Reti 5G

Innalzamento emissioni elettromagnetiche per il 5G: Legambiente scrive una lettera a Draghi

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Legambiente si è espressa sul progetto di modifica dei limiti di legge sui campi elettromagnetici, volto a incrementare il tetto massimo portandolo ai livelli europei per un più rapido sviluppo delle reti degli operatori.

L’associazione ambientalista italiana attiva in tutta la Penisola ha deciso di scrivere una lettera al Presidente Draghi e ai presidenti di Camera e Senato mostrando la sua contrarietà all’operazione di innalzamento dei limiti.

Legambiente si definisce infatti “non convinta” e preoccupata per la tutela della salute e dell’ambiente correlata al rischio emergente dell’inquinamento elettromagnetico.

La lettera di Legambiente

L’Associazione ammette che le tecnologie di comunicazione rappresentano una necessità per l’Italia, come messo in evidenza anche dalla pandemia, ma cita “la presenza di effetti biologici non termici anche molto gravi, fino a forme tumorali” con riferimento ad alcuni casi di tumori rari osservati sperimentalmente anche per esposizioni pari a 50 V/m, ovvero sotto il limite di 61 V/m utilizzato dall’Unione Europea.

Di seguito un estratto della lettera:

Non si comprende, quindi, la richiesta di innalzamento dei limiti di esposizione ai CEMRF in Italia, che ripetiamo essere tra i più cautelativi al mondo, che si accompagna al rilascio di nuove bande di frequenza per il servizio di telefonia, alcune utilizzate con il 5G: un innalzamento non è necessario ed quanto meno inopportuno, considerando i pericoli emersi da studi sperimentali ed epidemiologici sulle frequenze già in uso e l’incognita costituita da quelle che devono essere ancora rilasciate.

Da qui, la richiesta di Legambiente di coinvolgere tutti i Ministri, a partire da quello della Salute, nel processo di valutazione di eventuali innalzamenti dei limiti e di vigilare sulla situazione per garantire sempre “un alto livello di protezione della salute e dell’ambiente, della popolazione, dei lavoratori e dei consumatori”.

Inoltre, Legambiente chiede al Governo di consentire lo sviluppo sostenibile di tecnologie utili ma impattanti sulla salute garantendo il rispetto dei cosiddetti principi di Precauzione e Prevenzione e chiedendo il finanziamento di ricerche indipendenti, epidemiologiche e sperimentali sulle onde centimetriche del 5G a 26GHz che, ritiene l’associazione, non sarebbero ancora state studiate in materia adeguata.

La posizione degli operatori

Lo scopo dell’innalzamento delle emissioni elettromagnetiche, che sarebbero portate ai livelli europei (ritenuti già molto cautelativi) è quello di accelerare lo sviluppo delle reti di telecomunicazione mobili per raggiungere gli obiettivi prefissati dai piani di copertura nazionali ed europei, volti a garantire copertura e velocità di connessione in ogni area e abilitare, con l’arrivo del 5G, nuovi servizi e soluzioni per privati, aziende e Pubblica Amministrazione.

Gli operatori italiani, che hanno investito oltre 6,5 miliardi di euro nell’asta delle frequenze 5G, chiedono da tempo al Governo di innalzare i limiti per agevolare la copertura.

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