Nel corso del procedimento che ha portato all’apertura dell’istruttoria nei confronti delle società Cellnex e CK Hutchison Networks Italia per la cessione delle torri di WindTre, gli operatori FWA Linkem ed Eolo hanno fornito il loro punto di vista sull’operazione.
Durante la fase pre-istruttoria, infatti, l’Antitrust ha inviato alcune richieste di informazioni ai concorrenti nel mercato dei servizi di ospitalità di telefonia e ai principali operatori, inclusi gli operatori FWA Linkem ed Eolo.
L’operatore Linkem ha risposto in merito al contesto competitivo nel settore delle tower company evidenziando come, in via generale, l’accesso ai siti di ospitalità presenti già diverse limitazioni legate al contesto normativo in termini di localizzazione, potenziale copertura ed emissione dei campi elettromagnetici.
A ciò si sommano difficoltà burocratiche e rallentamenti, oltre a vere e proprie limitazioni nell’utilizzo dei siti che limiterebbero ulteriormente il margine di manovra degli operatori.
Di seguito il commento dell’azienda:
L’accesso ai siti di ospitalità presenta già limitazioni legate al contesto normativo e fattuale. Infatti, per la scelta di un sito piuttosto che un altro occorre valutare la localizzazione e la conseguente potenziale copertura che darebbe un apparato installato sul predetto sito, così come la presenza o meno dello spazio fisico sull’infrastruttura. A ciò si aggiunga che gli impianti di telecomunicazione ubicati sul sito devono rispettare precisi limiti di legge relativi alle emissioni dei campi elettromagnetici. Con particolare riguardo a questi ultimi, va precisato che la legislazione sui limiti CEM in Italia è molto rigorosa in quanto impone gli stessi limiti di campi elettromagnetici (cioè 20 V/m o 6 V/m a seconda dei punti di misurazione stabiliti dalla legge) indipendentemente dai tipi di utilizzo delle antenne. Per tali ragioni, i limiti CEM si applicano sia per le emittenti televisive che per gli operatori di telecomunicazioni, così come per le macro e le microcelle, con la conseguenza che l’utilizzo dei siti e dello spazio su di essi previsti per scopi di telecomunicazione è spesso limitato.
Oltre a quanto appena evidenziato, con riferimento allo sviluppo di nuove infrastrutture da parte dell’operatore di telecomunicazione o di infrastrutture destinate all’ospitalità degli operatori da parte delle tower companies, spesso si riscontrano difficoltà: i) di tipo burocratico che derivano dalla normativa urbanistica vigente; ii) di limitazione nell’ utilizzo dei siti o di propagazione non ottimale del segnale a causa della configurazione architettonica (edifici storici nelle città) e/o paesaggistica (zone rurali) di alcune aree del Paese; iii) di implementazione o costituzione di nuovi siti a causa di azioni di disturbo legate ai sempre più numerosi comitati anti-antenne che si sviluppano a livello locale.
Secondo Linkem ed Eolo, però, vi sarebbero anche altre limitazioni più direttamente legate agli operatori FWA, Fixed Wireless Access, causate dai contratti già in essere con gli operatori MNO.
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Con riferimento però all’impatto reale dell’operazione, secondo Eolo la prospettata operazione appare diversa da quella effettuata su Inwit, in cui i protagonisti erano i due operatori verticalmente integrati TIM e Vodafone. Nell’ipotesi attuale, Cellnex sarebbe invece attivo nel solo mercato dell’ospitalità, ma nonostante ciò “è innegabile che l’operazione in questione determinerà un maggior grado di concentrazione sul mercato dei servizi di ospitalità”.
Per questa ragione, Eolo ha chiesto all’Antitrust di verificare che vengano mantenute condizioni eque e non discriminatorie, evitando pratiche come diritti di prelazione (soprattutto da parte dei soggetti coinvolti) tali da rendere molto più ostico l’accesso al mercato delle ospitalità.
In altri termini, secondo Eolo è importante che l’operazione non si traduca in “un peggioramento delle condizioni applicate ai servizi di ospitalità forniti agli operatori di telecomunicazione”.
Linkem, invece, ha evidenziato come il mercato in esame si trasformerebbe di fatto in un duopolio, con alcuni rischi concreti per la concorrenza nel settore:
Il mercato dei servizi di ospitalità è caratterizzato dalla presenza di pochi fornitori (quindi con poche e insufficienti alternative), avendo sostanzialmente una struttura di tipo oligopolistico. In un contesto di mercato di tale tipo, un’ulteriore operazione di fusione sarebbe a priori suscettibile di ridurre ancor di più l’incentivo competitivo tra i player dello stesso mercato, peraltro ciò in quanto l’operazione coinvolgerebbe i due principali fornitori di siti (Wind Tre e Cellnex), dopo Inwit. Il mercato in esame, in pratica, si trasformerebbe in un duopolio con Inwit e Cellnex, quali due unici attori dello stesso.
Si ritiene che non vada escluso il rischio che la ridotta pressione competitiva derivante sia a Cellnex che a Inwit dalla riduzione del numero di concorrenti spinga entrambe le imprese ad adottare una condotta di mercato, pur indipendentemente determinata, volta all’incremento dei prezzi e/o alla riduzione della capacità di servizio offerto, con riduzione degli investimenti sull’infrastruttura.
Secondo l’operatore, dunque, non è da escludere che sia Cellnex che Inwit possano essere portate ad adottare condotte di mercato (seppur indipendenti) volte all’incremento dei prezzi o alla riduzione della capacità di servizio offerto.
L’Autorità ha intanto avviato il procedimento per valutare gli effetti dell’operazione sulla concorrenza, dal momento che Cellnex acquisirebbe una posizione dominante, con una quota congiunta superiore al 70/80% grazie a un incremento di almeno il 5/10% dopo l’acquisizione delle torri di WindTre.
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