La Storia della Telefonia

Bip Mobile: 8 anni fa il blackout che portò alla scomparsa dell’operatore virtuale

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Oggi, 30 Dicembre 2021, sono passati 8 anni da una triste vicenda che si è consumata nel mondo della telefonia mobile italiana, ossia l’improvviso blackout delle SIM dell’ex operatore virtuale ATR Bip Mobile, successivamente scomparso dopo la controversia che si aprì con il suo aggregatore Telogic, anch’esso ormai scomparso.

Tutto avvenne dunque nella giornata del 30 Dicembre 2013 quando, come raccontato anche all’epoca da MondoMobileWeb, iniziò improvvisamente il disservizio per i clienti con le SIM Bip Mobile, che si ritrovarono senza la possibilità di effettuare o ricevere chiamate o SMS e di navigare in internet.

L’interruzione senza alcun preavviso dei servizi di telefonia mobile negli ultimi giorni del 2013 fu il modo in cui, sfortunatamente per i consumatori che avevano scelto questo operatore virtuale, vennero a galla i problemi di liquidità di Bip Mobile.

Nella stessa giornata, poco dopo il blackout delle SIM, una delle prime informazioni ufficiali sulla vicenda arrivò da Telogic Italy, l’aggregatore (MVNE) sotto rete H3G (3 Italia, che si è poi fusa con Wind per creare WINDTRE) a cui Bip Mobile si appoggiava in qualità di suo Air Time Reseller.

Con un comunicato Telogic annunciò infatti di aver provveduto ad interrompere la fornitura dei servizi a Bip Mobile, che da mesi ormai aveva accumulato un grosso debito nei confronti del suo aggregatore. Telogic affermava inoltre di aver già rimandato diverse volte la decisione in attesa che in qualche modo Bip Mobile trovasse una soluzione.

Il debito che Bip Mobile aveva maturato nei confronti di Telogic fu anche uno dei principali fattori che mise in difficoltà quest’ultima azienda: infatti, già il 24 Maggio 2013, H3G informò Telogic, comunicando la notizia anche all’AGCOM, che avrebbe sospeso il servizio qualora non avesse adempiuto entro 15 giorni ai propri obblighi di pagamento.

In questa occasione, una volta che Telogic informo della vicenda i suoi MVNO, questi ultimi aprirono una controversia tramite l’AGCOM, che portò l’Autorità a formulare la delibera 549/13/CONS, la quale dava maggior tempo agli operatori virtuali di organizzarsi e di informare i propri clienti della possibile interruzione dei servizi.

Sebbene la vicenda fra Telogic e H3G fu momentaneamente risolta, con quest’ultima che accettò un piano di rientro dei debiti dell’enabler, garantendo agli altri MVNO di continuare a fornire servizi di telefonia mobile, rimasero invece le problematiche debitorie di Bip Mobile nei confronti di Telogic.

Come si scoprirà in una successiva delibera di AGCOM (la 320/14/CONS), con cui l’Autorità sanzionò Bip Mobile per la vicenda del blackout iniziato il 30 Dicembre 2013, già a partire dal mese di Giugno 2013, e fino al 24 Dicembre 2013, Telogic aveva infatti già preannunciato al suo ATR l’immediata risoluzione del contratto qualora Bip Mobile non avesse pagato i suoi debiti corrispondendo le somme dovute all’enabler per le prestazione ricevute.

Telogic aveva anche invitato Bip Mobile a provvedere ad informare i propri clienti, con congruo preavviso, della possibile imminente sospensione dei servizi, indicando anche le modalità di passaggio ad altro operatore per continuare a sfruttare la propria numerazione.

Nonostante gli inviti sia di Telogic che anche dell’AGCOM (in un’apposita audizione del 26 Agosto 2013), Bip Mobile non informò mai i propri clienti circa il rischio imminente di interruzione dei servizi.

L’operatore virtuale si limitò, soltanto il 28 Dicembre 2013, a comunicare solo ad un numero ristretto di clienti, tramite SMS flash, che in quei giorni si sarebbero potuti verificare dei generici “disservizi di rete in corso di risoluzione”.

