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Ministro Colao espone le linee programmatiche: mappatura con obblighi per gli operatori

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Il Ministro per l’Innovazione Tecnologica Vittorio Colao ha svolto un’altra audizione alla Commissione Trasporti per esporre definitivamente tutte le linee programmatiche del suo dicastero.

Il Ministro Colao ha evidenziato in apertura come, In Italia, sia particolarmente importante riattivare la crescita e sostenere l’innovazione, per essere in grado di lavorare a un cambiamento radicale, persuasivo e di lungo periodo. Il rischio, altrimenti, sarebbe quello di lasciare il Paese ulteriormente indietro.

La strategia del Governo e più precisamente del Ministero per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale, sarà concentrata sulla determinazione delle misure strategiche di innovazione e transizione digitale, che per sua natura è sempre equa e orizzontale, più corrette ed efficaci per raggiungere gli obiettivi fissati.

Con l’ausilio del PNNR sarà quindi necessario definire rapidamente il perimetro degli interventi, in linea con il quadro tracciato dal Digital Compass dell’UE, la bussola del digitale con obiettivi chiari e ambiziosi, già descritti recentemente dal Ministro Colao: 80% dei cittadini con identità digitale, 80% dei cittadini con competenze digitali sviluppate, 100% delle famiglie europee con copertura in banda ultralarga e il 75% delle imprese con servizi cloud, IA e Big Data; il tutto, entro il 2030.

A tal proposito, l’obiettivo di Colao è quello di raggiungere in Italia entro la fine del 2026 almeno il 70% della popolazione con identità digitale, circa il 75% delle PA italiane che utilizzino servizi cloud e almeno l’80% dei servizi pubblici erogati online, con il 100% elle famiglie coperte. Tutto ciò, con lo scopo di fare avvicinare l’Italia agli obiettivi europei previsti per il 2030, ma entro il 2026, dunque permettendo al Paese di essere in grado di partire “per la prima volta” seriamente avvantaggiato rispetto agli altri Paesi.

La cooperazione e le professionalità per Vittorio Colao

Un nuovo principio espresso dal Ministro Colao nel corso dell’audizione di oggi, 13 Aprile 2021, è quello della cooperazione, vale a dire del coinvolgimento di tutti gli attori economici nello sforzo per la digitalizzazione, partendo proprio dall’apparato amministrativo, centrale e territoriale.

Per fare ciò, il Ministero della Transizione Digitale sta creando delle sedi consuntive con rappresentanti delle PA locali ed esperti di ICT in grado di accompagnare i bisogni di digitalizzazione e transizione delle Amministrazioni pubbliche.

Un tassello imprescindibile è però rappresentato dalle persone per il ministro Colao: “se vogliamo cambiare marcia all’innovazione in Italia dovremo investire sul valore creativo e innovativo che deriva dalle competenze e dalle conoscenze”.

Secondo il ministro sarà quindi necessario puntare sulla formazione degli occupati e dei non occupati in tutta Italia, riducendo o azzerando l’esclusione sociale delle categorie più a rischio, ovvero proprio quelle che hanno accesso ridotto alla tecnologia più recente, come minoranze linguistiche, popolazione carceraria e anziani.

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Le aree di intervento e il cloud

Sono diverse le linee d’intervento previste dal Ministro Colao. In primo luogo, si parte con l’ammodernamento e l’estensione delle infrastrutture digitali per la connettività e lo sviluppo del cloud, a cui fanno seguito le collaborazioni con il mondo privato, la sicurezza dei sistemi informatici e lo sviluppo delle competenze digitali.

Sul fronte dell’estensione delle infrastrutture digitali, Colao ha ribadito che i ritardi italiani sono “intollerabili” e che la copertura FTTH è “insoddisfacente per un Paese grande come l’Italia”. Da qui, la necessità di cambiare passo e comprendere le potenzialità dell’alta velocità come moltiplicatore di possibilità.

Cambiare passo significa però anche promuovere l’adozione dei servizi attualmente disponibili: a tal proposito, il Ministro Colao sta attendendo l’approvazione, da parte della Commissione Europea, delle misure relative alla Fase 2 del voucher a supporto delle famiglie e delle imprese, che renderà disponibili 900 milioni di euro per agevolare l’adozione dei servizi in banda larga.

Sul fronte del cloud, secondo Colao questa tecnologia può definitivamente “riformare il complesso e a volte farraginoso rapporto tra cittadino e amministrazione”, partendo proprio dalle opzioni per la Pubblica Amministrazione.

I benefici del cloud per il settore pubblico sono molteplici secondo il Ministro, ma i principali riguardano la maggiore sicurezza (perché riduce la frammentazione) e i costi sensibilmente ridotti (azzerati quelli di possesso e manutenzione hardware e marginali quelli per incrementare i volumi di risorse).

