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TIM, pirateria e concurrency le problematiche dell’accordo con DAZN per l’AD Labriola

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Fra gli argomenti che sono stati trattati durante la Conference Call del Gruppo TIM in cui l’AD Pietro Labriola ha presentato i risultati finanziari e le strategie del nuovo piano industriale, c’è stato spazio anche per discutere dell’accordo con DAZN sul calcio in streaming, che non ha portato i risultati sperati dall’operatore.

Come già raccontato in dettaglio da MondoMobileWeb, nella giornata di ieri, 3 Marzo 2022, si è tenuta la presentazione dei risultati finanziari del quarto trimestre del 2021, quindi fino al 31 Dicembre 2021, oltre al nuovo piano industriale 2022-2024 di TIM, in cui è stata ufficializzata la volontà di abbandonare il modello di integrazione verticale e di separare i servizi dalla rete, con la creazione delle entità denominate ServCo e NetCo.

Una parte della presentazione tenuta da Pietro Labriola, Amministratore Delegato e Direttore Generale di TIM, in particolare relativamente ai risultati dell’ultimo trimestre, è stata dedicata agli aspetti che non sono andati secondo i piani dell’operatore, e fra questi il principale è stato l’accordo con DAZN.

Si tratta quindi dell’accordo esclusivo per la distribuzione dei contenuti sportivi della piattaforma streaming (come la Serie A di calcio) tramite TIMVISION fino alla stagione 2023-2024, che però già nei mesi scorsi al primo riscontro nei risultati finanziari aveva deluso le aspettative con un numero di clienti TIMVISION più basso rispetto a quanto preventivato.

Questa situazione ha portato l’operatore ad annunciare ufficialmente a Dicembre 2021 di aver avviato le trattative con DAZN per rinegoziare l’accordo.

L’impatto negativo di DAZN e le motivazioni secondo TIM

Dunque, rispetto alle aspettative iniziali, il calcio in streaming non ha avuto l’effetto sperato da TIM: secondo quanto affermato dall’AD Pietro Labriola durante la presentazione “le ambizioni erano ottimistiche, tuttavia una serie di problematiche hanno rallentato l’intera iniziativa e hanno trasformato l’opportunità in un freno per l’EBITDA”.

Per l’operatore fra le questioni chiave che non hanno permesso di raggiungere gli obiettivi prefissati c’è la questione della cosiddetta concurrency, cioè la possibilità di utilizzare l’abbonamento su due dispositivi contemporaneamente, che non è stata rimossa da DAZN.

Inoltre, anche la pirateria secondo TIM avrebbe “ridotto drasticamente la dimensione del mercato”. L’AD Labriola afferma che DAZN avrebbe “dovuto fermarla ma non lo ha fatto”, portando quindi TIM a dover rinegoziare l’accordo con la piattaforma streaming, operazione attualmente in corso.

Secondo le slide, l’accordo con DAZN non ha alimentato la crescita dell’ARPU e del numero di clienti di rete fissa che ci si aspettava. Inoltre, sarebbe in corso un meccanismo per fermare le perdite.

Nel 2021 per TIM ci sarebbero stati quindi costi maggiori per alimentare il lancio del calcio in streaming, che però non sono stati compensati da ricavi maggiori.

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La strategia del nuovo nuovo piano industriale sui contenuti TV

Durante la presentazione l’AD Labriola ha illustrato la visione prevista dal nuovo piano industriale del Gruppo TIM, e parlando delle strategie della nuova ServCo, dove fra le attività consumer dovrebbe confluire anche il brand TIMVISION, si è soffermato anche sui piani che riguardano i contenuti per l’internet TV.

Da questo punto di vista, nonostante le difficoltà incontrate nell’accordo con DAZN, l’obiettivo dell’AD Labriola è quello di migliorare la marginalità con qualsiasi mezzo, industriale, commerciale, legale: stiamo considerando tutte le opzioni”.

Inoltre, secondo il nuovo Amministratore Delegato, TIM dovrebbe ripensare il suo modello di business per questo segmento in cui opera TIMVISION, in modo da renderlo “sostenibile e produttivo”, in particolare adottando “un approccio più Over The Top (OTT) e meno dipendente dal set top box.

Nel corso della sessione di domande e risposte, Pietro Labriola ha approfondito la questione dei nuovi obiettivi sui contenuti, affermando: “abbiamo considerato l’impatto negativo di DAZN, non abbiamo però incluso ulteriori migliorie che potrebbero scaturire da una rinegoziazione o se facessimo anche qualche cosa proprio di diverso.

L’Amministratore Delegato ha aggiunto inoltre: nei prossimi 3 anni noi lavoreremo sul business dei media, che abbiamo gestito fino ad ora, perché non siamo pienamente soddisfatti dal modo in cui noi stiamo mettendo a terra questa strategia, quindi è chiaro che non sta contribuendo dal punto di vista del valore e dell’EBITDA, per cui quello che noi possiamo fare è cercare di migliorare la marginalità anche da questa linea di business.

Labriola intende quindi non abbandonare del tutto il segmento dello streaming, anche cambiando l’attuale strategia.

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