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Si arrivò così, il 30 Dicembre 2013, alla rottura totale dei rapporti fra Bip Mobile e Telogic, con quest’ultima che si vide costretta nonostante gli avvertimenti ad interrompere la fornitura dei servizi a circa 220.000 utenze con SIM Bip Mobile.

Nei giorni successivi, all’inizio del 2014, arrivarono anche le prime posizioni ufficiali di Bip Mobile, che lanciò accuse nei confronti di Telogic e anche di H3G, quest’ultima rea secondo il virtuale di aver imposto prezzi all’ingrosso più alti rispetto a quelli proposti ai clienti dallo stesso operatore di rete.

Le accuse furono presto rispedite al mittente sia da Telogic che da H3G, mentre negli stessi giorni si scopri anche che l’Amministratore Delegato nonché socio di Bip Mobile, Fabrizio Bona (già manager presso TIM, Wind e Vodafone), 10 giorni prima del blackout aveva lasciato improvvisamente l’operatore per diventare il nuovo Chief Commercial Officer di Alitalia (da Novembre 2014 Chief Commercial Officer di Italo NTV).

Bona dichiarò di esser andato via da Bip Mobile poiché era “impossibile competere in Italia come operatore mobile virtuale”, citando nuovamente le differenze fra i prezzi all’ingrosso proposti ai virtuali rispetto a quelli offerti dagli operatori di rete ai propri clienti.

In tutto ciò, visto che gli operatori non trovarono più alcun accordo, dal 30 Dicembre 2013 in poi i clienti Bip Mobile rimasero senza alcuna possibilità di usare la propria SIM, con la portabilità verso un altro operatore come unica soluzione per mantenere la numerazione.

Questo generò anche dei ritardi nelle portabilità in uscita visto l’alto numero di richieste che saturava il limite imposto per le operazioni di portabilitàMNP verso altri operatori, che portò anche l’AGCOM, vista la particolare situazione, ad autorizzare un aumento di questo limite per Bip Mobile.

Ci furono inoltre anche problemi nel trasferimento del credito residuo della SIM, dato che alcuni operatori non accettarono di trasferire le somme vantate fino al distacco delle linee di Bip Mobile.

L’atto finale di questa triste vicenda per la telefonia mobile italiana arrivò quando le SIM di Bip Mobile furono cessate definitivamente, cioè dopo il 15 Marzo 2014, data ultima stabilita per effettuare la portabilità in uscita e mantenere il proprio numero telefonico.

Fu così dunque che scomparve Bip Mobile, il quale era nato nel Settembre del 2012 proponendosi come operatore low cost di tipo ATR (Air Time Reseller), ossia una tipologia di virtuale che nello specifico si occupa esclusivamente della rivendita del traffico all’ingrosso di un altro operatore, occupandosi soltanto della commercializzazione con il proprio marchio e dell’assistenza clienti, mentre le SIM sono realizzate dall’operatore di appoggio.

L’operatore di appoggio, come detto, era l’enabler Telogic Italy, che operava sotto rete H3G (3 Italia).

Il lancio di Bip Mobile fu caratterizzato da una importante compagna pubblicitaria che aveva come protagonisti Beep Beep e Willy il Coyote, i celebri personaggi dei cartoni animati della Looney Tunes, con la presenza di Beep Beep anche nel logo.

A sostenere l’impegno finanziario di ben 100 milioni di euro come partenza fu la società One Italia (poi successivamente fallita) della famiglia Giacomini di Roma, con il ruolo di azionista di maggioranza.

Dalla verifica sul sito dell’Agenzia delle Entrate un anno fa, la Partita IVA di Bip Mobile S.r.l., con data inizio attività 19 Ottobre 2012, risultava ancora in liquidazione dopo che pare sia stata formulata la richiesto di fallimento nel 2019.

Articolo pubblicato la prima volta 30 Dicembre 2020. Aggiornamento 30 Dicembre 2021.

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