Lavoro e Formazione

Sky Italia e sindacati: piano di trasformazione per la riduzione del 25% degli occupati

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Sky Italia ha svolto un incontro con i sindacati sul finire della scorsa settimana, presentando il piano di trasformazione aziendale 2021-2024 che prevede un obiettivo di riduzione degli occupati per il 25% circa.

L’incontro svolto tra Sky Italia e le Segreterie Generali Nazionali, Territoriali e le RSU di SLC CGIL, Fistel CISL e UILCOM UIL ha visto anche la partecipazione dell’Amministratore Delegato Maximo Ibarra che ha guidato il lancio nel segmento fisso di Sky WiFi.

Il piano di trasformazione di Sky Italia

Il piano di trasformazione aziendale presentato da Sky Italia si concentra sulla digitalizzazione dei processi aziendali e contempla quindi un progetto di razionalizzazione dei processi anche tramite un programma di semplificazione interna.

Una complicazione che si aggiungerebbe al processo irreversibile di trasformazione per Sky sarebbe anche quella derivante dalla trattativa sui diritti del campionato di calcio di Serie A, che come indicato dai sindacati “ad oggi vede l’azienda fuori da questa partita”.

A tal proposito, secondo quanto reso noto, la perdita dei diritti sul calcio relativi al campionato di Serie A porterà Sky a concentrarsi ulteriormente sulle sue produzioni dirette, garantendo un’offerta “ampia e articolata”.

Nonostante lo sforzo sulle produzioni originali, Sky mira comunque anche alla razionalizzazione dei costi complessivi di circa 300 milioni di euro, tramite minori spese gestionali e produttive e riducendo il costo del lavoro.

Con riferimento a quest’ultimo obiettivo, come accennato in apertura, Sky mira a ridurre il numero di occupati del 25% circa nel corso del triennio, partendo dagli attuali 5000 dipendenti diretti e 6000 esterni. Per questa ragione, l’azienda inizierà un confronto anche con i sindacati per gestire al meglio il piano di riorganizzazione tramite un percorso “socialmente responsabile“.

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Maximo Ibarra, AD di Sky Italia

Il commento dei sindacati

Le principali associazioni sindacali hanno compreso la posizione di Sky, definendo la trasformazione del modello produttivo e delle professionalità dell’azienda “una sfida da cogliere”.

Le segreterie nazionali si sono infatti dette consapevoli della fase complessa a cui si affaccia l’intero settore, con la diffusione di nuovi modelli di consumo grazie allo sviluppo della banda larga e delle reti 5G.

Nonostante ciò, però, i sindacati hanno voluto chiarire che il confronto oramai imminente dovrà concentrarsi sull’organizzazione del lavoro dell’azienda, da cui poi deriverà la razionalizzazione dei costi.

Da qui, la necessità di trovare soluzioni concordate e non unilaterali, oltre che non traumatiche. In breve, secondo i sindacati, “non si parte da numeri da raggiungere a prescindere”, ma è necessario valutare insieme le azioni che possono contribuire al raggiungimento dell’obiettivo della trasformazione.

Intanto, Sky e sindacati provvederanno a calendarizzare nuovi incontri per analizzare la strategia di Sky e il suo impatto sul perimetro occupazionale in Italia.

L’accordo sul lavoro da remoto

Intanto, Sky e i sindacati hanno anche firmato un accordo sperimentale che regolamenterà il lavoro da remoto nella fase post-emergenziale, con un massimo di 12 giornate al mese lavorabili al di fuori dell’azienda e un giorno al mese dedicato alla formazione da remoto anche per i profili professionali impossibilitati a svolgere la propria attività al di fuori dei locali aziendali.

Nello specifico il massimo di 12 giorni al mese è dedicato ai non turnisti e al customer care, mentre per i turnisti il limite è di 8 giorni al mese. Ulteriori giornate per il lavoro da remoto saranno riconosciute in casi di particolare disagio.

I sindacati hanno espresso in questo caso soddisfazione per l’accordo raggiunto che mira a sperimentale nuovi modelli organizzativi.

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Pubblicato da
Alberto Ferrante

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