Presentata proposta di legge per disciplinare l’uso di dispositivi digitali ai minori di 12 anni

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Lo scorso 15 marzo 2021, i deputati De Giorgi, Fioramonti, Ianaro, Palmisano, Papiro, Vizzini e Lombardo hanno presentato alla Camera dei deputati una proposta di legge in grado di disciplinare l’impiego di dispositivi digitali da parte dei minori di 12 anni.

Nello specifico, la suddetta proposta di legge, composta da 8 articoli, ha lo scopo di tutelare non solo la salute, ma anche la crescita psicofisica dei bambini, invocando il principio di precauzione.

Di seguito, una parte del testo presente all’interno del documento presentato alla Camera (ecco il link diretto):

Difficoltà di apprendimento, ritardi nello sviluppo del linguaggio, perdita della concentrazione, aggressività ingiustificata, alterazioni dell’umore, disturbi del sonno, dipendenza: sono solo alcuni degli effetti che eminenti studiosi hanno riscontrato dopo aver verificato le conseguenze che l’uso continuato di telefoni cellulari e di altri apparecchi radiomobili provocherebbe nei bambini e negli adolescenti.

A riprova della loro tesi, i deputati hanno anche elencato degli esempi di studi scientifici, accertamenti, ricerche e alcune misure adottate da Paesi esteri, con l’obbiettivo di sottolineare la serietà e l’importanza del fenomeno riguardante l’utilizzo senza regole dei telefoni cellulari da parte dei minori.

A tal proposito, con la proposta di legge presentata alla Camera, è stato richiesto: il divieto dell’utilizzo di smartphone, tablet e qualsiasi altro dispositivo digitale, nei primi 3 anni di vita; di far avvicinare gradualmente il minore alla tecnologia, per non più di un’ora al giorno, nell’età compresa tra i 4 e i 6 anni, e di passare a tre ore giornaliere nella fascia di età che va tra i 6 e gli 8 anni.

Invece, secondo quanto riportato dalla proposta, dai 9 ai 12 anni di età, la fruizione dei media andrebbe limitata a quattro ore giornaliere, sempre sotto la supervisione dei genitori (o di chi ne fa le veci) e con l’assoluto divieto di utilizzo autonomo.

I deputati hanno richiesto anche l’introduzione dell’articolo 328-bis del testo unico di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, numero 297, concernente il “divieto dell’uso di telefoni mobili e altri dispositivi di comunicazione elettronica da parte degli alunni nelle scuole primarie e secondarie di primo grado“.

Per l’attuazione delle finalità della suddetta proposta di legge, i deputati ritengono opportuno fare ricorso a specifiche campagne di sensibilizzazione, per le quali si prevedono oneri finanziari pari a 50 mila euro annui.

Secondo quanto comunicato dalla proposta di legge, i responsabili dell’osservanza delle disposizioni saranno i genitori (o chi ne fa le veci). Chiunque di loro consentirà ai propri figli non ancora dodicenni di navigare online e di utilizzare qualsiasi dispositivo digitale senza accompagnamento e presidio educativo, riceverà una sanzione pecuniaria che va da un minimo di 300 euro a un massimo di 1500 euro.

Come comunicato dai deputati, la proposta di legge non vuole essere una “crociata” contro la tecnologia, questa, infatti, “può anche avere un impatto positivo sull’apprendimento in età prescolare a patto che vi sia il costante affiancamento dei genitori“.

L’uso ripetuto e sregolato di dispositivi digitali, infatti, da quanto si legge nel documento presentato alla Camera, può portare a una vera e propria dipendenza, identificata dagli studiosi con il termine di “nomofobia” o “sindrome da disconnessione“.

Nel dettaglio, la proposta di legge è suddivisa in: articolo 1, in cui viene stabilita la finalità del provvedimento; articolo 2, che definisce il dispositivo digitale funzionante tramite onde a radiofrequenza; articolo 3, con disposizioni sull’utilizzo dei dispositivi digitali da parte dei minori, e articolo 4, con l’introduzione del divieto di utilizzo di telefoni mobili e di altri dispositivi di comunicazione elettronica nelle scuole primarie e nelle scuole secondarie di primo grado.

Sono presenti, inoltre: l’articolo 5, che prevede la promozione e la realizzazione di campagne di sensibilizzazione da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri e del Ministero della salute; l’articolo 6, che introduce l’obbligo di osservanza delle disposizioni della legge da parte dei genitori e il dovere di segnalazione all’autorità giudiziaria in caso di inosservanza delle medesime disposizioni; l’articolo 7, che definisce le sanzioni pecuniarie conseguenti alle violazioni (da 300 a 1500 euro), e infine l’articolo 8, che reca la copertura finanziaria, pari a 50 mila euro annui a decorrere dal 2021.

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