Prosegue la vicenda dei servizi a valore aggiunto attivati illecitamente, legata al ruolo di Wind Tre (precisamente dell’ex brand Wind) dopo la perquisizione della sua sede a Rho su ordine della Procura di Milano. Adesso si parla di un sequestro preventivo di diversi milioni di euro e di nuove contestazioni a ex manager di Wind.
Il caso si è aperto l’estate scorsa, quando la Guardia di Finanza ha riscontrato attivazioni fraudolente di servizi VAS a sovrapprezzo non richiesti.
Si tratta, come noto, dei servizi come oroscopi, meteo o giochi, che vengono spesso attivati involontariamente sulle SIM quando non si è proceduto a un blocco preventivo con il proprio operatore.
Le indagini avevano portato alla luce un business illecito da diversi milioni di euro, che si basava sull’attivazione di servizi a pagamento zero click anche su SIM M2M (Machine to Machine) e senza alcun consenso da parte degli utenti.
A tal proposito, occorre però evidenziare che negli scorsi mesi WindTre ha messo in campo diversi strumenti per evitare l’attivazione dei servizi VAS senza la piena consapevolezza del cliente.
In primo luogo, è stato reso disponibile il servizio Informati e Sicuri con numero verde dedicato per assistenza e segnalazioni, a cui ha fatto seguito a Ottobre 2020 l’applicazione del blocco tecnico e totale di tutti i servizi VAS per i nuovi clienti, mentre per i già clienti la data ufficiale è quella del 18 Gennaio 2021. Infine, è stata attivata la pagina di sicurezza per attivazione consapevole dei servizi a sovrapprezzo con OTP.
Ad ogni modo, la Procura di Milano continua a lavorare sul caso e secondo quanto riportato quest’oggi, 14 Gennaio 2021, dal Corriere Della Sera, la Gip Stefania Nobile avrebbe ordinato il sequestro preventivo di 21,2 milioni di euro di Wind Tre per l’ipotesi di reato di frode informatica. Si tratterebbe della percentuale incamerata dal brand Wind per i servizi attivati con modalità fraudolente fino al mese di Novembre 2020 dalle società Brightmobi e Yoom tramite la piattaforma tecnologica Pure Bros.
Anche il nome di Pure Bros era emerso dai primi sviluppi dell’indagine e si era subito indagato sull’azienda romana per attivazione indebita di abbonamenti ai contenuti DigitApp. In totale, aggiungendo la quota sequestrata a Wind Tre con i sequestri precedenti ai fornitori di servizi, si arriva a un totale di circa 38 milioni di euro di proventi.
Lo scopo della Gip è adesso quello di delineare al meglio l’organigramma di Wind, individuando chiunque avesse il potere e dovere di attivarsi per segnalare le attivazioni illecite alle autorità competenti.
In merito ai rimborsi da 20 milioni di euro avviati dall’azienda Wind Tre per i clienti vittime delle attivazioni illecite, secondo la Gip questi non avrebbero rilevanza perché si riferirebbero ai pagamenti del periodo compreso tra Febbraio e Agosto 2019, dunque successivi all’ultimo pagamento effettuato verso Brightmobi e Yoom da Pure Bros, che si era vista riconoscere dall’operatore italiano il 50% dei profitti per i contratti attivati.
Inoltre, sempre secondo quanto riportato, adesso i tre ex manager Wind (Alessandro Lavezzari, Luigi Saccà e Fabio De Grenet) sarebbero indagati per concorso nella stessa frode informatica addebitata agli amministratori di Brightmobi, Yoom e Pure Bros.
Il Legale del Dottor Alessandro Lavezzari ha contattato la Redazione di MondoMobileWeb per evidenziare che il Giudice per le indagini preliminari di Milano, come emerge dall’ordinanza citata, ha disposto il sequestro preventivo esclusivamente in ragione degli elementi indiziari emersi in relazione alla posizione di un altro indagato.
Il nome di Lavezzari compare invece esclusivamente nelle vesti di soggetto che, sulla base dei documenti raccolti “semplicemente manifestava preoccupazione ritenendo implicitamente meritevole di verifica, nell’ambito della compliance societaria, proprio quei fatti che, lo si ricorda, sono attualmente oggetto di indagini“.
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