Per quanto concerne la sicurezza, tema fondamentale per una società digitale e digitalizzata, Colao ritiene che il Governo debba distinguere tra dati ultrasensibili, sensibili e ordinari, con l’istituzione di un polo strategico nazionale, a controllo pubblico, in grado di custodire i dati più sensibili offrendo garanzie elevate. Per fare ciò, evidenza il Ministro, non è necessario che lo Stato sia proprietario del cloud, ma che abbia il giusto controllo sull’azienda che lo gestisce.

Secondo Il Ministro, riassumendo: “La cloudificazione delle Pubbliche Amministrazioni non è solo un grande investimento per lo Stato, ma anche per le imprese e per l’innovazione stessa: il passaggio al cloud consentirà infatti la creazione di un ecosistema di imprese e startup in grado di migliorare la qualità di applicativi e software in uso alle PA”.

Identità Digitale e interazione con le PA

Un altro obiettivo del Ministero di Colao è quello di agevolare l’interazione tra i cittadini e le Pubbliche Amministrazioni, in collaborazione con altri Ministeri preposti, anche tramite un sistema di identità digitale unico che possa permettere a tutti i cittadini di svolgere la maggior parte delle operazioni richieste, come ottenere permessi, pagare servizi o ricercare informazioni.

Rappresenta un obiettivo del Governo quello di semplificare l’accesso ai servizi della Pubblica Amministrazione con il digitale tramite un unico punto di accesso e interlocuzione, evitando la dinamica attuale che porta spesso le PA a richiedere informazioni già detenute, rallentando anche importanti processi autorizzativi e non solo.

Infine, Colao mira a rafforzare l’esperienza (già ritenuta un successo) del sistema di pagamento PagoPA con pagamenti semplici, tracciabili e digitali, che già vengono usati da 28 milioni di cittadini e 1,2 milioni di imprese.

Il Ministro Colao in un recente incontro con Nadia Calvino, Ministra dell’economia e della trasformazione digitale spagnola.

Il tema della Sicurezza per il Ministro Colao

Sul tema della sicurezza, il Ministro Vittorio Colao ha brevemente citando gli attacchi informatici a Facebook e Linkedin, per evidenziare la necessità di dotare l’Italia di sistemi sicuri e competenze adeguate.

Per fare ciò, sarà necessario aggiornare la strategia nazionale di sicurezza cibernetica, rafforzare le competenze attuali e crearne di nuove dove non esistono, o incoraggiarne la maturazione. Per fare ciò, sarà fondamentale puntare su una rivoluzione del sistema scolastico e universitario, considerando il basso numero di diplomati ITS rispetto ad altri Paesi come Germania e Francia. Inoltre, Colao mira all’aumento del numero di studentesse e donne con competenze tecnico-scientifiche, agendo in generale sulla domanda di competenze digitali da parte di imprese e pubbliche amministrazioni.

Le Risposte al termine dell’Audizione

Al termine del suo intervento, il Ministro Colao ha risposto alla maggior parte degli interventi degli Onorevoli. Per quanto concerne la mappatura in banda ultralarga e rete 5G, è stato rivelato che il gruppo di lavoro già costituito con il MiSE si riunirà giovedì e mirerà a riunire le mappature AGCOM e quelle Infratel.

Lo scopo è infatti quello di far convergere tutte le informazioni in un unico sistema sia per la fibra che per il 5G, chiedendo agli operatori di fornire dati precisi a 3 anni. Inoltre (sebbene in questo aspetto Colao sia rimasto molto vago) il gruppo di lavoro sta valutando diversi strumenti per rendere le mappature molto “impegnative” per gli operatori, vale a dire prevedendo serie penalizzazioni per chi non rispetta quanto dichiarato.

Quanto ai limiti elettromagnetici, Colao non ha voluto fornire una sua opinione sull’innalzamento degli stessi ai livelli europei, evidenziando però come sia necessario garantire la sicurezza e la salute dei cittadini insieme allo sviluppo del 5G, che necessità di un numero più elevato di antenne perché si basa su frequenze più alte. Secondo il Ministro, è fondamentale “trovare il bilanciamento tra le antenne che vogliamo e qual è il livello da raggiungere, valutando le evidenze scientifiche a riguardo”.

Infine, gli ultimi due temi sono quello del voucher Fase I e della tecnologia cinese. Per il primo tema, in seguito a una domanda sulle quote dei singoli operatori, il Ministro Vittorio Colao ha reso noto che, senza evidenziare i nomi degli operatori, il 76% delle richieste sono pervenute a un operatore, il 20% rimanente agli altri tre principali operatori (dunque il 2°, il 3° e il 4°) e solo il 4% residuo a tutte le altre aziende che hanno aderito.

Invece, per quanto concerne gli eventuali rischi della tecnologia cinese, secondo Colao a diventare più rischiosa sarà la tecnologia in generale, dal momento che tutto sarà digitalizzato e dunque “infiltrabile”. Da qui, la necessità, già richiamata, di puntare su strutture intelligenti e competenze in grado di sostenere la sicurezza dei dati in Italia.

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