Cellnex ha notificato all’Antitrust il suo progetto per l’acquisizione delle torri di WindTre in Italia, gestite da CK Hutchison Networks Italia. Il progetto rientra nell’accordo di acquisto tra la tower company spagnola e CK Hutchison, proprietaria di WindTre.
Similmente a quanto fatto solo pochi giorni fa da TIM per l’acquisizione di due rami di BT Italia e da PTI per l’acquisizione di Towertel, adesso anche Cellnex Italia ha notificato l’operazione di acquisto, che ha ad oggetto l’intero capitale sociale di CK Hutchison Networks Italia per il controllo esclusivo delle sue torri.
Il settore interessato, come si legge nella comunicazione ufficiale all’Autorità, è quello dei servizi di ospitalità su infrastrutture passive di telecomunicazione.
Come previsto dall’articolo 16 della legge 287/1990, l’operazione in questione è sottoposta a valutazione dell’Autorità, ma l’avviso pubblicato ieri 2 Febbraio 2021 permette intanto a terzi interessati di presentare eventuali osservazioni entro cinque giorni lavorativi, dunque entro il 9 Febbraio 2021.
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L’avviso dell’Antitrust italiano giunge a pochi giorni di distanza dall’annuncio del completamento dell’acquisizione delle torri di CK Hutchison in Svezia, mentre l’acquisizione in Austria, Irlanda e Danimarca era stata già completata precedentemente.
L’accordo tra la tower company spagnola Cellnex e la holding di Hong Kong CK Hutchison prevede infatti la vendita di 24.600 torri presenti in tutta Europa, nei Paesi sopra elencati e anche in Italia (quelle dell’operatore WindTre) e nel Regno Unito.
Si tratta di un’operazione dal valore complessivo di 10 miliardi di euro e con un investimento aggiuntivo, da parte di Cellnex, di altri 1,4 miliardi di euro per l’installazione di nuove torri.
L’Italia e il Regno Unito rappresentano i Paesi con il numero più elevato di torri, pari rispettivamente a 8900 e 6000 antenne (oltre la metà del totale) e il completamento delle operazioni è quindi atteso in questo caso nei prossimi mesi.
Non sono state fornite infatti delle date precise, ma in occasione della presentazione dell’accordo era stata citata come deadline la fine del 2021 per Italia e Regno Unito. Chiaramente, per prima cosa occorrerà attendere il via libera dell’AGCM in Italia.
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