Il Gruppo TIM ha approvato il nuovo piano industriale 2022-2024, con cui l’azienda intende superare il modello di integrazione verticale e prevede l’avvio di un percorso di trasformazione che porterà alla creazione della nuova TIM, attraverso distinte legal entities, che saranno NetCo per la rete e ServCo per i servizi.
Lo ha annunciato ufficialmente l’azienda nella tarda serata di ieri, 2 Marzo 2022, in seguito alla riunione del Consiglio di Amministrazione di TIM, presieduto da Salvatore Rossi. Nel frattempo, il CDA di TIM ha anche convocato la prossima Assemblea degli azionisti per il 7 Aprile 2022.
Il CDA ha dunque approvato all’unanimità il Piano Industriale 2022-2024 presentato da Pietro Labriola, Amministratore Delegato e Direttore Generale, che ha ricevuto mandato per predisporre il progetto esecutivo di riorganizzazione che, una volta approvato dal Board, verrà presentato al mercato in occasione del Capital Market Day di TIM entro la semestrale.
Secondo quanto comunica TIM, la strategia delineata poggia sulla consapevolezza che il Gruppo si compone di “un insieme di asset di grande valore” operanti in un contesto economico in miglioramento ma in un mercato caratterizzato da forte intensità competitiva con un quadro di vincoli regolatori definito dall’operatore “tra i più stringenti in Europa”.
In questo scenario, TIM afferma di voler accelerare lo sviluppo degli asset infrastrutturali (fibra nel fisso e 5G nel mobile) e la crescita dei nuovi business, cogliendo i “vantaggi legati ai fondi messi a disposizione dal PNRR e non solo”.
Inoltre, il nuovo piano si pone come obiettivo la creazione di una nuova TIM con “solide basi industriali e tecnologiche”, capace di accelerare il percorso verso una “generazione sostenibile di flussi di cassa”, grazie anche al superamento dell’attuale modello di integrazione verticale.
Pietro Labriola, Amministratore Delegato e Direttore Generale di TIM, ha commentato:
Sono convinto che l’evoluzione del Gruppo che abbiamo disegnato rappresenti una discontinuità positiva. Stiamo giocando un ruolo da front-runner nel settore delle Telco e ci aspettiamo che altri seguano il nostro esempio.
I progetti che abbiamo intenzione di lanciare per i clienti e quelli previsti dall’Agenda Digitale e dal PNRR richiedono una risposta immediata e forte: con questo nuovo assetto saremo più pronti a rispondere alle sfide e cogliere le opportunità che abbiamo davanti.
Assieme ad un piano basato sull’attuale modello organizzativo e di business è stata definita una configurazione aziendale ottimizzata composta da specifiche legal entities.
Secondo quanto afferma TIM, il nuovo assetto “migliorerà la visibilità sulle performance operative e finanziarie di ciascuna componente” e amplierà il ventaglio delle opzioni strategiche che TIM potrà sfruttare nell’interesse di tutti gli stakeholder, con la possibilità di “attrarre nuovi partner e nuovi investitori finanziari”.
TIM stima un “impatto molto contenuto dei costi necessari per realizzare la piena separazione”, in quanto la maggior parte degli investimenti è già stata sostenuta, grazie all’implementazione della Equivalence of Input, della Equivalence of Output e dalla separazione di FiberCop.
Nella giornata del 3 Marzo 2022, dalle ore 14:00, è prevista la prima conference call di Pietro Labriola (ecco il documento completo delle slide che saranno presentate).
TIM illustra poi come saranno organizzati gli asset aziendali nelle nuove entità, ossia ServCo e NetCo.
Per quanto riguarda ServCo, che ingloberà gli asset di rete mobile, le piattaforme di servizio e i data center, la nuova entità sarà articolata in:
In NetCo confluiranno invece gli asset di rete fissa, le attività wholesale domestiche e quelle internazionali di Sparkle.
Le priorità strategiche di TIM nel mercato wholesale domestico, previsto in leggera crescita in termini di linee di accesso nell’arco di piano, per l’azienda sono una “forte spinta alla migrazione delle linee su tecnologia FTTH”, associata a quello che viene definito “un ambizioso piano di copertura incentrato sul modello di coinvestimento”, e un ampliamento del portafoglio servizi offerti.
Partendo dalla copertura del 94% in FTTC, il Gruppo TIM prevede di accelerare il roll out FTTH, realizzato da FiberCop, raggiungendo il 60% delle unità immobiliari tecniche a livello nazionale entro il 2026 con un incremento di circa 3 punti percentuali rispetto al precedente obiettivo (senza tener conto degli effetti attesi dalla partecipazione alla gara “Italia 1 Giga” per il finanziamento pubblico di nuove infrastrutture a 1 Gbps).
