Il nuovo Ministro per l’Innovazione Tecnologica, Vittorio Colao, ha parlato quest’oggi per la prima volta nella sua nuova veste in occasione dell’evento di ASviS, l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile.
Vittorio Colao, manager bresciano precedentemente CEO di Vodafone Group, è stato scelto da Mario Draghi insieme ad altri 7 tecnici per costituire la squadra di Governo e ha sostituito Paola Pisano nel ruolo di Ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Transazione Digitale.
Nella giornata di oggi, 9 Marzo 2021, Vittorio Colao ha preso parte all’evento di ASviS sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per l’Italia, evidenziando la necessità di puntare sullo sviluppo della banda ultralarga per ridurre il digital divide.
Il Ministro Vittorio Colao, in apertura, ha annunciato che quella di oggi è stata la prima uscita ufficiale nel nuovo ruolo, evidenziando le eccellenze italiane soprattutto in termini di innovazioni e R&D:
“Nella mia esperienza professionale e nel mio girovagare l’Italia, vedo grandissima capacità di collegarsi tra innovatori, il mondo accademico e privato.
Quello dove secondo me non siamo forti è la velocità e la capacità di mettere a frutto velocemente l’innovazione: abbiamo un ambiente regolatorio di norme, di limiti che rappresentano ovviamente non un ostacolo alle idee, ma un ostacolo alla trasformazione delle idee e alla loro sperimentazione”.
A tal proposito, il Ministro Vittorio Colao ha indicato che uno degli aspetti su cui il Governo sta lavorando è rappresentato dall’introduzione del concetto di sandboxes (già previsto da Paola Pisano) ovvero terreni di sperimentazione dell’innovazione in cui i ricercatori possano sperimentare in maniera sicura le loro innovazioni.
Entrando più a fondo nel tema dell’incontro odierno, Vittorio Colao ha esposto alcune linee guida per il suo Ministero, partendo da cinque priorità. In primo luogo, il focus sarà rivolto sulle reti a banda larga e sull’accesso ai servizi ad alta velocità:
“Così non andiamo bene, stiamo lasciando indietro delle parti del Paese. Con questa pandemia abbiamo tutti imparato a lavorare in remoto, ma c’è il rischio che ciò allarghi alcune distanze invece di chiuderle.
Quando si dice che in alcune aree ci sono il 90% di scuole connesse ma in altre solo il 60%, può sembrare una piccola differenza ma significa che in alcune aree escludiamo 1 studente su 10 e in altre aree 4 su 10. Questo è inaccettabile”.
Da qui, la necessità di puntare rapidamente sullo sviluppo della banda larga per dotare tutto il Paese di pari opportunità, soprattutto con riferimento alle scuole, ma anche ad esempio alla sanità e ai servizi digitali ad essa collegati.
La seconda priorità secondo il Ministro Vittorio Colao è rappresentata dal rapporto tra la Pubblica Amministrazione e i cittadini, che passa dall’unificazione delle piattaforme digitali, per rendere la PA un vero alleato nel rilancio del Paese per tutti i cittadini.
Modernizzare la Pubblica Amministrazione per Vittorio Colao significa dotare lo Stato di tecnologie moderne, sicure e di facile accesso, tentando di raggiungere un maggiore coordinamento della certificazione digitale (e a tal proposito, vengono citati i passi avanti compiuti con PagoPA e con la Carta d’Identità Digitale):
“Non possiamo chiedere continuamente di ricertificarci per informazioni che già abbiamo. […] Abbiamo delle buone basi, ma non possiamo permettere che riguardino solo il 20%/30% degli italiani, ma dobbiamo fare in modo che ciò diventi una norma”.
Il terzo punto di maggior rilievo è quello della sanità, dopo le “ottime iniziative implementate in maniera disomogenea”.
A tal proposito, per Vittorio Colao il tema dell’assistenza remota è fondamentale, perché si è già riscontrata una spiccata eterogeneità tra le diverse aree del Paese, che occorrerà abbattere per offrire a tutti i medesimi servizi basilari a tutela della salute.
Il punto successivo è invece quello dell’istruzione e della ricerca. In questo caso, sono sul tavolo diversi temi fondamentali per il rilancio del Paese, ma in primo luogo occorrerà investire sulle competenze tecniche e tecnologiche e sullo STEM in ambito universitario, mentre per le scuole superiori il Governo sta già pensando di rivedere il sistema degli ITS, che all’estero stanno diventando rapidamente “il pilastro della formazione all’avviamento professionale tecnico”.
Infine, occorre garantire e agevolare le connessioni di tutti i centri di ricerca agli hub di innovazione pubblico o privato, sostenendo maggiormente i dottorati e le collaborazioni con le imprese private. A tal proposito, tramite il digitale, anche gli storici svantaggi del sud legati alla distanza fisica dai principali centri di ricerca potranno essere arginati con maggiore rapidità.
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L’ultimo aspetto chiave su cui lavorerà il Ministero per l’Innovazione Tecnologica e per la Transizione Digitale è rappresentato dalla cybersecurity, per dotare di maggiori risorse tutte le realtà attive nella protezione dei cittadini e dello Stato.
Di seguito un estratto del commento di chiusura di Colao sulla necessità di investire nella tecnologia per avvantaggiare i giovani nei prossimi anni:
“Quella di oggi è per me un’occasione formidabile per dire che non ci sarà una vera transizione digitale se non leghiamo la questione tecnologica alla questione giovanile. Non avremo sostenibilità e vero sviluppo se non riusciamo a investire per i giovani e con i giovani per il loro futuro. Non si investe in tecnologia perché si è tecnocrati e si ama la tecnologia in sé, ma perché vogliamo che nel 2030 le opportunità, l’inclusione e anche la qualità di vita siano quelle che la tecnologia permette se introdotta in maniera inclusiva. […] Il mio riferimento non possono che essere i giovani: il mio datore di lavoro è la generazione che nel 2030 dovrà vedere i benefici delle cose che noi facciamo”.
Il Ministro Vittorio Colao ha chiuso il suo primo intervento pubblico ricordando che sarà fondamentale allocare rapidamente le risorse necessarie, accettando anche di cambiare, semplificare e accelerare le riforme per i cittadini e per la Pubblica Amministrazione.
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