Le nuove reti per l’industria italiana e per i consumatori: gli interventi dei big della telefonia
Intervengono il Ministro Colao, TIM, Vodafone, Sky, Open Fiber e altri operatori
Si è tenuto quest’oggi l’evento Le Nuove Reti per l’Industria Italiana e per i Consumatori con diversi panel a cui hanno partecipato, tra gli altri, il Ministro Vittorio Colao, l’AD di TIM Luigi Gubitosi, il Presidente di Open Fiber Franco Bassanini, l’AD di Vodafone Italia Aldo Bisio e l’AD di Sky Maximo Ibarra.
Uno dei primi interventi all’evento organizzato da Fratelli d’Italia e trasmesso dall’Hotel Nazionale di Piazza Monte Citorio, a Roma, è stato quello del Ministro per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao.
L’intervento del Ministro Vittorio Colao
Colao si è concentrato sul ruolo di moltiplicatore economico della banda ultralarga, che rappresenta uno stimolo fondamentale per l’ammodernamento e l’industrializzazione delle imprese italiane.
Per superare i ritardi dell’Italia, secondo il Ministro e in generale il Governo, è necessario portare la banda ultralarga in tutte le case, le scuole, le strutture sanitarie e persino nelle isole minori, entro il 2026.
Per fare ciò, l’azione di Governo dovrà essere basata sui principi di celerità, neutralità tecnologica (per garantire la copertura con qualsiasi tecnologia, 5G incluso) e mantenimento della concorrenza nel settore per evitare la creazione di posizioni dominanti.
Da qui, l’emergere di alcune aree di lavoro pratiche per il Ministero guidato da Vittorio Colao, che si concentrerà insieme al Governo sulla semplificazione relativa innanzitutto ai permessi che rallentano le installazioni e sulla mappatura dei target di copertura per stabilire impegni di copertura più stringenti e precisi.
Vittorio Colao ha ribadito che è ormai in programma un cambiamento importante, che si può affrontare con l’ambizione di “semplificare per digitalizzare”, mostrandosi pragmatici per rientrare nel gruppo dei “migliori” nell’Unione Europea già nel 2026.
Il Ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Transazione Digitale, nella fase conclusiva del suo intervento, pur ribadendo di non volere esprimersi sulla rete unica, ha ricordato il suo approccio per la pianificazione rapida della migliore strategia per coprire rapidamente il Paese.
Il Panel sulle reti con Gubitosi, Bassanini, Bisio e Ibarra
Dopo l’intervento di Vittorio Colao, si è aperto il panel “Quale futuro: rete o reti?” in cui hanno preso la parola Franco Bassanini, Aldo Bisio, Luigi Gubitosi e Maximo Ibarra.
Franco Bassanini, Presidente di Open Fiber, è stato il primo ospite a prendere la parola, ricordando che l’Italia è stata rallentata nella corsa per la digitalizzazione dalla scelta di impedire lo sviluppo delle reti via cavo e dalla privatizzazione che hanno impedito lo sviluppo della concorrenza. Da qui, la nascita di Open Fiber circa 4 anni e 3 mesi fa, per accelerare gli investimenti e fornire un’alternativa in mancanza delle reti via cavo disponibili invece in altri Paesi.
Bassanini ha poi elencato i risultati raggiunti da Open Fiber, ammettendo i rallentamenti nelle aree bianche rispetto alle aree nere, ma ricordando che il 70% degli utenti finali italiani risultano collegati su infrastruttura di Open Fiber.
Infine, con riferimento alla rete unica e al processo di integrazione delle infrastrutture di TIM con quelle di Open Fiber, il Presidente dell’operatore wholesale only commenta: “il tema è aperto e sul tavolo, la mia convinzione è che la rete unica potrebbe essere utile al Paese, ma non se si trattasse di un ritorno al monopolio verticale integrato, che incontrerebbe difficoltà insormontabili da parte delle autorità italiane ed europee per il rispetto della concorrenza”.
Quindi, l’ipotesi della rete unica funzionerà per Bassanini solo qualora la stessa sia neutrale, altrimenti sistemi alternativi di incentivi per accelerare la competizione del Paese potrebbero rivelarsi più efficaci.
È stato poi il turno dell’Amministratore Delegato di Vodafone Italia, Aldo Bisio, che ha ricordato i due pilastri del documento Digital Compass per il 2030, stabiliti dalla Comunità Europea: connessioni a 1 Gbps per tutti e 5G ovunque.
Sono queste “le architravi della visione europea” che permettono di costruire rapidamente reti a vantaggio dei cittadini per avere almeno 20 milioni di specialisti ICT (contro i 7,5 milioni di oggi), almeno il 75% delle aziende che utilizzano servizi cloud, big data o IoT e il 100% di servizi pubblici online.
Aldo Bisio si reputa soddisfatto dell’accelerazione impressa nelle ree bianche, ma ritiene che la competizione permetterà di fare un ulteriore salto in avanti sulla cablatura delle aree grigie, ricorrendo anche al principio di neutralità tecnologica per affiancare alla copertura in fibra FTTH anche le reti FWA 5G.
Ecco alcune dichiarazioni di Aldo Bisio con focus sulle reti ad altissima capacità, neutralità tecnologica, accelerazione in aree grigie e Regia unica da parte del Governo per liberare la competizione:
Per raggiungere gli obiettivi del Digital Compass di portare un Gigabit per tutti e il 5G ovunque dobbiamo adottare il concetto di “Very High Capacity Network” adottato dalla EU secondo il principio della neutralità tecnologica, che lascia al mercato l’ottimizzazione del mix di tecnologie più opportuno per indirizzare i bisogni dei cittadini e delle imprese.
