Il Consiglio di Stato ha deciso in merito a tre appelli distinti (poi raggruppati) di Vodafone, WindTre e TIM contro Roma Capitale per il divieto di installazione delle stazioni radio base in alcune aree definite sensibili. Il caso coinvolge anche l’Ente Suore Francescane Missionarie del Cuore Immacolato di Maria.
Vodafone, WindTre e TIM avevano visto rigettato il loro ricorso al TAR per l’annullamento del Regolamento del 2015 di Roma Capitale, in cui due articoli venivano considerati in contrasto con il Codice delle Telecomunicazioni, dal momento che rappresentavano secondo gli operatori degli stringenti limiti generalizzati alla localizzazione degli impianti.
In questo caso, è stato coinvolto per l’appello di Vodafone anche l’Ente Suore Francescane Missionarie del Cuore Immacolato di Maria, che si è costituito in giudizio insieme a Roma Capitale, in quanto all’articolo 4 del Regolamento veniva stabilito che “è fatto divieto di installare impianti su siti sensibili quali ospedali, case di cura e di riposo, scuole ed asili nido, oratori, orfanotrofi, parchi gioco, ivi comprese le relative pertinenze, a una distanza non inferiore a 100 metri calcolati dal bordo del sistema radiante al perimetro esterno”.
Tale disposizione di Roma Capitale, secondo il Consiglio di Stato, rappresenta però un divieto generalizzato potenzialmente in grado di impedire la concreta diffusione della rete sull’intero territorio comunale, dal momento che il calcolo della distanza appare, in alcune aree della città, come un forte elemento di limitazione.
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Anche in questa occasione, il Consiglio di Stato ha infatti evidenziato che la giurisprudenza in materia ha chiarito che le infrastrutture per le reti di comunicazione rappresentano opere di urbanizzazione primaria, nei confronti delle quali la potestà regolamentare dei Comuni non può svolgersi nel senso di un divieto generalizzato di installazioni in aree urbanistiche predefinite.
Le opere di urbanizzazione primaria, infatti, risultano in generale compatibili con qualsiasi destinazione urbanistica e con ogni zona del territorio comunale, dovendo essere necessariamente capillari.
Inoltre, l’Amministrazione di Roma Capitale deve procedere alla rivisitazione delle autorizzazioni concesse in presenza del superamento dei limiti di esposizione o di non conformità ai vincoli di carattere paesaggistico ed ambientale da valutare caso per caso e comunque individuando sempre delle soluzione alternativi.
Per questa ragione, sono stati accolti gli appelli dei tre operatori, TIM, Vodafone e WindTre, limitatamente a tale aspetto del Regolamento di Roma Capitale.
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