regolare comunicazione, da parte del cliente, della richiesta di cessazione del rapporto.
Le dichiarazioni di Antonella Votta, legale di riferimento per il settore Telecomunicazioni di Codici, contengono ulteriori dettagli riguardo ai comportamenti non conformi di cui sopra:
Le contestazioni sono pesanti, in particolare le compagnie avrebbero continuato a emettere fatture, in seguito alla comunicazione della richiesta di cessazione del rapporto e di chiusura della linea, anche dopo solleciti e reclami da parte di consumatori e microimprese, omettendo così di chiudere il relativo contratto.
La stessa condotta sarebbe stata adottata in seguito all’avvenuta migrazione della numerazione di telefonia, sia fissa che mobile, dando atto quindi ad una doppia fatturazione a carico dell’utente, a cui viene richiesto di pagare le fatture del nuovo e del vecchio operatore, anche ostacolando la chiusura del rapporto contrattuale in quanto operatore cosiddetto donating.
L’uso del condizionale, in questa fase, è d’obbligo. Di sicuro andremo fino in fondo per fare luce su questa vicenda.
Al riguardo, come sempre, invitiamo i consumatori a controllare le fatture.
Inoltre, già prima del comunicato dell’associazione Codici, nella giornata di martedì 24 maggio 2022 anche l’ADUC (Associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori) aveva preso a cuore la questione ed era intervenuta a suo modo nella vicenda sostenendo che le sanzioni dell’Antitrust ai gestori, sebbene siano meglio di nulla, sono palesemente inutili in termini di deterrenza.
Secondo l’ADUC, infatti, anche pagando le occasionali multe, le compagnie guadagnano comunque con queste pratiche illecite dal momento che, anche se molti consumatori si informano e agiscono, molti di più continuano a pagare fatture non dovute, sia perché non si accorgono degli addebiti in automatico, sia perché temono le conseguenze di un contenzioso.
Allora, allo scopo di dare un taglio a questi comportamenti reiterati e diffusi, l’Associazione propone tre step necessari da mettere in atto.
Innanzitutto, in collegamento o per il tramite dell’autorità giudiziaria, l’AGCM dovrebbe, a suo modo di vedere, poter ordinare l’immediato rimborso ai consumatori impattati.
Secondariamente, prevedendo già indennizzi per diversi disservizi quali l’attivazione di servizi non richiesti e la mancata risposta ai reclami, a detta dell’ADUC, il regolamento dell’AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) sugli indennizzi per i consumatori vittime di illeciti da parte delle compagnie telefoniche dovrebbe comprenderne anche uno giornaliero per le fatture emesse dopo il recesso.
Infine, ricordando che gli utenti hanno diritto a recedere da un contratto telefonico dandone preavviso 30 giorni prima, qualora il gestore addebiti ancora canoni per periodi successivi, l’ADUC suggerisce di inviare a quest’ultimo una diffida scritta.
In caso di risposta negativa o di mancata risposta, si potrà attivare un tentativo di conciliazione all’AGCOM o Corecom tramite la piattaforma Conciliaweb; nel caso in cui pure il tentativo di conciliazione non andasse a buon fine, l’Associazione consiglia di attivare, sempre tramite Conciliaweb, un procedimento di definizione e sarà una tra l’AGCOM e il Corecom a prendere una decisione sulla controversia.
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