Telco in Italia, Gianluca Corti di WindTre: “Urgente un intervento di sistema per il settore”
Nel tardo pomeriggio di oggi, 15 marzo 2022, si è tenuto a Roma il webinar gratuito organizzato da Luiss Business School, in collaborazione con WindTre, dal titolo “L’impatto della legislazione sulle prospettive delle Telco“, che aveva l’intento di soffermarsi sulle prospettive della trasformazione digitale del Paese.
Nel corso dell’evento, è stato presentato il report denominato “Il settore Telco in Italia: assetto normativo e analisi di impatto” (realizzato da Luiss Business School e sostenuto da WindTre), dedicato alla salute del settore delle telecomunicazioni in Italia, con particolare riferimento al relativo quadro normativo e agli aspetti che incidono sulle potenzialità di sviluppo e sui benefici degli investimenti in infrastrutture e servizi per l’economia nazionale.
Al webinar, moderato da Cesare Pozzi, Professore ordinario, Docente di Economia industriale e coordinatore del GRIF “Fabio Gobbo” presso la Luiss Guido Carli di Roma, hanno partecipato: Raffaele Oriani, Associate Dean for Faculty della Luiss Business School; Raffaella Paita, Presidente Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni, Camera dei Deputati; Davide Quaglione, Professore ordinario, Università “G. d’Annunzio” Chieti-Pescara; GRIF “Fabio Gobbo” presso Luiss Guido Carli; Gianluca Corti, Amministratore Delegato designato di WindTre; Corrado La Forgia, Vicepresidente di Federmeccanica e Amministratore delegato di VHIT Spa, Gruppo Bosch, e Monica Lucarelli, Assessore alle Attività produttive e alle Pari Opportunità nel Comune di Roma.
Lo studio dedicato al settore delle Telco, nello specifico, vuole essere un punto di partenza per promuovere una nuova politica industriale, ponendo l’attenzione ai “freni” che il quadro normativo e la burocrazia amministrativa del Paese pongono agli investimenti volti alla transizione digitale ed ecologica.
Dal report risulta che il cambiamento sia indispensabile per creare condizioni che supportino gli investimenti da parte degli operatori di telecomunicazioni, tramite un contesto contraddistinto da un’adeguata redditività, certezza dei tempi e norme attuate in modo coerente.
Per Matteo Caroli, Associate Dean for Internationalization e Direttore Area Ricerca applicata e Osservatori della Luiss Business School, il settore Telco è fondamentale per l’economia del Paese e per il processo di transizione digitale.
Di conseguenza, la ricerca mira a favorire “politiche virtuose“, che stimolino la crescita economica sostenibile e incentivino il processo di trasformazione tecnologica e lo sviluppo delle relative competenze.
Di seguito, invece, quanto dichiarato da Gianluca Corti in merito alla questione:
Il processo di digitalizzazione del Paese non può prescindere da un assetto normativo che incoraggi l’intervento delle telco, da sempre impegnate con investimenti ingenti in un contesto di mercato che risulta, invece, iper-competitivo e con una regolamentazione in gran parte sfavorevole al medio e lungo termine.
La ricerca di Luiss Business School, con un’analisi organica e rigore metodologico, mette nero su bianco gli effetti sistematici di norme e burocrazia inadeguati a un paese moderno che deve affrontare la competizione globale.
È diventato urgente un intervento di sistema che affronti i nodi della burocrazia, che investa nella cultura digitale e introduca il credito d’imposta per stimolare gli investimenti del settore manifatturiero nelle infrastrutture di telecomunicazione.
Secondo l’analisi di Luiss Business School, dunque, bisogna agire in primis sulla semplificazione e sull’accorciamento degli iter autorizzativi, oltre ad agevolare un sistema di incentivi e sanzioni, in grado di scoraggiare comportamenti opportunistici e sostenere quelli virtuosi.
Lo studio condotto, inoltre, ha evidenziato l’impatto degli investimenti delle Telco sull’intero sistema economico: per ogni miliardo di euro investito in banda larga mobile e fissa, il valore totale della produzione crescerebbe, rispettivamente, di 2,6 e 2,7 miliardi di euro.
All’aumento della penetrazione della banda larga corrisponderebbe anche la crescita del PIL e una riduzione delle emissioni di CO2.
Per quanto riguarda, poi, i limiti di esposizione ai campi elettromagnetici, il report ha sottolineato l’esigenza di uniformare la normativa vigente a quella adottata prevalentemente in Europa.
All’adozione dei limiti elettromagnetici più severi di quelli raccomandati dalle istituzioni internazionali, infatti, sarebbe associata una mancata crescita del PIL pro capite pari al 3,2%.
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