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Relazione annuale Open Internet: modem libero, offerte zero rating e Misura Internet Mobile

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L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha pubblicato la relazione annuale del 2021 sulle attività svolte in materia di Open Internet.

Il report è legato al Regolamento UE con cui è stato introdotto un insieme di regole in materia di net neutrality, entrate in vigore il 30 Aprile 2016, per garantire un trattamento equo e non discriminatorio del traffico nella fornitura di servizi di accesso a internet e tutelare di conseguenza i diritti degli utenti finali.

Tutte le autorità nazionali, AGCOM inclusa, hanno dunque funzioni in materia di regolamentazione, vigilanza ed enforcement per assicurare l’applicazione delle norme.

Per quanto concerne appunto la regolamentazione nazionale, l’AGCOM ha svolto innanzitutto attività di vigilanza anche tramite l’acquisizione e l’analisi delle informazioni raccolte dai siti web dei principali internet service provider di rete fissa e mobile, inclusi anche i virtuali.

Sul fronte delle attività esterne, invece, sono state svolte azioni per l’acquisizione dei dati degli operatori e sono stati organizzati incontri formali anche con le associazioni di categoria e dei consumatori per fornire indicazioni sul contesto del Regolamento e sulla corretta implementazione da parte dei soggetti interessati.

In alcuni casi, l’AGCOM ha adottato provvedimenti espliciti (si ricorda la recente multa a WindTre per mancato rispetto della regolamentazione) e in altri ha avviato attività di moral suasion per indurre alcuni operatori a modificare le pratiche tecniche e commerciali ed evitare l’adozione dei provvedimenti.

A livello internazionale, l’Autorità è invece rimasta in stretto contatto con gli esperti del BEREC, il Regolatore Europeo, contribuendo ai lavori dell’Open Internet Guidelines and Implementation Drafters e di tante altre bozze.

A tal proposito, AGCOM ricorda che l’anno scorso, a Giugno 2020, sono state approvate le nuove linee guida del BEREC in materia di Open Internet, che arricchiscono la normativa con ulteriori elementi per l’implementazione della disciplina anche per particolari tipologie di accesso a internet, incluso quello in-flight o i servizi M2M su reti private.

Gli esiti delle attività di regolamentazione e vigilanza: modem libero e zero rating

Passando al cuore del report, nel periodo di riferimento l’AGCOM ha svolto diverse attività di regolamentazione e vigilanza su diversi ambiti legati alla normativa.

In primo luogo, con riferimento alla salvaguardia dell’accesso a un’internet aperta, l’AGCOM ha confermato il diritto degli utenti di scegliere il proprio terminale per la connessione, senza essere obbligati ad acquistarne uno dal fornitore del servizio di rete fissa.

Con la delibera sul modem libero, gli operatori non possono infatti più rifiutare di collegare alla propria rete il terminale scelto dall’utente, se questo soddisfa i requisiti previsti dalla normativa, e non possono imporre oneri aggiuntivi o ritardi ingiustificati.

Inoltre, con una delibera adottata dopo una sentenza del TAR Lazio, l’AGCOM ha previsto che in caso di fornitura del terminale a titolo gratuito, i fornitori del sevizio dovranno predisporre un’offerta corrispondente che non includa l’apparecchiatura, o renderne opzionale la fornitura stessa.

L’Autorità ha anche vigilato sull’effettiva attuazione dei nuovi obblighi in capo agli operatori, che riguardano anche in contratti già in essere al momento dell’entrata in vigore delle delibere sul modem libero.

Nella descrizione delle sue attività, l’AGCOM evidenzia di aver anche svolto un’azione di moral suasion nei confronti di un operatore mobile virtuale che nelle sue informative indicava che la SIM potesse essere utilizzata solo all’interno di smartphone e tablet. In seguito all’azione dell’Autorità, l’operatore in questione ha eliminato la restrizione.

Un’altra pratica regolamentata è quella dello zero-rating con cui si intendono le offerte che non computano il traffico generato verso determinati servizi o applicazioni ai fini del raggiungimento delle soglie di consumo di un determinato tetto massimo utilizzabile.

Prevalentemente, le offerte zero-rating commercializzate dagli operatori hanno incluso la fornitura di servizi di streaming musicale e video, social media, chat, cloud e servizi per la didattica a distanza (in quest’ultimo caso anche sotto diretto impulso del Governo) senza consumare il traffico dell’offerta.

Un ulteriore elemento di rilievo è rappresentato dalle misure di gestione del traffico, soprattutto con il netto incremento causato dal lockdown.

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Trasparenza per l’accesso a un’internet aperta e misurazione delle performances

L’AGCOM ha anche concentrato la sua attenzione sulla trasparenza e sulla qualità dei servizi di connessione tramite il progetto Misura Internet. Con riferimento al 2020, sono state calcolate come sempre le velocità medie di rete mobile per ogni punto di misura regionale e le latenze medie.

Secondo gli ultimi dati, le elaborazioni complessive sulle reti di TIM, Vodafone e Wind Tre hanno evidenziato velocità media di oltre 68 Mbps in download e di oltre 28 Mbps in upload. Le misure dinamiche urbane hanno portato il valore medio in download a 60 Mbps e in upload a 26 Mbps e le migliori prestazioni si sono riscontrate a Bologna, Bari, Firenze e Verona.

Recentemente, l’AGCOM ha anche istituito un tavolo tecnico per studiare gli aspetti evolutivi delle campagne per gli anni successivi al 2020, misurando anche i servizi in tecnologia 5G.

Per il 2021 è prevista una campagna che ha come target le reti 4G, a cui si affianca però una seconda campagna sperimentale per la misurazione delle reti 5G.

Sempre in termini di performances offerte, l’AGCOM ricorda che la velocità minima concordata contrattualmente è vincolante per gli operatori. Al momento infatti, gli operatori specificano nei loro contratti quali siano le velocità minime garantite, ma l’AGCOM potrebbe in futuro modificare la regolamentazione in materia con nuovi parametri.

A tal proposito, l’Autorità ha ricordato l’esistenza di un suo software gratuito chiamato NeMeSys con cui i clienti possono misurare le velocità di upload e download ogni 15 minuti nell’arco di 24 ore. Se il certificato mostra dati non conformi a quelli garantiti, il cliente può inviare un reclamo all’operatore e se dopo 45 giorni la velocità non dovesse essere ripristinata, allora l’utente potrà chiedere il recesso senza costi.

Il certificato ottenuto con il software NeMeSys è utilizzabile in sede di contenzioso. A tal proposito, secondo i dati riportati, nel 2020 l’83% dei certificati prodotti dagli utenti ha riportato una violazione contrattuale.

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