FiberCop

FiberCop, istruttoria Antitrust: presentati gli impegni di TIM, Fastweb, Tiscali e KKR

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L’Antitrust ha reso noti gli impegni presentati da TIM, Fastweb, Teemo Bidco, Tiscali, KKR e FiberCop per l’istruttoria aperta proprio sul caso FiberCop, nel Dicembre 2020.

L’istruttoria era stata aperta l’anno scorso per verificare che i vari accordi per la nascita di FiberCop, inclusi quelli relativi alla sua operatività, non creino ostacoli alla concorrenza tra gli operatori nel medio e lungo termine e che gli stessi siano volti ad assicurare l’ammodernamento delle infrastrutture di telecomunicazione nel Paese.

Come previsto dall’istruttoria, l’Antitrust ha richiesto alle aziende coinvolte nell’operazione di fornire alcune proposte di impegni, che sono stati esaminati e pubblicati nella giornata di oggi, 13 Settembre 2021, dall’Antitrust stessa.

Con delibera odierna, l’AGCM ha così deciso di richiedere il parere degli interessati entro il 13 Ottobre 2021.

Gli impegni presentati da TIM

Iniziando con TIM, l’operatore che dispone della maggioranza delle quote di FiberCop e del suo controllo insieme a KKR, il primo impegno riportato è quello di assicurare tempi certi di realizzazione della rete e l’effettiva disponibilità della stessa ai fini della commercializzazione.

Nello specifico, TIM si impegna a realizzare la rete FiberCop secondo stringenti scadenze temporali rappresentate da target annui.

Laddove dovessero verificarsi impedimenti che precludono il raggiungimento dei target, TIM dovrà proporre una rimodulazione dei target annui successivi. Inoltre, è previsto un meccanismo di verifica che permetta all’Antitrust di monitorare la realizzazione della rete, nominando anche un soggetto terzo indipendente che certifichi che il progetto sarà realizzato secondo il percorso temporale definito.

Un secondo impegno è quello di agevolare la costruzione della rete primaria da parte dei coinvestitori nei comuni in cui non è ancora presente la rete in fibra di Flash Fiber.

Per ridurre i costi per i co-investitori, infatti, TIM si impegnerà a fornire a condizioni ben specificate, nei comuni diversi da quelli in cui è presente la rete di Flash Fiber (la joint-venture con Fastweb, che ne ha ceduto le quote per entrare in FiberCop), almeno una fibra in rete primaria passiva per 20 anni, sotto richiesta.

La facoltà di adesione verrà accordata per cinque anni dal momento dell’eventuale approvazione degli impegni, alle condizioni stabilite da TIM e descritte negli impegni (ecco il documento completo).

Il terzo impegno è quello che consiste nell’offrire uno sconto sulle fibre aggiuntive per la realizzazione della fibra in rete primaria nei 29 comuni coperti da Flash Fiber.

Così facendo, TIM mira a favorire l’adesione al co-investimento anche nei territori coperti da Flash Fiber.

Con il quarto impegno, invece, TIM promette di consentire agli operatori che non siano co-investitori di FiberCop l’accesso al servizio passivo di Semi-GPON in modalità pay per use a partire dal 2026.

I non co-investitori dovranno corrispondere i canoni e i contributi fissati da TIM e potranno accedere ai servizi tramite nuovi funzionalità che saranno garantite al mercato da TIM già da quest’anno e per tutta la durata del co-investimento.

Il quinto impegno è quello a compiere tutti gli atti necessari per offrire ai co-investitori che acquisiscono servizi di accesso in modalità IRU a 20 anni un altro profilo entry-lever in alternativa a quello che consente di collegare fino a 64 clienti.

A questo impegno si affianca il sesto volto ad aumentare la soglia di flessibilità in eccesso per l’applicazione del prezzo previsto in relazione al minimo garantito, e a compiere tutti gli atti volti a revisionare il Fastweb Service Agreement (limitatamente appunto a questa soglia di flessibilità).

Con il settimo impegno, invece, TIM si rende disponibile a concedere ai co-investitori la facoltà di installare una propria terminazione di rete ottica presso la sede del cliente finale.

Prima di fare ciò, TIM dovrà però effettuare le sue verifiche tecniche di contabilità con gli apparati OLT in uso e a tal proposito l’operatore proporrà all’AGCOM una procedura di verifica i cui costi graveranno sul co-investitore interessato.

Con l’ottavo punto, TIM si impegna a chiarire nelle comunicazioni pubblicitarie e commerciali delle sue offerte retail che i consumatori rimangono liberi di installare modem non forniti da TIM per le connessioni a internet, mentre il nono impegno è quello volto a restringere il perimetro dell’offerta TIM ai soli servizi passivi. L’acquisto di servizi attivi come VULA-FTTH e Bitstream-FTTH è quindi escluso dal perimetro del co-investimento.

Il decimo impegno è invece quello di consentire ai co-investitori di gestire in maniera autonoma le attività di attivazione del cliente e assistenza tecnica con riguardo agli accessi in fibra, mentre l’undicesimo è volto a costituire, assieme ai rappresentati di FiberCop e dei co-investitori, un comitato tecnico dei co-investitori.

