Reti 5G

TV, slittamento per il nuovo standard DVB T2: il MISE aggiorna il calendario del refarming

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Il Ministero dello Sviluppo Economico, con il suo ultimo decreto del 30 Luglio 2021, ha aggiornato il calendario del refarming delle frequenze per il passaggio allo standard DVB-T2 e la contestuale liberazione delle frequenze a 700 MHz per il 5G.

La banda dello spettro radioelettrico a 700 MHz è quella attualmente utilizzata dalla TV digitale terrestre, che a partire da Luglio 2022 sarà invece impiegata dagli operatori mobili per la fornitura dei servizi 5G, dopo l’asta delle frequenze tenutasi nel 2018.

Per questa ragione, fino al mese di Giugno 2022, le trasmissioni televisive saranno via via spostate su altre frequenze, con alcune misure per agevolare il passaggio al nuovo standard DVB-T2, ovvero appunto il digitale terrestre di seconda generazione.

Tuttavia, per garantire maggiore tempo alle emittenti e ai cittadini, il calendario è stato aggiornato.

Il Ministero dello Sviluppo Economico ha infatti aggiornato il decreto precedente, datato 19 luglio 2019, disponendo una rimodulazione del calendario del refarming delle frequenze, della dismissione della codifica MPEG2 e dell’applicazione dei nuovi standard e codifiche innovative. Prevista inoltre un’ulteriore finestra di 30 giorni, a partire dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, per il rilascio volontario anticipato delle frequenze oggetto di diritti d’uso in ambito locale.

Nello specifico, diversamente da quando indicato in precedenza, il refarming delle frequenze inizierà il 15 Novembre 2021 e terminerà entro il 30 Giugno 2022.

Con il termine refarming si fa riferimento alla riassegnazione delle frequenze. Nel caso specifico, il re-farming coinvolgerà la banda 700 che sarà rilasciata dalle emittenti radiotelevisive per trasmettere su uno spazio frequenziale ridotto (la cosiddetta banda sub-700) a vantaggio degli operatori di telefonia che si sono aggiudicati i lotti nell’Asta 5G del 2018.

Si riporta quindi la road-map aggiornata per il refarming dopo l’ultimo decreto:

  • dal 15 novembre 2021 al 18 dicembre 2021: Area 1A – Sardegna;
  • dal 3 gennaio 2022 al 15 marzo 2022: Area 2 – Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia tranne la provincia di Mantova, provincia di Piacenza, provincia di Trento, provincia di Bolzano; Area 3 – Veneto, provincia di Mantova, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna tranne la provincia di Piacenza;
  • dal 1° marzo 2022 al 15 maggio 2022: Area 4 – Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata; Abruzzo, Molise, Marche;
  • dal 1° maggio 2022 al 30 giugno 2022: Area 1B – Liguria, Toscana, Umbria, Lazio, Campania.

Invece, la dismissione della codifica MPEG-2 in favore della codifica MPEG-4 su standard DVB sarà avviata il 15 Ottobre 2021 e non più il 1° Settembre 2021. Questa è però solo la data di partenza, perché la completa sostituzione sarà definita con un apposito provvedimento in arrivo entro la fine di quest’anno.

Il MiSE ha deciso di aggiornare il calendario per consentire un uso più efficiente dello spettro nel periodo transitorio e garantire il trasporto del maggior numero di programmi trasmessi dai fornitori di servizi di media audiovisivi nel corso delle operazioni di transizione. Allo stesso modo, il Ministero ha considerato lo slittamento per agevolare la migrazione tecnica di un’ampia parte della popolazione verso i nuovi standard con gli appositi ricevitori televisivi.

Così facendo, come comunicato dal MISE, l’attivazione del DVB-T2 sarà disposta a livello nazionale dal 1° Gennaio 2023, per implementare a regime il nuovo standard.

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