Reti e Frequenze

Reti e aiuti pubblici: consultazione della Commissione Europea per aggiornare le linee guida

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La Commissione Europea ha avviato una consultazione pubblica per aggiornare le linee guida relative agli aiuti pubblici per le reti a banda larga, con scadenza l’11 Febbraio 2022.

La consultazione pubblica della Commissione Europea

In primo luogo, la proposta della Commissione Europea mira ad aggiornare le linee guida con l’introduzione di nuove soglie di velocità per il supporto pubblico alle reti fisse Gigabit e nuove linee guida sul supporto per l’implementazione delle reti mobili.

Inoltre, è prevista l’introduzione di nuove possibili categorie di aiuti sotto forma di misure sul lato della domanda a sostegno dell’adozione delle reti fisse e mobili, ad esempio tramite voucher.

La Commissione ha infatti riscontrato la necessità di alcuni adeguamenti mirati per quanto concerne le norme attualmente vigenti, volti ad allineare le stesse ai più recenti sviluppi tecnologici e alle esigenze crescenti di connettività a banda larga.

Reti ultraveloci e voucher per la domanda

A tal proposito, nella consultazione è indicato che l’obiettivo è quello di fornire entro il 2025 l’accesso alla rete internet di rete fissa con velocità in download di 100 Mbps scalabile fino a 1 Gbps.

Dunque, secondo il prospetto fornito per la consultazione, le reti di accesso ultraveloci saranno quelle che forniranno almeno 100 Mbps di velocità in download.

Per quanto concerne gli aiuti di stato, questi devono fornire un miglioramento materiale che il settore non riesce a raggiungere autonomamente nelle aree cosiddette a fallimento di mercato, dove non è presente una connessione in linea con gli standard minimi richiesti.

Oggi e in prospettiva futura, considerando le necessità dei cittadini, secondo la Commissione Europea un fallimento di mercato potrà determinarsi anche ove non sarà possibile fornire ai clienti finali connettività di 1 Gbps in download.

Anche la componente di upload sta diventando sempre più importante per numerosi servizi, dunque l’assenza di connettività fino ad almeno 200 Mbps in upload può anch’essa costituire un fallimento di mercato.

Per il momento, secondo il documento di consultazione (ecco il documento completo) vanno definite aree bianche quelle dove non è presente una rete a banda larga ultraveloce (appunto 100 Mbps) o dove non è possibile realizzarne una in un tempo ristretto.

Nelle aree grigie, invece, dovrà essere presente almeno una rete ultraveloce, ma l’esistenza di un solo servizio non implica necessariamente che non vi sia un fallimento di mercato, se l’operatore non dovesse riuscire a fornire una velocità di almeno 1 Gbps in download e 200 Mbps in upload, che rappresenteranno dunque i nuovi standard europei.

Le aree nere, secondo queste nuove definizioni legate alle diverse velocità espresse, sarebbero quindi quelle in cui sono presenti almeno due reti ultraveloci indipendenti.

Dunque, il supporto pubblico secondo le nuove linee guida dovrebbe essere rivolto quantomeno a raddoppiare le velocità di download o raggiungere 30 Mbps nelle aree dove la velocità è inferiore a tale valore, e almeno triplicare e raggiungere i 100 Mbps delle reti ultraveloci nelle aree con velocità di connessione di almeno 30 Mbps.

Inoltre, gli sforzi pubblici saranno rivolti a incrementare le velocità di upload fino a raggiungere almeno la velocità pari alla componente in download delle reti esistenti più veloci.

Tra le misure a sostegno della domanda, emerge invece la categoria dei voucher sociali che dovranno fornire sostegno a determinati utenti per ottenere e mantenere una connessione di rete fissa o mobile di buona qualità.

Chiaramente, aiuti pubblici di questo tipo andranno rivolti a categorie di consumatori che non sarebbero in grado di sostenere finanziariamente la connettività a banda larga e gli stessi sarebbero forniti solo per l’attivazione di un servizio o il mantenimento di quello attivato e non per il passaggio tra operatori che offrono la medesima velocità media di connessione.

La consultazione pubblica rivolta agli Stati e a tutti gli interessati che vogliano fornire il loro parere sarà aperta fino all’11 Febbraio 2021, in deroga alla normativa che prevede una durata di 12 settimane, vista la necessità di adottare rapidamente nuove misure per raggiungere l’obiettivo della transizione digitale nell’Unione Europea.

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