Questo assicura che le aree grigie e le aree bianche possano essere servite più velocemente e a costi decisamente più contenuti attraverso il FWA 5G. Lo Stato può spendere di meno e i cittadini possono avere coperture in tempi decisamente più rapidi.
Nelle aree nere, dove la competizione infrastrutturale c’è già, i nostri clienti e i clienti degli altri operatori godono del beneficio della concorrenza, con servizi al livello dei migliori Paesi europei a prezzi comunque contenuti.
Nelle aree bianche siamo contenti di sentire che ci sarà un’accelerazione da qui al 2023. Nelle aree grigie, dove ci sono 12/13 milioni di abitazioni, dobbiamo fare un salto in avanti ricorrendo all’unico grande ingrediente che ha portato allo sviluppo, che è la competizione.
Si tratta di passare da un concetto di rete unica a una regia unica da parte del governo che possa liberare la competizione facendo gare con lotti di dimensione medio piccola per promuovere i contribuiti da parte di diversi operatori che operano nel mercato italiano, anche di quelli regionali e locali, e quindi facendo acquisire al sistema più resilienza e non andando a mettere tutte le uova nello stesso paniere.
Sul 5G proponiamo che siano stanziati dei voucher per la fibra ai nodi e la decontribuzione sugli investimenti nelle reti 5G che si realizzeranno nei prossimi due anni.
Questo darebbe agli operatori un minimo di sollievo, dopo i mega importi spesi per l’asta 5G e per i vincoli sui limiti elettromagnetici, e consentirebbe di sviluppare più velocemente e a costi efficienti le reti di nuova generazione.
Il terzo ospite è l’Amministratore Delegato di TIM, Luigi Gubitosi, che ha ricordato l’impegno di TIM per la riduzione del digital divide, concretizzato nella copertura totale della Puglia in banda ultralarga e, come annunciato proprio nel corso dell’evento, ora anche del Friuli Venezia Giulia. Adesso, TIM lavorerà per annullare totalmente il digital divide anche in Lombardia.
Rispondendo in parte a quanto espresso da Franco Bassanini, Gubitosi ha evidenziato innanzitutto che TIM si è impegnata nell’ultimo anno a coprire le aree bianche, sebbene molte di queste “risentano ancora della mancata attuazione dei bandi dove c’era un piano del Governo che non è stato attuato”, con riferimento ai ritardi di Open Fiber.
Inoltre, l’AD di TIM ha voluto infrangere alcuni “stereotipi”, ricordando che sebbene si senta parlare di ritorno al monopolio (citato anche da Bassanini), il modello di coinvestimento presentato sarebbe l’antitesi del monopolio, perché genera economie di scala e inclusione permettendo a tutti gli attori interessati di investire proporzionalmente le proprie risorse, diventando parte attiva dello sviluppo digitale del paese.
Infine, Luigi Gubitosi ha ricordato che TIM non ha interesse a mantenere la sua rete in rame, ma sta spingendo per l’offerta della tecnologia FTTH fino alla casa del cliente anche perché supportare due tecnologie diverse sarebbe solamente più costoso.
Ha chiuso il panel in questione l’AD di Sky Italia, Maximo Ibarra, che si è detto ottimista perché, da quanto ascoltato nel corso del convegno, la direzione per l’Italia sembra essere quella di un rapido sviluppo delle reti in grado di fare scalare ulteriori posizioni nella classifica dell’Indice DESI europeo.
Anche Ibarra ritiene che la chiave per la digitalizzazione stia nell’essere pragmatici, scegliere un modello di sviluppo della competizione infrastrutturale per offrire la soluzione migliore ai clienti, dall’FWA per le aree meno popolate alla tecnologia FTTH per le aree nere, cercando di tirare fuori il meglio possibile dalle tecnologie esistenti, anche grazie a politiche di stimolo della domanda in grado di far sì che a crescere, oltre alla semplice copertura, sia anche il tasso di penetrazione dei servizi a banda ultralarga.
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Gli altri interventi: WindTre, Inwit e Linkem
In un secondo panel, chiamato La Rete tra Innovazione e Mercati, hanno partecipato anche Roberto Basso, Direttore External Affairs di WindTre e Michelangelo Suigo, Direttore Comunicazione di Inwit.
Roberto Basso di WindTre ha discusso di innovazione parlando dei concetti di radicalità e coraggio, per infrangere e vincere le numerose resistenze. Oggi, le imprese italiane competono con i concorrenti mondiali con un “freno a mano tirato” quanto a disponibilità di infrastrutture per i limiti dei campi elettromagnetici, che sono pari a un decimo rispetto a quelli suggeriti a livello europeo e attualmente utilizzati ad esempio in Francia e Germania.
Michelangelo Suigo, Direttore Comunicazione di Inwit, ha invece rapidamente tratteggiato lo stato del mercato delle torri, che può consentire al Paese di fare il salto verso il futuro. I ritardi di cui hanno parlato gli altri ospiti rischiano però di rallentare lo sviluppo delle reti. Da qui, l’esigenza di semplificare rapidamente per sfruttare al meglio le risorse del PNRR.
Infine, un altro intervento è stato quello di Claudia Pollio, Responsabile Relazioni e Comunicazioni Istituzionali di Linkem, che in un panel dedicato ha evidenziato la caratteristica di flessibilità della tecnologia FWA 5G con velocità fino a 1 Gbps.
L’FWA in ottica 5G rappresenterebbe il modo più veloce per rispondere rapidamente all’esigenza di connettività del Paese sia nelle aree urbane che in quelle meno densamente popolate, superando anche le difficoltà legate agli scavi.
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