Nel primo pomeriggio di oggi, 28 febbraio 2022, si è tenuto l’evento organizzato da The European House – Ambrosetti, in collaborazione con Windtre, dal titolo “La crisi delle telco in Italia: 3 proposte per rilanciare il settore“.
All’evento in diretta streaming online, dedicato allo studio intitolato “Il valore del settore delle telecomunicazioni per il sistema Paese“, hanno partecipato: Valerio De Molli, Managing Partner e CEO The European House- Ambrosetti, Gianluca Corti, Chief Commercial Officer e prossimo co-Ceo di WindTre, Laura Castelli, Viceministro Ministero dell’Economia e delle Finanze, e Antonio Palmieri, Co-Fondatore intergruppo parlamentare per l’innovazione tecnologica.
Valerio De Molli, inizialmente, ha fatto un excursus sul comparto telecomunicazioni, che genera complessivamente un giro d’affari di 71 miliardi di euro e valore aggiunto per 38,1 miliardi di euro, contribuendo al 2,3% del PIL nazionale.
A questi si aggiungono i 2,9 miliardi all’anno di impatto fiscale abilitato, generati attraverso l’IVA sui servizi. Questo importo rappresenta l’1,9% del gettito IVA complessivo ed è pari al 43% dei fondi del PNRR per lo sviluppo della banda ultralarga in Italia.
Il CEO di The European House – Ambrosetti, poi, ha sottolineato il ruolo chiave delle infrastrutture di rete per lo sviluppo del Paese, in grado di permettere la fruizione di servizi come lo smart working, le smart factory, lo streaming e di altre innovazioni che, in questi anni, hanno trasformato il modo di vivere delle società.
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Di simile opinione anche Gianluca Corti, che ha ricordato gli investimenti dello scorso decennio volti ad estendere la copertura a banda larga e ultralarga, a sviluppare il 5G e a potenziare la sicurezza delle infrastrutture, per un totale di 65 miliardi di euro, in un contesto competitivo, poco redditizio, frammentato e con prezzi costantemente in calo.
Gianluca Corti, Amministratore Delegato designato di WindTre, ha dichiarato:
“L’impatto potenziale del dispiegamento del 5G può generare un valore aggiunto sull’economia italiana di 25 miliardi di euro in 10 anni, una stima che evidenzia una volta di più la necessità di supportare e incoraggiare gli investimenti delle telco. […]
Il Governo sta facendo la sua parte, ha aggiunto il manager, con 6 miliardi e mezzo di fondi previsti per le infrastrutture, ma le telco italiane devono ancora fronteggiare burocrazia e regole stringenti che rendono difficoltosi gli investimenti, a partire dai limiti elettromagnetici sensibilmente più bassi rispetto al resto d’Europa.
Quest’ultimo è un tema entrato ormai nell’agenda politica e siamo fiduciosi che il ministro Giorgetti convochi presto gli operatori e gli stakeholder per affrontare questa e altre questioni centrali per il settore. In caso di una mancata revisione dei limiti, si rischia di rallentare la diffusione del 5G, indispensabile per supportare la richiesta sempre crescente di traffico dati. […]
Un altro punto cruciale è la necessità di stimolare con il credito d’imposta gli investimenti in servizi di telecomunicazione delle imprese, come avviene per l’Industria 4.0. È un’evoluzione importante sia sul piano tecnologico sia per la diffusione della cultura e delle competenze digitali, che va affiancata a programmi di formazione continua nelle scuole e nel mondo del lavoro. […]
Per attuare queste misure, è cruciale la collaborazione tra imprese e istituzioni. In questa direzione, il nostro settore intende contribuire alla realizzazione di politiche di sviluppo più efficaci possibile”.
Alla luce di ciò, The European House – Ambrosetti, insieme a WindTre, hanno sviluppato 3 differenti proposte, “non solo per analizzare l’Italia di oggi, ma per rilanciare l’Italia di domani”. Di seguito i suggerimenti:
Il potenziale impatto delle telco sul futuro del Paese viene stimato grazie a diversi indicatori, tra cui la velocità di connessione, poiché all’aumento della velocità media di connessione di 10 Mbps, il PIL aumenterebbe di 0,9 punti percentuali e se l’Italia si allineasse alla velocità media dell’UE nel 2025, il PIL registrerebbe 40,9 miliardi di euro aggiuntivi.
A questo fattore si aggiungono: la diffusione della banda ultralarga, considerando che, se la percentuale di aziende coperte dalla banda larga in Italia raggiungesse il valore medio UE, il PIL registrerebbe nel 2025 110 miliardi di euro aggiuntivi; e gli Investimenti Diretti dall’Estero, con una crescita di 1,2 miliardi aggiuntivi se la copertura della rete a banda ultralarga raggiungesse la media europea.
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