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Rete Unica al Parlamento UE: le risposte di Margrethe Vestager su operazione Tim e Open Fiber

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La Commissaria UE Margrethe Vestager ha risposto all’interrogazione al Parlamento Europeo da parte dell’Eurodeputato Antonius Manders sugli sviluppi anticompetitivi del progetto della rete unica tra TIM e Open Fiber.

Antonius Manders, Eurodeputato olandese del PPE, aveva mostrato infatti preoccupazione per l’impatto del progetto della rete unica italiana a livello comunitario.

Secondo quanto ricordato da Manders, l’Articolo 1 del Codice Europeo delle Comunicazioni prevede che l’implementazione di un mercato interno delle comunicazioni debba passare per un’effettiva competizione.

Tuttavia, l’Italia presenterebbe “forti segnali” di un ritorno al monopolio, dal momento che con la rete unica si sta considerando, di fatto, una fusione tra l’operatore incumbent sul fisso (TIM) e il suo principale concorrente (Open Fiber).

Per queste ragioni, l’Eurodeputato aveva chiesto al Parlamento confermare se tale ritorno al monopolio possa considerarsi in linea con le politiche e regole europee, e sotto quali condizioni.

Inoltre, è stato domandato se sia legale che un incumbent mantenga una forma di controllo su una nuova entità nata dalla fusione, rimanendo un operatore integrato verticalmente con il pieno controllo del mercato wholesale.

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Margrethe Vestager, Vice Presidente Esecutiva della Commissione Europea, ha risposto il 10 Febbraio 2021 all’interrogazione, su tutte le questioni sollevate (ecco il documento completo).

In primo luogo, Margrethe Vestager ha evidenziato che le negoziazioni per la rete unica stanno ancora procedendo e dunque le parti dovranno notificare la concentrazione solo se questa incontra i requisiti fissati dal Regolamento UE, anche in termini di soglie di fatturato. Al momento, non è però giunta alcuna notifica dalle parti.

Di seguito, la risposta alla prima domanda sul ritorno al monopolio:

“La Commissione apprende che i negoziati riguardanti un’eventuale fusione di TIM e Open Fiber sono ancora in corso. Se la transazione si rivelerà una concentrazione ai sensi del regolamento UE sulle concentrazioni, e se soddisfa le soglie di fatturato richieste ivi fissate, allora le parti saranno obbligate a notificare l’operazione alla Commissione, che valuterà attentamente i suoi effetti sulla concorrenza. La Commissione segue da vicino gli sviluppi, ma non ha ancora ricevuto alcuna notifica di questo tipo”.

In risposta alla domanda sulla possibilità che TIM mantenga una forma di controllo su una nuova entità nata dalla fusione, rimanendo un operatore integrato verticalmente con il pieno controllo del mercato wholesale, Vestager ha risposto citando l’articolo 80 del Codice Europeo delle Comunicazioni Elettroniche.

Secondo l’articolo 80 del Codice, infatti, non è in alcun modo vietata l’integrazione verticale in quanto tale, sebbene siano predisposte alcune forme di franchigia regolamentare per le imprese con significativo potere di mercato attive solo sul mercato all’ingrosso.

Infine, in risposta all’ultima domanda di Antonius Manders, su come ci si possa assicurare che il precedente italiano della rete unica non venga preso ad esempio da altri Paesi, la Commissaria Europea per la Concorrenza ha affermato quanto segue:

“In qualità di custode dei trattati, la Commissione si impegna a garantire il rispetto del diritto dell’Unione in tutta l’UE, in modo imparziale. Pertanto, qualsiasi concentrazione di dimensione comunitaria deve essere valutata nel pieno rispetto delle regole di concorrenza dell’UE e in base ai propri meriti. Parallelamente, il Codice Europeo delle Comunicazioni Elettroniche, promuovendo la connettività e la concorrenza, assegna alle autorità nazionali di regolamentazione, in collaborazione con la Commissione e il BEREC, il ruolo di identificare i tipi di strumenti e rimedi più adatti ad affrontare particolari tipi di situazioni del mercato e contribuire allo sviluppo del mercato interno”.

In attesa dell’eventuale notifica di TIM e Open Fiber alla Commissione Europea, il parere di Vestager non si è dunque allontanato da quanto espresso già a Ottobre 2020, quando era stato evidenziato che di base il tema rete unica in Italia non si porrebbe in contrasto con la normativa UE.

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