App Immuni, Garante della Privacy dà parere favorevole al Call Center
Nei giorni scorsi il Garante della Privacy ha fornito parere favorevole allo schema di ordinanza del Commissario Straordinario che regola l’organizzazione e il funzionamento del Call Center dell’app di tracciamento Immuni, utile al contrasto della diffusione del Coronavirus.
Lo ha annunciato oggi, 12 Gennaio 2021, l’Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali dopo aver dato il via libera alle norme che regolano il Servizio nazionale di supporto telefonico e telematico alle persone risultate positive al Coronavirus, istituito dal decreto legge “Ristori”.
Nello specifico, lo schema individua le modalità con le quali il call center, su richiesta dell’interessato, avvia la procedura di sblocco dell’app Immuni del chiamante risultato positivo al Coronavirus per inviare il messaggio di allerta ai suoi contatti, le modalità di trasmissione agli assistiti del codice univoco nazionale (CUN) che identifica tutti referti (positivi e negativi) dei test Covid-19, le regole con cui le strutture sanitarie comunicano al sistema centrale denominato Tessera Sanitaria l’esito (positivo o negativo) del tampone e il tempo di conservazione dei dati raccolti.
Nel corso delle interlocuzioni avute con il Ministero della Salute, il Ministero dell’economia e delle finanze, il Commissario straordinario e il Dipartimento della trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei ministri, l’Ufficio del Garante ha fornito specifiche indicazioni per individuare, seppur con l’urgenza richiesta dall’emergenza sanitaria, soluzioni rispettose della protezione di dati degli assistiti.
In particolare l’Autorità ha ritenuto che l’identificazione di chi chiama il call center e del suo stato di positività dovesse avvenire attraverso un apposito codice, il codice univoco nazionale del referto Covid (CUN), che individua in modo univoco il singolo referto e la persona ad esso associata, invece di altre modalità meno sicure dal punto di vista della protezione dei dati degli assistiti, evitando che fosse creata una nuova banca dati dei referti Covid, liberamente consultabile dagli operatori del call center.
Il Garante della Privacy ha chiesto inoltre che la piattaforma utilizzata dagli operatori del call center per accedere al Sistema Tessera Sanitaria sia progettata e realizzata adottando stringenti misure di sicurezza adeguate al rischio che presenta un trattamento di dati così delicato (in particolare, riguardo alle modalità di autenticazione informatica, ai profili di autorizzazione e al tracciamento delle operazioni svolte dagli stessi operatori).
Infine, l’Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali ha prescritto al Ministero della salute di effettuare controlli costanti sull’attività del soggetto a cui è affidata la gestione del call center Immuni, per verificare il pieno rispetto della disciplina sulla privacy.
Alla luce delle novità introdotte con l’istituzione del call center, il Ministero dovrà aggiornare anche la valutazione d’impatto relativa ai trattamenti di dati effettuati nell’ambito del sistema di allerta Covid-19.
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