Volgendo verso il termine del documento ufficiale, il dodicesimo impegno è quello di compiere tutti gli atti necessari per impedire il trasferimento di informazioni commercialmente sensibili tra gli azionisti di FiberCop e che il CdA si doti di un manuale di Antitrust Compliance.

Invece, secondo il tredicesimo impegno TIM negozierà con Tiscali un nuovo contratto per la razionalizzazione della rete Tiscali, svincolato dal co-investimento nella rete di TIM, in sostituzione di quello inizialmente stipulato a Novembre 2020.

Con questo contratto, come si vedrà in seguito, verranno ridefinite le condizioni alle quali TIM supporterà la riorganizzazione della rete di Tiscali, come voluto dall’azienda sarda.

Infine, il quattordicesimo e ultimo punto è quello volto a modificare l’articolo 4.7 del TIM Service Agreement legato agli adeguamenti ISTAT. Così facendo, l’incremento del prezzo con l’inflazione dal 2030 si applicherà ai servizi i cui prezzi non sono regolamentati, quindi agli accessi Semi-GPON FTTH.

Gli impegni di Fastweb

Per Fastweb, il primo impegno (ecco il documento completo) riguarda l’estensione dell’ambito territoriale in cui si applicano i minimi garantiti e la loro modifica. Il secondo impegno, collegato al primo, riguarda il raggiungimento dei minimi garantiti mediante gli acquisti della tratta di rete secondaria di FiberCop.

Il terzo impegno riguarda invece la realizzazione della rete primaria, mentre il quarto impegno prevede che Fastweb possa modificare di anno in anno i minimi garantiti in caso di sottostima e avendo riguardo al complesso delle condizioni tecniche ed economiche dei servizi all’ingrosso presenti sul mercato.

Con il quinto impegno, invece, Fastweb prevede attività di attivazione e manutenzione dei propri clienti, gestite dall’operatore stesso, oltre all’aggiornamento delle banche dati relative allo stato di avanzamento della rete.

Il sesto impegno, infine, è quello sull’adeguamento all’indice Istat (come fatto da TIM).

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Gli impegni di Tiscali

Quanto a Tiscali, l’operatore ha fornito i suoi impegni nonostante la sua posizione all’interno dell’operazione FiberCop sia molto diversa da quella di TIM e Fastweb, alla luce di un contratto sottoscritto con TIM.

Secondo Tiscali, le sue condotte sono “ben lungi dall’essere caratterizzate da qualsivoglia oggetto o effetto restrittivo”, ma l’operatore ha comunque fornito le sue proposte di impegni (ecco il documento completo).

In questo caso, il primo impegno presentato riguarda la formale risoluzione del contratto di co-investimento inizialmente sottoscritto e l’impegno a non eccedere determinate soglie di minimi garantiti, in caso di futura adesione alla nuova offerta di co-investimento di TIM.

Così facendo, dal momento dell’eventuale accettazione degli impegni, Tiscali risolverà il suo contratto di co-investimento con TIM in cui sono contenuti i minimi garantiti che avevano destato l’attenzione dell’AGCM.

Il secondo impegno, abbinato al primo, riguarda la sottoscrizione di una nuova versione del contratto di razionalizzazione che elimini ogni connessione con il contratto di co-investimento.

Questa nuova versione permetterà di accertare l’insussistenza di ogni legame tra l’esigenza di riorganizzazione della rete di Tiscali e l’iniziativa di co-investimento in FiberCop. Infatti, questo nuovo contratto sarà svincolato, anche in futuro, da quello di co-investimento che eventualmente Tiscali decidesse di sottoscrivere.

Inoltre, insieme a TIM, Tiscali si impegna a ridurre i quantitativi minimi presenti nel contratto, con un decremento degli obiettivi in termini di linee ultrabroadband in consistenza alla data di scadenza dell’accordo nel 2023, pari al 20%/30% circa.

Gli impegni di Teemo Bidco e KKR sul caso FiberCop

Teemo Bidco S.à.r.l, società controllata dal Fondo KKR, e il fondo australiano stesso, hanno presentato adesione alla maggior parte degli impegni presentati da TIM, Fastweb e da FiberCop stessa, ritenendoli idonei a risolvere tutte le preoccupazioni concorrenziali espresse dall’Antitrust italiano.

All’interno del documento presentato all’Autorità (ecco il documento completo) le aziende hanno auspicato che l’Autorità valuti tali impegni come fondati e sono rimaste a disposizione dell’Antitrust per ulteriori richieste di informazioni.

Anche FiberCop ha presentato le sue proposte per l’istruttoria

Anche FiberCop stessa ha presentato alcuni impegni (ecco il documento completo), analizzati dall’Antitrust. Il primo impegno è quello di adottare misure volte a garantire la segregazione delle informazioni sensibili dal punto di vista concorrenziale, come fatto anche da TIM.

Con il secondo impegno, invece, anche FiberCop si doterà di misure di compliance antitrust tramite un modello apposito.

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