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TIM, Vodafone e WindTre: il TAR torna a esprimersi sul caso dell’antenna vicino a una scuola a Roma

Il TAR ha deciso in merito a tre ricorsi riuniti di TIM, Vodafone e WindTre contro Roma Capitale per l’annullamento della determinazione dirigenziale con cui era stato ingiunto ai tre operatori di rimuovere e demolire le loro infrastrutture di comunicazione in Via Andrea Doria.

La vicenda risale al 2014, quando le tre aziende avevano presentato un’istanza congiunta per la realizzazione di una stazione radio base condivisa. Dopo l’inizio dei lavori per silenzio assenso dell’Amministrazione, i genitori di alcuni alunni che frequentavano la scuola elementare nelle vicinanze hanno impugnato l’istanza con un ricorso in precedenza accolto dal TAR.

Roma Capitale ha quindi reso esecutiva la sentenza del TAR ordinando la demolizione e gli operatori hanno fatto ricorso parallelo contro tale ordinanza.

TIM, Vodafone e WindTre ritenevano che l’ordinanza di demolizione fosse illegittima per vizi propri, non essendo stata disposta dal Dipartimento di Programmazione e Attuazione Urbanistica di Roma Capitale. Inoltre, l’ordinanza di demolizione è giunta dopo la formazione del silenzio assenso e secondo gli operatori non risultava dunque adeguata a interrompere le installazioni o rimuovere le strutture nel frattempo impiantate.

Il TAR ricorda però che l’annullamento del titolo abilitativo era stato disposto a causa di un’illegittimità di tipo sostanziale verificata in primo grado, consistente appunto nella localizzazione in prossimità di una scuola, in violazione del limite distanziale dai siti sensibili.

L’obbligo dell’Amministrazione, dopo la prima sentenza del TAR, era quindi quello di rimuovere l’impianto dall’edificio rendendo esecutiva la sentenza. Quindi, l’ordinanza di demolizione di Roma Capitale risulta immune da tutti i vizi di legittimità segnalati dai tre operatori, in quanto rappresentava solamente l’esercizio dell’attività esecutiva della sentenza di primo grado.

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Roma

Tuttavia, il Consiglio di Stato ha recentemente accolto l’appello dei tre operatori, annullando senza rinvio la sentenza (frutto del ricorso dei genitori) che aveva portato all’obbligo di demolizione e sospensione dei lavori, e dunque rispetto al ricorso di TIM, Vodafone e WindTre contro la notifica di demolizione, il TAR ha dovuto ritenere “travolta” tutta l’attività posta in essere prima dell’accoglimento dell’appello.

In altri termini, il TAR ha dovuto riconoscere il venir meno dell’unico presupposto che aveva determinato l’adozione degli altri atti impugnati, ovvero la sentenza in seguito alle rimostranze dei genitori degli alunni, con cui era stato ordinato all’Amministrazione di far rimuovere le installazioni.

Con l’annullamento senza rinvio della pronuncia del TAR su cui si fondavano gli atti esecutivi di Roma Capitale, il TAR con sentenza pubblicata il 29 Dicembre 2020 ha dato atto dell’eliminazione di tutti i provvedimenti che negavano agli operatori la possibilità di costruire la loro antenna.

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