Alla luce di questa accelerazione nella copertura in fibra sul mercato domestico, TIM sottolinea che il 2022 registrerà il picco degli investimenti, seguito da una progressiva riduzione a un livello inferiore al 15% dei ricavi nel medio termine.
Secondo TIM la nuova NetCo potrà “competere con maggior efficacia” nel mercato wholesale e cogliere nuove opportunità, tra cui maggiore flessibilità regolamentare prevista dal Codice delle comunicazioni elettroniche a vantaggio dei “pure-player” wholesale.
Per l’azienda sarebbe “lecito attendersi che di questo scenario possano beneficiare anche le attività retail di ServCo”.
Sul fronte organizzativo il nuovo modello basato sul lavoro agile sarà accompagnato da un piano triennale per la gestione del personale che, in continuità con gli anni precedenti, applicherà strumenti in grado di “garantire l’occupazione e di incentivare uscite volontarie e pensionamenti anticipati”.
L’operatore precisa inoltre che con il piano viene ulteriormente rafforzato l’impegno di TIM sulla sostenibilità.
Nel piano industriale vengono infatti introdotti “nuovi e più ambiziosi obiettivi di Gruppo” su economia circolare, crescita digitale, gender equality e governance ESG. L’azienda si è data l’obiettivo di raggiungere le zero emissioni nette entro il 2040 ed ha confermato il target di Carbon neutrality al 2030.
TIM ha comunicato anche i target finanziari del piano 2022-2024 con l’attuale modello organizzativo e di business (IFRS 16/After Lease):
Con la finalizzazione del piano industriale di TIM, gli advisor finanziari e legali del Consiglio di Amministrazione hanno ricevuto tutti gli elementi rilevanti e necessari per valutare la Manifestazione d’interesse indicativa e non vincolante di KKR.
TIM afferma che questa analisi sarà “conclusa rapidamente”. Una volta completata, il Consiglio si riunirà per valutare le determinazioni di competenza e decidere i passi successivi in merito.
Intanto, TIM ha informato di aver ricevuto da un consorzio di investitori istituzionali guidato da Ardian, società privata di investimento, un’offerta vincolante per l’acquisto della maggioranza del capitale sociale della holding Daphne 3, che detiene il 30,2% del capitale sociale di Infrastrutture Wireless Italiane SpA (INWIT).
Il Consiglio di Amministrazione di TIM, valutando positivamente l’offerta, ha dato mandato all’AD Pietro Labriola di negoziare l’accordo. L’operazione proposta è strutturata in modo da non far sorgere alcun obbligo di Offerta pubblica di acquisto (OPA) ed è soggetta ad una serie di condizioni sospensive.
Il Consiglio di Amministrazione di TIM, riunitosi ieri 2 Marzo 2022 sotto la presidenza di Salvatore Rossi, ha anche approvato il Bilancio consolidato del Gruppo TIM, il progetto di Bilancio separato di TIM S.p.A. e la Dichiarazione consolidata di carattere non finanziario o Bilancio di Sostenibilità al 31 dicembre 2021 (ecco il comunicato stampa integrale).
Nel quarto trimestre del 2021, da una parte, è proseguita la crescita a doppia cifra del business ICT dall’altra il contesto competitivo ha portato diversi operatori del mercato a continuare ad agire sulla leva del prezzo e degli sconti, con una conseguente flessione delle performance operative.
Nel corso del trimestre l’azienda ha, inoltre, ridefinito il proprio assetto di vertice e avviato un profondo percorso di revisione organizzativa e strategica.
L’indebitamento finanziario netto al 31 Dicembre 2021 si è attestato a 22,2 miliardi di euro (17,6 miliardi di euro su base after lease), con una riduzione di 1,1 miliardi di euro rispetto allo scorso esercizio (1 miliardo di euro su base after lease).
Continua il miglioramento del tasso di abbandono (‘churn’) sia nel fisso (3,5%, -0.5pp YoY), sia nel mobile (3,6%, -0.6pp YoY) stabilizzandosi al livello più basso degli ultimi 14 anni.
Nel mobile stabile l’andamento delle linee complessive (30,5 milioni) e del ricavo medio per cliente (ARPU), a fronte di un momento di parziale ritorno alla razionalità del mercato, visibile anche nel rallentamento dei flussi di clienti tra operatori (mobile number portability di mercato -21% YoY).
Nel fisso l’andamento delle linee rallenta nel trimestre (-82 mila rispetto al trimestre precedente) anche per effetto del termine della prima fase del programma voucher e per il ritardo del lancio della seconda fase; migliora comunque di 4,1 punti percentuali la soddisfazione dei clienti. In calo, a causa della crescente pressione competitiva, il ricavo medio (ARPU) dei clienti consumer.
Nell’ultrabroadband per la prima volta sono stati superati i 10 milioni di linee (retail e wholesale) con un incremento nel trimestre di 300 mila linee (rispetto al trimestre precedente).
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