L’Antitrust ha fornito un suo parere sul caso di un diniego opposto dall’ARPA Lombardia all’utilizzo dello spazio elettromagnetico da parte di una stazione radio base di Iliad. Inviato anche un parere sul tema delle emissioni al Governo.
L’AGCM ha deliberato di esprimere il parere perché il diniego dell’Agenzia Regionale Per la Protezione dell’Ambiente avrebbe determinato “rilevanti restrizioni concorrenziali” e ostacolato l’ingresso e il consolidamento di nuovi attori, rafforzando di fatto il potere degli operatori storici.
Il diniego sarebbe, secondo l’Antitrust, illegittimo e in violazione alle norme a tutela della concorrenza e del mercato. In particolare, considerando le soglie di precauzione “estremamente elevate” in Italia, il diniego sarebbe stato anche non adeguatamente motivato e non ancorato a dati effettivi, e dunque sproporzionato secondo l’Antitrust rispetto allo scopo di tutela della salute.
Nel dettaglio della vicenda, il parere dell’Antitrust attiene all’atto di diniego della richiesta di installazione di una stazione radio base da parte di Iliad, dopo un iter che ha bloccato l’attivazione dell’impianto a Milano per quasi due anni.
L’ARPA Lombardia aveva emesso un parere tecnico negativo sull’istanza di Iliad in quanto “l’attivazione/modifica dell’impianto può provocare il superamento dei limiti di esposizione e/o dei valori di attenzione indicati dall’articolo 3 del d.p.c.m. 8 Luglio 2003”.
In conseguenza al parere negativo dell’ARPA Lombardia, il Comune di Milano aveva annullato la SCIA presentata da Iliad e l’operatore aveva fatto ricorso.
Di fronte al TAR, era emerso che tramite misurazioni sul campo le stazioni radio base già presenti nella zona, di TIM, Vodafone e WindTre, utilizzavano in concreto una potenza di trasmissioni inferiore rispetto ai valori autorizzati. Ciò significava che l’installazione dell’antenna Iliad comportava il superamento dei limiti alle emissioni solo in astratto.
Per queste ragioni, il quarto operatore ha reiterato la richiesta all’ARPA, che è stata ancora respinta il 5 Gennaio 2021.
Nel concreto, secondo l’Antitrust, l’ARPA Lombardia avrebbe irragionevolmente negato il rilascio del parere positivo, innalzando con il suo diniego illegittimo alcune barriere all’entrata e all’espansione di nuovi operatori e nuove tecnologie “con ricadute negative anche sui livelli di qualità dei servizi per i cittadini”.
Di seguito un estratto del parere rilasciato dall’Antitrust nel corso del bollettino settimanale di oggi, 5 Luglio 2021 (ecco il documento completo):
“L’ARPA avrebbe dovuto ancorare le valutazioni sottostanti al rilascio del parere non già a valori astratti dichiarati dagli operatori in sede di istanza, bensì a parametri concreti, ovvero alla potenza effettivamente impiegata e, al contempo, avrebbe dovuto porre in essere tutte le operazioni tal fine necessarie.
Tale impronta operativa sarebbe stata necessaria a maggior ragione anche in caso di mutamento degli assetti infrastrutturali che caratterizzano l’area di campo su cui insistono le rilevazioni in oggetto, ovvero in ragione della richiesta di attivazione di stazioni radio base da parte di soggetti nuovi entranti, soprattutto ove lo spazio elettromagnetico non risulti effettivamente saturo.”
Infine, l’Autorità ha evidenziato come l’atto di diniego impedisca anche a Iliad di completare un processo di infrastrutturazione che era stato delineato come “rimedio concorrenziale obbligatorio” dopo la concentrazione che portò alla nascita di Wind Tre.
L’ARPA Lombardia, che ha ricevuto il parere dell’Autorità, ha esposto le sue ragioni e l’AGCM ha ritenuto che siano venuti meno i presupposti per un’impugnazione dinanzi al TAR, come inizialmente prospettato all’ARPA.
Dunque, alla fine l’Autorità non presenterà ricorso contro il diniego dell’ARPA, ferme restando le criticità evidenziate nel corso del parere.
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Sempre nel bollettino odierno, è presente anche la copia di un parere legato sempre ai limiti alle emissioni elettromagnetiche e inviato al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministero dello Sviluppo Economico, al Ministro della Transizione Ecologica, al Ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale e al Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome.
Nel parere, l’Antitrust individua nella cosiddetta Transizione Digitale uno dei “pilastri fondanti” del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per un ammodernamento infrastrutturale del Paese a vantaggio dei privati e della Pubblica Amministrazione.
Occorre però, secondo l’Autorità, tenere conto di tutte le criticità concorrenziali rappresentate anche dai limiti all’utilizzo dello spazio elettromagnetico, che tramite la valutazione di dati teorici e non effettivi rischia appunto di rallentare spesso gli operatori nei loro piani di sviluppo, come spesso ribadito dalle aziende stesse, in diverse sedi.
Per raggiungere l’obiettivo di una più rapida copertura, l’Autorità suggerisce ancora una volta di permettere l’adozione di iter procedurali caratterizzati anche da prassi operative uniformi e standardizzate tali da coniugare la rapidità dei processi decisionali con la certezza degli esiti finali.
Inoltre, lo spazio elettromagnetico va considerato, continua l’Antitrust, come una risorsa scarsa che necessita quindi di una rigida gestione e di costanti aggiornamenti.
Segue un riassunto del parere dell’Autorità, contenuto sul finire del documento:
“L’Autorità ha riconosciuto in numerose occasioni l’importanza di una corretta azione amministrativa al fine di favorire l’infrastrutturazione tecnologica del Paese.
In tal senso, alla luce dell’importanza degli effetti sull’intero sistema economico che le nuove tecnologie di telecomunicazione avranno nei prossimi anni in Italia, appare quanto mai prioritario eliminare gli ostacoli ingiustificati all’intervento infrastrutturale, anche mediante la definizione di un’azione amministrativa efficace ed efficiente, che ponderi in modo equilibrato i diversi interessi pubblici rilevanti”.
In conclusione, l’Autorità ha auspicato che le ARPA possano “evolvere verso modelli più efficienti di verifica dei limiti di emissioni elettromagnetiche” per consentire una corretta gestione del catasto delle emissioni e garantire così parità di trattamento tra tutti gli attori economici.
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